Palestre e piscine in Lombardia, situazione drammatica. Il 35% potrebbe non arrivare a primavera

Milano, 18/01/2021.

Ancora niente da fare per palestre e piscine che continuano a rimanere chiuse anche con l'ultimo Dpcm. Un ulteriore stop prolungato che aggrava lo stato di sofferenza del comparto, come sottolinea l'Associazione Regionale Imprese dello Sport e delle Arti della Lombardia, A.R.I.S.A. (aderente alla Confcommercio di Milano).

La Lombardia, rileva A.R.I.S.A. era la regione che, da sola, rappresentava il 37% delle imprese operanti nel fitness con più di 25 mila tra centri benessere e palestre (su un totale nazionale che, prima del Covid, ne annoverava 70 mila). Solo nella Città Metropolitana di Milano, nel 2019, si contavano 5.200 attività con 17.000 addetti: «andando avanti così - dichiara il direttore di A.R.I.S.A. Paolo Uniti – stimiamo che i bilanci del 35% delle imprese sono a forte rischio e molte di esse non riusciranno ad arrivare a primavera. Con pesantissime ripercussioni anche in termini occupazionali».

«Ancora più drammatica la situazione delle oltre 1.000 piscine lombarde - afferma Angelo Gnerre, delegato A.R.I.S.A. per il settore impianti natatori – ed uso come metafora la scala Richter per i terremoti: il magnitudo di riferimento per le piscine sarebbe 10 con un conseguente tsunami per i bilanci delle nostre aziende 2021: le proiezioni più ottimistiche ci fanno stimare un calo del 50% con possibili ripercussioni anche nel 2022».

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