Trasporto pubblico e Covid a Milano. Codacons: «mezzi sovraffollati, enorme pericolo di contagio»

Codacons Milano

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Codacons in merito alla situazione del trasporto pubblico di Milano in questo periodo in cui i contagi da Covid-19 sono quotidianamente in aumento.

Milano, 14/10/2020.

Il caos del trasporto pubblico di Milano è sotto gli occhi di tutti; basta prendere una metropolitana negli orari di punta per comprendere che ciò vorrà dire condividere il convogli con altre decine di persone, senza poter rispettare in alcun modo il distanziamento sociale. La situazione è ancora maggiormente fuori controllo sui trasporti di superficie: tram e autobus viaggiano al limite della capienza consentita, con enormi rischi per la salute della collettività.

«Ha poco senso che il Sindaco Beppe Sala inviti i cittadini a mettersi la mascherina nei luoghi pubblici ed all'aperto, se poi è proprio sul trasporto pubblico che si corrono i maggiori rischi di venir contagiati», afferma il presidente di Codacons Marco Donzelli.

«Anche la Fondazione Gimbe ha individuato il trasporto pubblico come uno dei principali veicoli di diffusione del contagio, ma cosa è stato fatto per evitare questo rischio? Praticamente nulla, i treni sono sempre pochi, nelle ore di punta si assiste al sovraffollamento di banchine e convogli», aggiunge Donzelli. «Purtroppo tantissime ragazzi usano il trasporto pubblico per recarsi a scuola, e tantissimi lavoratori per recarsi in ufficio, ma allora che cosa serve prendere ogni possibile precauzione negli istituti se poi uno si contagia andando a scuola o al lavoro? La situazione è grave, e se non si interverrà peggiorerà ancora di più».

Più in generale, nell'ultima settimana i casi di Coronavirus su tutto il territorio nazionale sono praticamente raddoppiati (42,4%) con un aumento dei ricoverati con sintomi (+18,9%) dei ricoveri in terapia intensiva (+17,7%) e dei decessi (+13,1%), da metà luglio i casi sono addirittura decuplicati. «La situazione purtroppo sta andando fuori controllo», denuncia il Codacons: «pensavamo che saremmo arrivati maggiormente preparati alla seconda ondata, falsa sicurezza probabilmente data dal fatto che il lungo lockdown nazionale ha diminuito considerevolmente i contagi per qualche mese, ma la realtà è che ora siamo in piena seconda ondata. Se non si decide di intervenire subito, con misure veramente decise a livello locale e nazionale rischieremo di trovarci in una situazione ancora peggiore rispetto ai mesi di marzo e aprile».

Ecco le proposte del Codacons a Comune di Milano e Regione Lombardia.

  • Tracciamento dei contatti e test: serve un decisivo incremento, il numero di test è ancora insufficiente per riuscire a seguire i contatti positivi e isolarli per evitare la diffusione del contagio. Le attese per i tamponi sono spesso lunghissime e obbligano il possibile contagiato ad uscire di casa e mettersi in fila per fare il tampone con rischio di diffondere il virus.
  • Assistenza domiciliare: dove sono le unità di assistenza domiciliare? Fondamentale proprio al fine di evitare un sovraccarico degli ospedali curare subito il paziente con terapie ad hoc che ne impediscano il peggioramento dei sintomi, se si cura prima il Covid-19 è possibile impedire il ricovero in terapia intensiva solamente ai casi gravissimi.
  • Mezzi pubblici: purtroppo stiamo assistendo soprattutto a Milano città ad un affollamento dei mezzi pubblici (metropolitane, tram e autobus). Dopo aver diminuito la capienza, la stessa è stata progressivamente aumentata, creando situazioni di enorme affollamento soprattutto nelle ore di punta. O si interviene o i mezzi pubblici diventeranno veicolo di contagio.
  • Protocolli negli ospedali: ancora adesso molti ospedali del territorio non hanno protocolli ad hoc per l'assistenza e la cura dei positivi al Covid-19, con ingolfamento del sistema ospedaliero e ritardo nel prestare le dovute cure.
  • Smart working: non si può più aspettare. Il Comune  di Milano e la Regione Lombardia devono fare un'ordinanza che consenta a tutti i lavoratori che possono (impiegati pubblici, dipendenti di aziende, liberi professionisti) di lavorare da casa in modo agile. Meno persone per strada = meno persone sui mezzi pubblici = meno persone in ufficio = diminuire sensibilmente il rischio di contagio.
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