Leonardo da Vinci e il vino: una storia d’amore lunga 500 anni

Contenuto in collaborazione con Neiade

Milano, 01/03/2019.

A pochi passi dalla Basilica di Santa Maria delle Grazie, immersa nel verde e in una pace che mai ci si aspetterebbe di trovare in pieno centro a Milano, sorge Casa degli Atellani, testimonianza del sogno rinascimentale degli Sforza che offre, insieme a un buon bicchiere di vino, la possibilità di scoprire un lato inedito di Leonardo da Vinci.

Leonardo era un tipo curioso, e la sua curiosità lo spingeva in ogni direzione. Dalla natura all’anatomia, dal disegno alla pittura… il buon vino e la buona cucina non potevano ovviamente mancare nella sua infinita lista di interessi. Quella con il vino in effetti è una storia d’amore nata sin da bambino, quando Leonardo viveva ancora in quel di Vinci. Il padre ser Piero, infatti, oltre all’attività notarile a Firenze, possedeva sui colli toscani di Vinci e Bacchereto, vicino a Carmignano per intenderci, rigogliose vigne che gli fruttavano ogni anno barili di vino così come testimoniato anche dai dati catastali del tempo.

Non c’è da stupirsi se più tardi Leonardo scriveva et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni, il famoso aforisma che esprime tutta la sua ammirazione per il vino e che potrebbe benissimo essere utilizzato come slogan pubblicitario di qualche cantina italiana. Ma non solo ne scriveva, da bravo scienziato assetato di conoscenza, Leonardo da Vinci studiava il vino, cercando di perfezionare e approfondire le tecniche di produzione e conservazione. Nei disegni dei suoi codici insegnava ai posteri come interrare l’uva perché sopravvivesse in inverno, specificava come appenderla per farla meglio appassire, oppure come sistemare il broncone, la traversa che sostiene le vigne.

E non se ne intendeva solo di coltivazione, ma aveva anche un ottimo gusto. In una sua lettera del 1515 pare si lamentasse con il fattore delle vigne familiari che a suo dire contenevano vino scadente e suggeriva il metodo per una migliore conservazione. Ecco il nostro Genio tramutarsi anche in enologo. Ma la cosa che forse ci stupisce di più si nasconde ben lontano dalle sue amate e verdi terre toscane, bensì tra muri di pietra e cemento in centro a Milano. Certo, quando Leonardo da Vinci vi arrivò nel 1482, Milano non era la metropoli dei giorni nostri e dove oggi sorge Santa Maria delle Grazie, il cui refettorio custodisce il grandioso Cenacolo Vinciano, era per lo più campagna… continua a leggere e scopri di più su Leonardo, la sua vigna e il vino a Casa Atellani.

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