Milano, 11/12/2018.
Dal 12 dicembre 2018 al 12 maggio
2019 il Civico Museo Archeologico di
Milano ospita la mostra Il viaggio della Chimera: gli
Etruschi a Milano tra archeologia e collezionismo,
che illustra il legame fra Milano e il mondo
etrusco, nato nella metà dell’Ottocento con la
costituzione del nucleo più antico delle Raccolte Archeologiche
Milanesi e rinsaldato nel dopoguerra, quando la città ospitò la
grande Mostra dell’Arte e della Civiltà Etrusca, curata da
Massimo Pallottino e svoltasi a Palazzo Reale nel 1955.
La mostra si sviluppa in cinque sezioni, con
l’esposizione di più di duecento
reperti provenienti dai maggiori musei archeologici
italiani e dalle collezioni milanesi. Il titolo è ispirato al vaso
con raffigurazione della Chimera, che introduce al tema del mondo
animale, con le sue creature reali e fantastiche tipiche
dell'immaginario ultraterreno etrusco. Conclude il percorso
espositivo una piccola selezione di reperti, che rappresenta
un’anteprima del nuovo
Museo Etrusco di Milano della Fondazione Luigi Rovati,
di prossima apertura presso lo storico Palazzo
Rizzoli-Bocconi-Carraro.
Di seguito il dettaglio del percorso espositivo
attraverso le cinque sezioni.
- Le origini del collezionismo etrusco a Milano: un
contributo all'etruscologia e alle Civiche
Raccolte. I reperti riuniti in questa prima sezione
sono legati dal tema della raffigurazione umana nell’arte etrusca e
introducono il visitatore all’immagine e all’identità dei defunti.
Il percorso prende inizio dal Cratere Trivulzio, in prestito dai
Musei Vaticani, acquistato sul mercato antiquario di Milano nel
1933 a seguito di una sottoscrizione cittadina per essere donato a
papa Pio XI che lo destinò al Museo Gregoriano Etrusco. Accanto
alle raccolte private confluite nelle collezioni del Civico Museo
Archeologico, è esposta parte della collezione di Pelagio Palagi
(1775-1860), a lungo attivo a Milano prima di trasferirsi a Bologna
dove la raccolta è ora conservata. È inoltre esposta una selezione
di oggetti etruschi appartenuti al mercante d’arte Giulio Sambon
(1836-1921) confluiti per sottoscrizione cittadina nel 1911 al
Museo Teatrale della Scala e dal 2004 alla Soprintendenza.
- Milano e il dopoguerra: la Grande Mostra del
1955. La riscoperta degli Etruschi nel dopoguerra
passa da Milano: nel 1955 Massimo Pallottino apre a Palazzo Reale
la Mostra dell’Arte e della Civiltà Etrusca, punto di
partenza di un rinnovato interesse per lo studio di questa cultura
che confluirà in una serie di campagne di scavo scientifiche. La
centralità della mostra del 1955 è qui sottolineata dalla presenza
di preziosi reperti che furono esposti a Palazzo Reale come La
Pietrera, il busto femminile del VII secolo a.C. proveniente
dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze e considerato la più
antica statua etrusca. La sezione è arricchita da documenti
dell’epoca come la rassegna stampa originale proveniente dal Museo
Antichità Etrusche e Italiche dell’Università Sapienza di
Roma.
- Le università di Milano e le ricerche
archeologiche: le prospezioni Lerici, gli scavi a Tarquinia, Capua
e Populonia. La sezione è collegata alla precedente
attraverso il tema del mondo animale, con le sue creature reali e
fantastiche che popolavano l’immaginario del defunto nel suo
viaggio ultraterreno. Il vaso con raffigurazione della Chimera -
che dà il titolo alla mostra - proviene dalle raccolte civiche
milanesi ed è affiancato ai materiali pertinenti ai corredi delle
tombe scavate dalla Fondazione Lerici, ora in deposito presso lo
stesso museo. Sono rappresentate in questa sezione alcune
importanti campagne di scavo condotte dalle università milanesi a
Cerveteri, Capua, Populonia e Tarquinia.
- Una Chimera: Etruschi a Milano e in
Lombardia. Questa sezione vede protagonisti gli scavi
che hanno evidenziato la presenza etrusca in Lombardia. In mostra
un piccolo nucleo di materiali proveniente dalle ricerche svolte
dall’Università degli Studi di Milano a Forcello di Bagnolo San
Vito (Mantova), il principale abitato etrusco-padano a nord del Po,
risalente al VI-V secolo a.C.. I contatti tra Etruschi e comunità
indigene non furono solo commerciali ma anche culturali, come
testimonia l’adozione dell’alfabeto etrusco da parte dei gruppi
locali, pur modificato nelle varianti regionali. Diverse sono le
testimonianze epigrafiche presenti in mostra, tra cui l’indicazione
del toponimo Mesiolano in alfabeto celtico cisalpino.
- Il collezionismo contemporaneo: il futuro Museo
Etrusco di Milano. Il percorso espositivo presenta in
anteprima una piccola selezione di reperti della Fondazione Luigi
Rovati, che confluiranno nel Museo Etrusco presso lo storico
Palazzo Rizzoli-Bocconi-Carraro, di prossima apertura. Saranno qui
presentate testimonianze di scrittura etrusca come la paletta di
bronzo con una dedica a Selvans, divinità dei boschi, dei terreni e
anche dei confini, ma anche splendide oreficerie e oggetti di alto
artigianato.
Concepita e realizzata dal Civico Museo Archeologico di Milano e
dalla Fondazione Luigi Rovati, in collaborazione con
la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città
Metropolitana di Milano, la mostra è visitabile in orario
9.00-17.30 dal martedì alla domenica (chiusura martedì 25
dicembre e martedì primo gennaio), con ingresso incluso
nel biglietto del museo, ovvero: intero 5 euro;
ridotto 3 euro; ingresso gratuito per i minori di 18 anni (e per
tutti il primo e il terzo martedì del mese). Per info 02
88465720.