Il Cinemino in streaming con una sala virtuale. «Drive-in e proiezioni all'aperto? Non tutti se li possono permettere»

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Milano, 12/05/2020.

«Le nostre idee sono confuse al momento, non sappiamo quanto ancora saremo chiusi al pubblico per l'emergenza Coronavirus: come hanno fatto tante realtà culturali, anche noi ci siamo spostati sul web utilizzando lo streaming, ma non è nel nostro dna dialogare con il pubblico via web». A dirlo è Agata De Laurentiis, socia fondatrice del Cinemino di Milano, il cinema di quartiere nato nel 2018 per portare sul grande schermo film poco visti e non distribuiti, tra documentari, cortometraggi e film sperimentali, ma anche per parlare di cinema di fronte a una birretta, quella del Bar del Cinemino. Insomma, uno spazio culturale per accompagnare il pubblico a ritrovare il piacere di stare in sala in compagnia.

Un cinema senza dubbio diverso, che aveva avuto il coraggio e la forza di aprire i battenti mentre molti altri cinema chiudevano e che ora, dal 23 febbraio 2020, è stato costretto a chiudere temporaneamente per contrastare la pandemia del CoVid-19, insieme a teatri, musei e ovviamente a tantissime altre sale cinematografiche. E se, con la fase 2 dell'emergenza Coronavirus molte attività hanno potuto riaprire, il mondo della cultura rimane in attesa delle indicazioni da parte del Governo, per capire quando potranno tornare spettacoli, concerti e film. 

Il Cinemino ha energia da vendere e attende di scoprire quando e come potrà riavere, con tutte le attenzioni del caso, il suo pubblico. «Stiamo aspettando nuove regolamentazioni riguardo la possibilità per noi di lavorare anche in spazi aperti, ma ad oggi non c'è nessuna certezza di ripartire presto», racconta Agata: «per noi è molto difficile stare così lontani dal pubblico, crediamo da sempre nel coinvolgimento della comunità, nel confronto con gli spettatori dopo il film, ma ci atterremo alle nuove regole. Senza dubbio, la situazione può e deve migliorare».

Un duro colpo per il Cinemino anche e soprattutto dal punto di vista economico, per chi gestisce lo spazio e per chi ci lavora. «Abbiamo chiesto la cassa integrazione in deroga per i ragazzi che lavorano nel Cinemino, ma ancora non è arrivata, così come per tanti altri lavoratori. Il senso di sospensione, per il mondo della cultura, è dato dal fatto di non avere linee guida dall'alto al momento e non vedere soluzioni all'orizzonte: il ritorno del drive-in come soluzione per far ripartire i cinema può senza dubbio funzionare, ma dubito che sia una soluzione definitiva: non tutti i cinema possono permettersi di organizzare proiezioni all'aperto. Per esempio, i film del Cinemino difficilmente possono essere adatti ad essere proiettati in un drive-in».

Ma lo slogan della sala milanese di via Seneca è Il cinema visto da vicino: e allora rimane accanto al suo pubblico come può, attraverso streaming e sale virtuali sulla pagina Facebook del Cinemino. «In collaborazione con Artex Film abbiamo appena iniziato una nuova avventura proponendo ogni settimana film e cortometraggi da acquistare in streaming e da vedere con chi si vuole. Si parte con Buio, il film di Emanuela Rossi. Il costo del biglietto è di 4,90 euro e ha una validità di 7 giorni. Non escludiamo altre collaborazioni con altre realtà in futuro per quanto riguarda lo streaming. Tutto questo per rimanere vicini ai nostri spettatori.. Inutile nasconderlo, il pubblico ci manca tanto in questo periodo, per noi il rapporto con loro è tutto».

Di Fabio Liguori

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