Una tempesta dal paradiso alla Gam, arte contemporanea da Medio Oriente e Nord Africa

Lida Abdul
Gam Galleria d'Arte Moderna Cerca sulla mappa

Milano, 09/04/2018.

 Dall'11 aprile al 17 giugno 2018 la Galleria d’Arte Moderna di Milano (GAM), il Museo Solomon R. Guggenheim di New York e Ubs presentano Una Tempesta dal Paradiso: Arte Contemporanea del Medio Oriente e Nord Africa (But a Storm Is Blowing from Paradise: Contemporary Art of the Middle East and North Africa).

La mostra - allestita negli spazi al piano terra della Villa Reale, sede della GAM, Galleria d’Arte Moderna di Milano - costituisce l'ultimo appuntamento della Guggenheim UBS MAP Global Art Initiative (MAP), una collaborazione storica tra Guggenheim e Ubs che ha dato vita all'iniziativa più articolata e ampia che il museo abbia mai intrapreso nel campo della ricerca internazionale, della costituzione della collezione e della rappresentazione della stessa. Il programma di MAP che, avviato nel 2012, ha posto al centro proprio gli artisti, evidenzia l'impegno reciproco del Guggenheim e di Ubs nel sostenere l'arte contemporanea e la formazione. Interesse che si è concretizzato in otto mostre internazionali, oltre 125 acquisizioni, borse di studio in curatela in tre regioni e un’ampia gamma di programmi destinati al pubblico. Si apre così, con una mostra d’arte contemporanea di respiro internazionale e di grande attualità per i temi trattati, il programma della Milano Art Week 2018.   

Organizzata da Sara Raza, curatrice della Guggenheim Ubs MAP per il Medio Oriente e il Nord Africa, in collaborazione con Paola Zatti, conservatrice responsabile della Galleria d'Arte Moderna, e Omar Cucciniello, conservatore della Galleria d'Arte Moderna, la mostra è imperniata su un gruppo variegato di voci artistiche e su problematiche critiche legate a una regione in rapida evoluzione, al centro di una diaspora di respiro internazionale. I lavori presentati dai tredici artisti esplorano i temi interconnessi della migrazione, della dislocazione, dell'architettura, della geometria e della storia grazie a un'ampia gamma di mezzi espressivi tra i quali lavori su carta, installazioni, fotografia, scultura e video. Una Tempesta dal Paradiso è stata presentata in anteprima al Guggenheim Museum nell'aprile del 2016.

Una Tempesta dal Paradiso espone sedici lavori di tredici artisti. Il titolo della mostra è ispirato all'opera di Rokni Haerizadeh che, a sua volta, cita un saggio del filosofo tedesco Walter Benjamin. Ma una Tempesta Spira dal Paradiso (But a Storm Is Blowing from Paradise, 2010) di Rokni Haerizadeh consiste in una serie di opere su carta basate su immagini acquisite da mezzi di informazione di massa. Sovrapponendo alle fotografie di gruppi di persone strati di gesso, inchiostro e acquerello, l'artista trasforma i suoi soggetti in creature ibride, a metà tra esseri umani e animali, offrendo una panoramica grottesca sulla decadenza della realtà contemporanea, come enfatizzata dai mass media.

Tra le altre opere che implicitamente mettono in discussione le consuete rappresentazioni del Medio Oriente e del Nord Africa, viene esposta anche Immagini Latenti, Diario di un Fotografo, 177 Giorni di Performance (Latent Images, Diary of a Photographer, 177 Days of Performances, 2015) di Joana Hadjithomas e Khalil Joreige, un'installazione di 354 libri esposti su 177 mensole di metallo, contenenti le descrizioni di ipotetiche foto scattate durante la guerra civile libanese da un fotografo immaginario, Abdallah Farah, a dimostrazione del sottile confine tra mito e realtà. Tra i lavori che affrontano la tematica urgente della migrazione dei popoli e delle idee troviamo Crea la Tua Storia con il Materiale Fornito (Create Your Own Story with the Given Material) di Gülsün Karamustafa, che consiste in una composizione di trenta magliette bianche, taglia ragazzo, che l'artista ha chiuso ricucendole con del filo nero: l’opera vuole essere una riflessione sul dramma dei bambini che emigrano in Turchia, per i quali il passaggio sicuro nel paese e la successiva libertà di movimento rimangono una questione aperta.

Storie immaginarie e storia vera si intersecano in un video di Lida Abdul intitolato In Transito (In Transit, 2008). In questo lavoro, un gruppo di bambini nelle vicinanze di Kabul gioca all'interno della carcassa di un aereo da guerra sovietico abbattuto, tentando senza successo ma con infinito ottimismo di ripararlo con del cotone e delle corde. Il gruppo di ragazzi diventa un'allegoria dell'impossibilità percepita di ricostruire l'Afghanistan, ma anche dell'idea di Abdul per cui 'qualunque cosa è possibile quando tutto è perduto. Uno sguardo ibrido sul passato e sul presente caratterizza Disarmo 1-10 (Disarm 1-10) di Ahmed Mater, dieci light box con fotografie che mettono in evidenza un paesaggio urbano soggetto a rapidi cambiamenti strutturali e sociali. Gli scatti sono stati realizzati dall'artista dalla cabina di pilotaggio di un elicottero militare saudita alla ricerca di pellegrini non autorizzati diretti alla Mecca. In Studi sul Patrimonio #10 (Heritage Studies #10, 2015) di Iman Issa, il modello in rame di una colonna con una didascalia che recita Colonna del Gran Colonnato della capitale di nuova fondazione Samarra reinterpreta un oggetto storico in un contesto più intimo.

L'architettura sembra essere un elemento chiave nell'elaborazione del modernismo nella regione e risulta prevalente in diverse opere, fra cui Senza Titolo-Ghardaïa, (Untitled-Ghardaïa, 2009) di Kader Attia. L'opera consiste in un modello in scala fatto di couscous della città di Ghardaïa, in Algeria, dichiarata patrimonio mondiale dell’Unesco, i cui edifici tradizionali hanno influenzato il modernista Le Corbusier; anche Costruzione (Building, 2009) di Susan Hefuna, attraverso i suoi nove disegni, allude sia a diagrammi cartografici sia a schizzi di elementi architettonici come la mashrabiyya, una tradizionale finestra a graticcio; Corrimano di Banca (Bank Bannister -Banque Bannister, 2010) di Hassan Khan, è una riproduzione scultorea del corrimano esterno della Banca Misr, la prima banca statale in Egitto. Studio per un Monumento (Study for a Monument, 2013-16) di Abbas Akhavan, una serie di calchi in bronzo di piante native del sistema fluviale del Tigri e dell’Eufrate esposte su lenzuola bianche stese sul pavimento, propone invece idee alternative riguardanti la cultura e la diffusione dei monumenti pubblici. Nella serie Paesaggi Tremanti (Trembling LandscapesPaysages Tremblants 2014-16), Ali Cherri presenta alcune mappe aeree stampate di Algeri, Damasco, Erbil, la Mecca e Teheran, che evidenziano linee di faglia responsabili di terremoti disastrosi e le accosta ad esempi di turbolenze politiche e di sviluppi architettonici. Ergin Çavuşoğlu nella sua installazione site specific Allevamento di Polvere (Dust Breeding, 2011) invita i visitatori a camminare su un disegno anamorfico posto a terra. L'opera è infatti basata sul modello di un cementificio che si trova in Turchia. I movimenti dei visitatori vengono ripresi e trasmessi su un monitor che si trova accanto, nel quale essi sembrano essere parte di una scultura tridimensionale.

Questo l'elenco degli artisti presenti in mostra (le opere di Lida Abdul, Ali Cherri e Gülsün Karamustafa vengono esposte per la prima volta all’interno del programma MAP):

  • Lida Abdul (n. 1973, a Kabul; vive e lavora a Los Angeles e a Kabul)
  • Abbas Akhavan (n. 1977, a Teheran; vive e lavora a Toronto)
  • Kader Attia (n. 1970, a Dugny, Francia; vive e lavora a Berlino)
  • Ergin Çavuşoğlu (n. 1968, a Targovishte, Bulgaria; vive e lavora a Londra)
  • Ali Cherri (n. 1976, a Beirut; vive e lavora a Beirut e a Parigi)
  • Joana Hadjithomas e Khalil Joreige (entrambi n. 1969, a Beirut; vivono e lavorano a Beirut e a Parigi)
  • Rokni Haerizadeh (n. 1978, a Teheran; vive e lavora a Dubai)
  • Susan Hefuna (n. 1962, a Berlino; vive e lavora a Düsseldorf)
  • Iman Issa (n. 1979, al Cairo; vive e lavora a New York)
  • Gülsün Karamustafa (n. 1946, a Ankara; vive e lavora a Istanbul)
  • Hassan Khan (n. 1975, a Londra; vive e lavora al Cairo)
  • Ahmed Mater (n. 1979, a Tabuk, Arabia Saudita; vive e lavora a Gedda, Arabia Saudita)

Secondo la curatrice Sara Raza, «Una Tempesta dal Paradiso mette in luce la formazione del presente riconoscendo allo stesso tempo l'influenza attiva esercitata dal passato. Molti degli artisti in mostra mettono in dubbio la capacità delle verità oggettive di cogliere in maniera adeguata le realtà sociali del nostro mondo. Nascondendole fra storie immaginarie e creazioni fantastiche, le loro opere veicolano idee che sfidano le opinioni apertamente politicizzate e stereotipate sulla regione e sulla sua storia, idee che potremmo definire contrabbando concettuale. La mostra considera inoltre l'architettura come strumento per evocare sia la storia coloniale sia le implicazioni della globalizzazione e della gentrificazione. Questa nuova installazione presso la Galleria d'Arte Moderna di Milano dialoga con lo specifico valore storico e culturale dell'architettura dell'edificio e pone interrogativi urgenti sull'immigrazione e gli spostamenti delle persone nel mondo, inclusa l'Italia e gran parte dell'Europa».

La mostra è visitabile dall'11 aprile al 17 giugno 2018 nei seguenti orari: 9.30-17.30, dal martedì alla domenica, lunedì chiuso (ultimo accesso 30 minuti prima dell'orario di chiusura). La visita alla mostra è compresa nel biglietto d’ingresso alla GAM (intero 5 euro, ridotto 3 euro, ingresso gratuito ogni giorno un'ora prima della chiusura e tutti i martedì dalle ore 14.00); compresa nel costo del biglietto alla GAM, una audioguida arricchita dai commenti di Sara Raza e di sei artisti che partecipano alla mostra).

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