Con Pinketts è morto l'animo bohémien di Milano. I funerali a Sant'Eustorgio

Flickr.com / Associazione Amici di Piero Chiara

Milano, 21/12/2018.

Era il principe della Milano bohémien, Andrea G. Pinketts. Tutti lo conoscevano in città, e per tutti lui aveva un sorriso. Un duro dall'animo nobile e dal cuore tenero che con le parole ci sapeva dannatamente fare. Lo ha dimostrato fino all'ultimo, basti pensare che appena un mese fa, il 18 novembre, organizzò un reading di alcune sue opere all'Ospedale Niguarda, in occasione del flash mob letterario diffuso Milano legge Milano all'interno del programma di BookCity Milano 2018.

Proprio all'hospice del Niguarda Pinketts (all'anagrafe Andrea Giovanni Pinchetti, ma leggenda vuole che la G stia per Genioè morto giovedì 20 dicembre 2018. Da tempo era malato di cancro e le sue condizioni si erano aggravate negli ultimi giorni; aveva 57 anni. 

Nato e cresciuto a Milano (prevalentemente in zona Lorenteggio, dove ancora abitava), Pinketts ha vissuto come pochi altri il ventre della città. Assiduo frequentatore della vita notturna milanese e instancabile animatore culturale, era molto amato in città. Lo storico locale Le Trottoir alla Darsena gli aveva perfino dedicato una stanza: la Sala Andrea G. Pinketts, uno stravagante ufficio dove lui stesso era solito rintanarsi; dove scriveva - di getto, tra un sigaro e una birra scura - i suoi romanzi e riceveva i suoi ammiratori.

Giocava con la vita e con le parole, Pinketts. E le strade, i locali, le mode di una Milano in continua trasformazione - dagli anni Ottanta a oggi - inevitabilmente finivano per insinuarsi nelle sue storie noir, trasformandosi in epico sfondo di rocambolesche avventure metropolitane. I funambolici giochi di parole, le acrobazie lessicali e le imprevedibili trame dei suoi romanzi sono diventati dei veri e propri marchi di fabbrica: particolarmente fortunata, la saga letteraria dedicata a Lazzaro Santandrea, alter ego dello stesso Pinketts e protagonista di una decina di romanzi tra cui Il conto dell'ultima cena - forse la sua miglior prova narrativa - da poco ripubblicato nella collana Oscar Mondadori.

Vincitore di diversi premi letterari fin dagli anni Ottanta e osannato in più occasioni da Fernanda Pivano, Pinketts è stato anche giornalista investigativo (da ricordare i servizi da infiltrato nella criminalità organizzata che portarono a diversi arresti di camorra a Cattolica e le indagini che contribuirono all'identificazione del mostro di Foligno) e volto televisivo (dopo le prime ospitate al Maurizio Costanzo Show negli anni Novanta, lo si ricorda come giurato nella prima edizione della Pupa e il Secchione nel 2006 e conduttore di Mistero tra il 2011 e il 2014).

Oltre i libri, Andrea G. Pinketts è stato un vero personaggio. Con lui se ne va un pezzo di quella Milano un po' ribelle e sregolata, assetata di whiskey e di cultura ancora distante dalla città scintillante che è oggi. Per chi volesse tributargli un ultimo saluto, il funerale è in programma sabato 22 dicembre alle ore 14.45 presso la Basilica di Sant'Eustorgio a Milano, la sua città.

Di Luca Giarola

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