Autostrade, treni e aeroporti: come funzionano i controlli anti Coronavirus nella Lombardia chiusa

Flickr.com / European Roads

Milano, 09/03/2020.

L'ultimo decreto anti Coronavirus ha istituito una grande zona arancione comprendente tutta la Lombardia e 14 province dell'Italia centrosettentrionale in cui è previsto il divieto di entrata e di uscita fino a venerdì 3 aprile 2020. Ma come possono essere applicate queste regole? Come avvengono i controlli? E quali sono le sanzioni per chi non rispetta il divieto? Sulla chiusura della Lombardia e delle altre province che fanno parte della zona arancione (Asti, Alessandria, Novara, Vercelli e Verbano Cusio Ossola in Piemonte; Piacenza, Parma, Modena, Reggio Emilia e Rimini in Emilia Romagna; Venezia, Padova e Treviso in Veneto; Pesaro e Urbino nelle Marche) c'è ancora un po' di confusione: cerchiamo di chiarire qualche punto.

Innanzitutto c'è da dire che il divieto assoluto di muoversi da casa propria riguarda esclusivamente i soggetti sottoposti alla misura della quarantena, ovvero le persone risultate positive al test per il Coronavirus; per chi ha la febbre maggiore di 37,5 gradi e tosse il consiglio è di rimanere in casa e limitare al massimo i contatti sociali. E questo vale per l'intero territorio nazionale.

Ma è possibile, ad esempio, viaggiare in autostrada da Milano alla Liguria? Oppure prendere un treno o imbarcarsi su un aereo per il Sud Italia o per l'estero? Sulla rete stradale e autostradale non esistono veri e propri sbarramenti che impediscono il movimento delle persone, e le stazioni ferroviarie sono regolarmente aperte, così come gli aeroporti: tutto sta al buon senso dei cittadini che, in questo periodo di grave emergenza, sono invitati a rispettare le regole in vigore per constrastare la diffusione del Coronavirus.

Come avvengono i controlli? Posti di blocco e autocertificazioni

Chi si mette in viaggio in auto da una località a un'altra della zona arancione, oppure chi si sposta dalla zona arancione alla zona gialla (ovvero il resto d'Italia), fino a domenica 3 aprile - questa la momentanea scadenza del divieto - può facilmente imbattersi in controlli e posti di blocco ai caselli delle autostrade e lungo le strade statali e provinciali. Ovviamente sono previsti controlli serrate anche negli aeroporti e nelle stazioni ferroviarie.

Il decreto prevede che siano ammessi gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza: dunque è necessario per chiunque si metta in viaggio dimostrare che ci si sta muovendo per esigenze di lavoro oppure per gravi motivi di salute o familiari. Come dimostrarlo? Il Ministero dell'Interno ha messo a disposizione un modulo di autocertificazione da stampare e compilare prima di mettersi in viaggio da o per la Lombardia (o le altre 14 province che fanno parte della zona arancione) ed esibirlo in caso di controllo. In alternativa, i moduli di autocertificazione possono essere forniti direttamente al posto di blocco dalle forze dell'ordine.

Non sono previste restrizioni per chi si sposta dalla Lombardia alla Svizzera per motivi di lavoro, ma anche in questo caso bisogna dimostrare che ci si sta muovendo per motivi lavorativi indicando il nome dell'azienda di cui si è dipendenti. Per quanto riguarda i voli aerei (Schengen ed extra Schengen) in partenza, le autocertificazioni sono richieste solo per i cittadini residenti o domiciliati nei territori soggetti a limitazioni; nei voli in arrivo i passeggeri sono obbligati a motivare lo scopo del viaggio.

In ogni caso, la veridicità dell'autocertificazione esibita alle forze dell'ordine potrà poi essere verificata con successive verifiche da parte delle Prefetture delle aree geografiche di riferimento. E le sanzioni potrebbero arrivare anche successivamente al controllo.

Le sanzioni, dalla multa all'arresto: meglio non rischiare

Per chi viola le limitazioni agli spostamenti all'interno della zona arancione oppure dalla zona arancione a quella gialla sono previste gravi sanzioni. Chi viene fermato e non risulta autorizzato a circolare, scatta la denuncia per inosservanza del provvedimento dell’autorità, reato previsto dall'articolo 650 del Codice Penale, che viene punito con una multa fino a 206 euro e l'arresto fino a 3 mesi. Le ammende si inaspriscono ulteriormente se si viene accusati di delitti colposi contro la salute pubblica che, secondo l'articolo 452 del Codice Penale, persegue tutte le condotte idonee a produrre un pericolo per la salute pubblica: questa sanzione, in questo caso, riguarda principalmente chi dovesse mettersi in viaggio pur trovandosi in quarantena.

Di Luca Giarola

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