Ica Milano, apre i battenti il primo Istituto Contemporaneo per le Arti

Dario Lasagni
Ica Milano Cerca sulla mappa

Milano, 24/01/2019.

In via Orobia 26 nasce Ica Milano - Istituto Contemporaneo per le Arti, uno spazio dedicato alle arti e alla cultura contemporanea, alla ricerca e alla sperimentazione. Si tratta del primo Istituto Contemporaneo per le Arti al di fuori del mondo anglosassone, dove nel 1946 era nato un collettivo di artisti, poeti e benefattori, da cui poi è scaturita una vasta costellazione di istituti di questa natura. Un luogo leggendario che ha ospitato le esposizioni dell’Independent Group, considerate dagli storici dell’arte alla base della nascita e dell’affermazione della Pop Art.

Ora anche Milano ha il suo Istituto che apre le porte al pubblico venerdì 25 gennaio 2019. Si tratta di un incubatore di idee e anche una fucina di attività diverse, nato dalla passione, dalla volontà di scoperta e condivisione di cinque persone - Bruno Bolfo, Giancarlo Bonollo, Enea Righi, Alberto Salvadori e Lorenzo Sassoli de Bianchi - con un grande sogno: la costituzione di un ecosistema ideale per le arti e la cultura contemporanee, in cui gli artisti possano trovare uno spazio libero d’azione in grado di mettere in scena le principali urgenze della ricerca attuale.

Come spiega il presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi, «qui non nasce solo l’esposizione, ma anche il progetto: ci proponiamo di offrire un luogo per pensare e riflettere, un luogo del pensiero e della riflessione. Ica Milano è un istituto per le arti contemporanee non solo figurative, ma anche filosofiche, avremo il cinema, la musica e tutte le altre arti».

Infatti, nel progetto convergono diverse forze e tipologie di protagonisti del mondo dell’arte: artisti, collezionisti, professionisti del settore, appassionati. L’attività dell’Istituto si sostanzia in un’offerta alla città e al pubblico, dove condivisione e partecipazione sono le parole chiave per comprenderne l’attitudine. Mostre, editoria d’arte, ceramica, cinema, performance, musica, letteratura, attività seminariali di divulgazione, formazione, educazione e molto altro saranno protagoniste del percorso improntato su interdisciplinarità e transmedialità.

Situato in un'ex struttura industriale della periferia sud di Milano, l'Istituto Contemporaneo per le Arti nasce in un’area molto dinamica e in veloce trasformazione. «Nessuno di noi è di Milano», afferma Alberto Salvadori, «potevamo farlo nascere in qualunque altro luogo. Ma Milano è la più vitale tra le grandi città metropolitane europee, la più proiettata al futuro. Abbiamo scelto zona Ripamonti perché è il luogo del divenire. Da quando siamo arrivati qui, qualche mese fa, ci sono stati tanti cambiamenti. Ci faceva piacere stare all'interno in una zona così dinamica».

La struttura mantiene il fascino post industriale, con mattoni a vista, soffitti senza intonaco, cavi scoperti e la scelta di mantenere l’aspetto essenziale del posto nasce dalla volontà di «privilegiare il contenuto rispetto al contenitore», come specifica presidente di Ica Milano: «vogliamo restituire qualcosa alla comunità attraverso uno stimolo alla riflessione. Sarà un luogo della fruizione. Avremo mostre e tanti eventi ma cercheremo di privilegiare la fruizione. Cultura significa anche aggregazione».

A inaugurare Ica Milano è la collettiva Apologia della Storia - The Historian’s Craft, curata da Alberto Salvadori e Luigi Fassi. Il tema scelto per la prima mostra è ispirato ad artisti come Jaques Le Goffe, Carlo Ginzburg e soprattutto Marc Bloch, storico francese che con il volume Apologie pour l’histoire ou Métier d’historien, scritto nel 1944 si inscrive tra i pensatori più importanti dell’epoca contemporanea. «Il loro grande merito è quello di aver dato vita nel 1926 a una nuova modalità di esprimere la storia con l’obiettivo di riportare avanti una costruzione collettiva. La storia è il tempo dell'uomo, la storia è poesia e se ci togliete la poesia non sapremo raccontare la storia, dicevano. Questo è il vaso di Pandora del Novecento, da lì nasce la dignità di raccontare la microstoria dei mugnai e dei bovari di Carlo Ginzburg. A Ica Milano parleremo delle storie e non della Storia», precisa Salvadori.

Infatti, le opere dei 12 artisti in mostra non hanno pretesa antiquaria o retrospettiva, ma vogliono creare una storiografia personale attraverso quello che hanno vissuto per provare a costruire un senso della propria esperienza. «Questo trova una perfetta corrispondenza con Marc Bloch. La storia è necessaria per vivere il presente, per un futuro più giusto che tragga esperienza dal passato» ribadisce Luigi Fassi, curatore dell’esposizione accanto a Salvadori. La mostra è visitabile gratuitamente dal 25 gennaio 2019 al 15 marzo 2019 ed è aperta al pubblico dal giovedì alla domenica in orario 12.00-20.00.

Di Elena Buzzo

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