Concerti a porte chiuse in live streaming, così il Blue Note riapre alla musica. Intervista a Nick The Nightfly

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Milano, 07/05/2020.

Dopo due mesi e mezzo torna la musica dal vivo sul palco del Blue Note di Milano. Niente pubblico, per il momento, ma la musica sì, e pure i musicisti. Il locale di via Borsieri, dal 2003 tra i luoghi di culto per gli amanti del jazz, dà infatti il via a una serie di concerti a porte chiuse trasmessi in live streaming: si parte venerdì 8 maggio 2020 alle ore 19.00 con il trombettista Paolo Fresu e il suo Devil Quartet (ovvero Bebo Ferra alla chitarra, Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria).

Il progetto si intitola The Heart of Jazz e offre l'occasione di ascoltare dopo tanto tempo un po' di sana musica dal vivo, anche in tempi di Coronavirus e nel pieno rispetto delle precauzioni sanitarie. «È un modo per riaprire il Blue Note e al tempo stesso per cercare di capire come in futuro si potrà interagire con uno spettacolo dal vivo», spiega Nick The Nightfly, voce storica di Radio Montecarlo e direttore artistico del locale fin dalla sua apertura. Il concerto del Paolo Fresu Devil Quartet di venerdì 8 maggio è visibile in diretta streaming gratuita sulla piattaforma Huawei Video e in versione breve sulla pagina Facebook del Blue Note (dove però nei giorni successivi sarà disponibile il live integrale) e ha anche un obiettivo solidale dal momento che, per chi vuole, è possibile fare una donazione alla Croce Rossa Italiana: «invece di pagare il biglietto per il concerto si può dare un contributo importante a chi è in prima linea in queste settimane di emergenza Covid-19», commenta Nick The Nightfly.

Il dj e musicista britannico racconta che il progetto è quello di creare una serie di eventi live in un Blue Note digitalizzato: «dopo quasi 20 anni a stretto contatto con il pubblico, una nuova sfida dettata dai tempi». E in un momento in cui l'intero settore dello spettacolo si trova in un limbo di incertezza, la domanda viene spontanea: uno sviluppo di questa idea potrebbe essere quello dei concerti in streaming a pagamento? «Perché no», risponde sicuro Nick: «d'altronde la logica sarebbe la stessa che spinge a pagare per una televisione on demand. Ovviamente un concerto in streaming non sostituirà mai l'emozione di assistere a un vero concerto, ma intanto dà la possibilità a chiunque di poter ascoltare musica di qualità. E la musica unisce, lo abbiamo visto con il recente concerto organizzato da Lady Gaga One World: Together at Home, oppure con il successo delle tantissime dirette Instagram di questo periodo».

«I concerti dal vivo torneranno», prosegue fiducioso il direttore artistico del Blue Note, «e tornerà l'emozione di avere tanta gente intorno, ma adesso dobbiamo vivere il presente. Io stesso non vedo l'ora di esibirmi di nuovo sul palco con la mia Monte Carlo Nights Orchestra, ma è difficile prevedere come saranno i prossimi mesi: è una situazione che non abbiamo mai vissuto e per questo è il momento di inventare». Ma prima o poi arriverà il momento di riaprire, e al Blue Note si sta già pensando a come organizzare gli spazi per permettere al pubblico di godersi un concerto in sicurezza e serenità: «il locale è ampio e si possono distanziare facilmente tavoli e persone», spiega Nick The Nightfly, «e anche il palco è grande per cui neppure per gli artisti ci sarebbero problemi. Sicuramente ci sarà una riduzione di spettatori: la capienza del Blue Note, che attualmente è di 300 persone, potrebbe ad esempio essere dimezzata». Una complicazione non da poco per molti gestori di locali e organizzatori di eventi, ma la soluzione potrebbe essere dietro l'angolo: «il mio consiglio per chi può è di inventarsi più set in una serata, come al Blue Note facciamo da anni, con due o più repliche di un concerto e ingressi scaglionati». Diversa, ovviamente, e al momento senza apparenti soluzioni, la situazione per quanto riguarda i grandi eventi, come i concerti negli stadi o nei palazzetti.

Nick The Nightfly ha trascorso la quarantena a Milano, città che dagli anni Ottanta è diventata casa sua. Come ha vissuto la quarantena? «A parte tutti i drammatici problemi strettamente relativi alla pandemia, la città deserta era spettrale ma molto bella», racconta: «io ho un cane per cui sono uscito di casa ogni giorno e le strade desolate mi davano l'impressione di trovarmi in un film di David Lynch. A colpirmi soprattutto è stata l'aria pulita: in alcuni momenti, più che in una metropoli, sembrava di essere in provincia». Il tema green tocca profondamente Nick: «amo Milano, e la sua energia la rende una città straordinaria. Ma questo periodo farà riflettere: abbiamo imparato che non è necessario correre sempre perché la vita vada avanti, che ci sono altre cose importanti, che occorre fare più attenzione a come viviamo il nostro tempo. Abbiamo inventato lo slow food? Forse questa è l'occasione di inventare la slow life».

Di Luca Giarola

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