Come è nato il risotto allo zafferano? Storia di un mito milanese

Contenuto in collaborazione con Neiade

Milano, 18/03/2019.

Enogastronomia e cultura mai sono andate così a braccetto come in questo periodo storico. E questo ancor di più in un paese come il nostro così ricco di beni culturali e che fa della propria cultura culinaria un vero e proprio vanto. A Milano la tradizione del risotto affonda le proprie radici nella storia della città e il risotto, che lo si chiami alla Milanese, giallo o con lo zafferano è per il milanese il Risotto con la R maiuscola, tanto da divenire già due secoli fa un piatto nazionale, uno dei più rappresentativi della cucina del Nord Italia, e che ha poi ottenuto anche l’importante riconoscimento di denominazione comunale d’origine (De.Co L. 142 8.6.1990) in materia di valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali.

Ora, che a Milano il risotto per antonomasia sia quello con lo zafferano appare un po’ strano: che ci faceva una spezia indiana in città secoli fa e, soprattutto, perché è diventata parte integrante della nostra cucina? Questa e molte altre curiosità fanno parte di un affascinante percorso culturale per le vie del centro, appena varato da NeiadeMilano.Tours e in programma nei weekend del 2019, per tutti gli amanti della città, in un concentrato di storia milanese tra le vie del centro, comodamente seduti in uno dei pochi tram storici originali degli anni Venti, piacevolmente accolti da un fumante risotto giallo: un’esperienza milanesissima, piacevole, unica in città e fortemente voluta da NeiadeMilano.Tours per scoprire una Milano diversa, serale, piacevole e affascinante non solo per gli occhi ma anche per il gusto.

La storia del risotto giallo affonda in effetti le proprie radici nella leggenda, in quel variegato mondo di casupole e baracche all’ombra del Duomo di Milano in cui una moltitudine di genti di tutta Europa, tra operai, artigiani e scalpellini, viveva per lavorare alla costruzione della Cattedrale. Tra di loro si racconta di un certo Valerio da Fiandra, un maestro vetraio belga chiamato a ultimare le vetrate del Duomo che avrebbero dovuto narrare la storia di Sant'Elena. In particolare, pare che uno dei giovani garzoni di bottega di Valerio fosse particolarmente abile nella preparazione dei colori, caratterizzati da effetti molto brillanti e che questo fosse fosse dovuto al fatto che nell’impasto questo giovane usasse - stranamente - proprio lo zafferano. Ben presto tutti nel cantiere cominciarono a chiamarlo scherzosamente Zaffran (zafferano in dialetto), tant’è che più avanti, precisamente l’8 settembre 1574, … continua a leggere e scopri di più sulla nascita di un vero mito milanese, il risotto allo zafferano!

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