Broken Nature, la Triennale di Milano 2019 mette in mostra il futuro green: info, orari e biglietti

Elena Buzzo
Triennale di Milano Cerca sulla mappa

Milano, 28/02/2019.

La XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano, aperta dal primo marzo al primo settembre 2019, è tutta rivolta verso il futuro green, l’ambientalismo e l’ecosostenibilità dell’abitare e in generale del vivere umano.

«La XXII Triennale di Milano pone un interrogativo quanto mai urgente: come possiamo restituire alla sfera naturale quanto in questi secoli, e in particolare negli ultimi decenni, le è stato sottratto?», afferma il presidente della Triennale Stefano Boeri: «con questa edizione dell’Esposizione Internazionale, la Triennale ribadisce la propria volontà di riprendere la tradizione di questa manifestazione connettendola ad alcuni dei grandi temi della nostra contemporaneità, aprendo la riflessione non solo al la comunità internazionale del design e dell’architettura, ma anche a tutti i cittadini che nei prossimi mesi verranno a vistarla».

L’edizione di 2019 si compone di una mostra tematica, Broken Nature: Design Takes on Human Survival che dà il nome all’esposizione; un’installazione, intitolata The Great Animal Orchestra e creata dal musicista ed esperto di bioacustica Bernie Krause e dal collettivo inglese United Visual Artists; la mostra speciale La Nazione delle Piante; e ventidue partecipazioni internazionali suddivise in altrettanti padiglioni.

Broken Nature è un’indagine sui legami che uniscono gli uomini all’ambiente naturale celebrando il potere rivoluzionario dell'immaginazione e dell’inventiva. La mostra vuole offrire spunti di riflessione sulle relazioni che nel corso degli anni sono state compromesse - se non completamente distrutte - dall’uomo nel suo rapporto con la natura. Curata da Paola Antonelli, la mostra è composta da quattro lavori appositamente commissionati a designer internazionali (Formafantasma, Neri Oxman, Sigil Collective e Accurat) e da un centinaio di progetti di architettura e design che si concentrano sul concetto di «design ricostituente», come lo definisce la curatrice stessa, ovvero oggetti e strategie che reinterpretano il rapporto tra gli esseri umani e il contesto in cui vivono, verso un futuro più sostenibile.

Dallo studio Água Carioca che, prendendo Rio de Janeiro come caso studio, esplora approcci urbani autosufficienti per la gestione dell’acqua, a Million Dollar Blocks, una serie di mappe che incoraggiano un approccio innovativo e originale alla conoscenza del sistema carcerario a favore di strategie d'intervento alternative. Dal design del futuro, come gli occhiali pensati dal team EyeWriter per un artista di Los Angeles colpito dalla Sla che gli permettono di comunicare con gli occhi o il robot da culla, fino all’abbigliamento di Sun+ che protegge dai raggi uv senza dover utilizzare la crema solare che inquina gli oceani. E molto altro.

«La grande ambizione di questa mostra è raggiungere il grande pubblico», commenta la curatrice Paola Antonelli, senior curator del Dipartimento di Architettura e Design del Moma di New York e fondatrice e Direttrice del Dipartimento di Ricerca e Sviluppo dello stesso museo: «Buckminster Fuller diceva che ogni individuo è un piccolo timone che se diretto in modo giusto può spostare una petroliera e noi vogliamo esattamente questa reazione a catena di consapevolezza. Gli obiettivi principali della mostra sono tre: il primo è quello di dare ai cittadini il senso del lungo termine, oltre le tre o quattro generazioni che riusciamo a immaginarci; il secondo è quello di dare l’idea della complessità dei sistemi in cui viviamo che hanno una complessità più grande di noi, ma che possiamo cercare di capire per organizzarci; infine, il terzo obiettivo è quello di dare un’idea di ciò che possiamo fare nella vita di ogni giorno per avere un atteggiamento più ricostituente esprimibile in tanti modi diversi, come comprare un cappotto che teniamo per tutta la vita, riciclare, riutilizzare senza sprecare. In un certo senso è già tutto alla nostra portata».

Uno spazio importante è dedicato alle piante nell’esposizione intitolata La Nazione delle Piante curata da Stefano Mancuso, tra le massime autorità mondiali nel campo della neurobiologia vegetale. «La Nazione delle Piante ha il più grande padiglione perché è la nazione più grande di tutte. Obiettivo è spiegare e far vedere che cosa sono le piante e qual è il nostro ruolo di uomini e animali nei confronti qui questi organismi viventi. Noi tutti animali rappresentiamo lo 0,03% della materia vivente della terra, mentre le piante sono l’85%». Come spiega Mancuso, «non si tratta solo di numeri, ma del principale motivo per cui la terra è così come la conosciamo: se non ci fossero le piante la terra sarebbe, come Marte o Mercurio, un pezzo di roccia sterile». Gli stessi colori che caratterizzano il globo terrestre - bianco, blu e verde - derivano dal fatto che esistono le piante, sia il bianco delle nuvole sia il blu delle acque. Abbiamo infatti scelto questi tre colori per la bandiera della Nazione delle Piante. Le piante sono necessarie alla vita, inoltre sono il mezzo più immediato che abbiamo per l’assorbimento della Co2 nelle città».

Il padiglione dedicato alla Nazione delle Piante, infatti, mostra questi organismi intelligenti che sanno risolvere problemi, sanno comunicare. Il fil rouge dell’esposizione è l’insegnamento che le piante ci possono dare: «sono un nuovo esempio per noi, dobbiamo imitarle per risolvere i nostri problemi», conclude Mancuso. Non a caso, una frase all’inizio della mostra recita: Dopo aver visto questa mostra, guarderai le piante con occhi diversi.

Sono 22 i paesi che hanno portato i loro progetti alla XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano, allestiti in altrettanti padiglioni in collaborazione con il Bureau International des Expositions e la Farnesina: Algeria, Australia, Austria, Cina, Cuba, Finlandia, Francia, Germania, Haiti, Italia, Libano, Lituania, Myanmar, Paesi Bassi, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Russia, Slovenia, Sri Lanka, Stati Uniti, Tunisia. Le partecipazioni internazionali occupano un salone diviso in padiglioni al pian terreno e uno al primo piano. Un padiglione speciale è quello della città di Milano, che inaugura la nuova sede dell’Urban Center all’ingresso del Palazzo dell’Arte con la mostra Milano 2030. Inoltre, per la prima volta è stata aperta la scala elicoidale della Triennale, mai allestita prima, dove si trova il padiglione della Germania.

biglietti per la XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano Broken Nature hanno i seguenti prezzi: intero 19,80 euro; ridotto 15,40 euro per studenti, under 26, over 65 e disabili). Questi sono gli orari di apertura: dalle 10.30 alle 20.30 dei giorni venerdì, sabato, domenica, martedì e mercoledì (lunedì e giovedì chiuso). Per info 02 724341.

Di Elena Buzzo

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