Cartoline dalla fine del mondo, il nuovo noir milanese di Paolo Roversi - Milano

Cartoline dalla fine del mondo, il nuovo noir milanese di Paolo Roversi

Libri Milano Mercoledì 17 gennaio 2018

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Milano - Richiamato dalla fine del mondo (insomma, al dire il vero, dalla polvere di uno scavo archeologico a Cipro), Enrico Radeschi deve tornare a Milano per una nuova difficilissima indagine e - udite, udite - stavolta addirittura in veste di consulente informatico ufficiale della questura. È questo che accade in Cartoline dalla fine del mondo. La nuova indagine di Enrico Radeschi (Marsilio, 2018, 17.50 euro), il nuovo romanzo dello scrittore, giornalista, autore teatrale milanese Paolo Roversi.

Ora però a voi un indispensabile antefatto esplicativo: Milano 2009, Radeschi è braccato. Un criminale vuole vendicarsi e dopo avere ucciso Delia, la sua ragazza, ora i suoi sicari sono sulle sue tracce. L’unica sua chance di salvare la pelle è chiedere l’aiuto di un ex Kgb russo. Riceve istruzioni ferree: deve cadere in un buco nero, insomma dileguarsi, sparire dalla faccia delle terra. Per far questo deve: consegnare le chiavi di casa per far pulizia di ogni traccia, poi il cellulare, il computer e uscire definitivamente da ogni e qualunque social. Gli è concesso solo di scrivere un biglietto per affidare il suo labrador Buck all’amico Furster, una lettera di vaghe spiegazioni a sua madre e pagare cento euro per nascondere il vespone giallo. Poi via: pizzetto, taglio corto di capelli, buttati gli occhiali, lenti a contatto colorate, e una nuova identità per un’altra vita. Una fuga nel nulla, durata ben otto anni, spesso imbarcato su navi cargo fino alla fine mondo con, come unico impiego semifisso, lavoretti sporchi a Cipro per un certo Danese. Fino a quando nel 2017...

Durante un esclusivo party offerto all’interno del Palazzo dell’Arengario, sede del Museo del Novecento di Milano, dalla Tech Hack Corp, la potente società multinazionale high tech di Pietro Sartori, uno degli invitati cade davanti al celeberrimo quadro Il quarto stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Naturalmente l’omicidio - perché di omicidio si tratta - interromperà, come di consueto, la piacevole ed erotica serata del vice questore Loris Sebastiani, da sempre coprotagonista delle avventure di Radeschi. Anche perché le trasmissioni di tutte le telecamere di sorveglianza dell’Arengario sono state cancellate da un hacker ma le riprese della morte in diretta sono già state inserite su You Tube e Twitter, e l’assassinio è stato rivendicato da qualcuno che si firma Mamba Nero. E, ma guarda un po’, le immagini delle telecamere esterne appureranno che il morto, un manager dell’azienda, prima di entrare era stata graffiato con un chiodo impregnato di veleno di un Mamba, uno dei rettili più velenosi al mondo. La faccenda diventa subito molto seria, con questo misterioso hacker che continua ad aprire e chiudere account in tutto il mondo sfidando la polizia.

Sebastiani si rende conto che non gli resta che ripescare Enrico Radeschi, ovunque si trovi e convincerlo a tornare a Milano ad aiutarlo. Un rientro non facile che mette Radeschi, praticamente fuori dal mondo da tanti anni, oltre al fatto di dover dividere l’appartamento con una rumorosa cugina universitaria scopaiola fuori corso e al suo chihuahua, a dover anche affrontare tutte le nuove miracolose conquiste informatiche. Ma che sarà mai per lui? Gli bastano alcune ore di rodaggio con un computer d’occasione comprato in un favoloso negozietto di via Sarpi e il suo supertalento virtuale riaffiora miracolosamente. Non guasta la collaborazione di Fuster, il suo ricco ex allievo di giornalismo e badante di Buck il labrador (stagionato ma ancora vivo) che ha ereditato il suo blog Milano Nera, facendolo diventare una redditizia e fortunata realtà. Appena in tempo però, perché Mamba Nero è pronto a colpire ancora e il bersaglio scelto è di nuovo la Hich Tech Corp. Vogliono distruggerla?

Radeschi e Loris Sebastiani non hanno scelta. Devono affrontare una vera e propria partita mortale con l’hacker assassino che ha ricominciato a mietere vittime, ispirandosi a Leonardo da Vinci. Bisogna scoprire la sua identità a tutti i costi e bloccarlo.

Cartoline dalla fine del mondo è divertente, effervescente, spregiudicato (un pensierino all’Alligatore ci sta eccome), mette in scena efficaci personaggi di contorno che fanno da spalla a Radeschi e, tra loro, doveroso citare il funambolicamente azzeccato Danese. Anche stavolta Paolo Roversi, coinvolgendo il lettore in un tour che per Radeschi ha il sapore di una rimpatriata, rende omaggio a una Milano più moderna e cosmopolita - forse l’Expo non è stato poi così male - arricchendola di nuove entità culturali, fatte anche di edifici svettanti al cielo, senza dimenticare le opere d’arte nei musei. Tutto questo senza dimenticare i ristoranti, le birrerie e i locali dove si sta bene. Bitcoin a gogò e girandola di colpi di scena con botto finale a sorpresa (buona o cattiva?) per Enrico Radeschi.

Velato tra le righe il sapore di hardboiled alla Chandler e un rimando molto gustoso a Indiana Jones con un imperdibile duello a base di wodka. Protagonista, con forti tratti autobiografici del suo autore, Enrico Radeschi si diverte a prendere in giro gli interlocutori, a dire fregnacce e a muoversi, parlando come Paolo Roversi che gli presta magnanimamente persino Rimbaud, il suo chihuahua.

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