
© Lorenzo Barberis
Milano - Dopo una dura giornata di lavoro, o nella breve e grigia pausa pranzo, qualcuno può sentire non solo la necessità di un caffè una birra o un panino, ma anche un po’ di sane e dolci coccole. Se ne sono accorti Alba Gualtieri e Marco Centonza che, dopo un viaggio in Giappone, hanno scoperto il calore e la dolcezza di locali che spopolano nel paese del Sol Levante: si tratta dei cat cafè, locali pubblici in cui i clienti possono rilassarsi tra i fumi del caffè e le fusa dei gatti.
Tornati nel Bel Paese, dove le leggi sui gatti non sono così restrittive (in Giappone molto spesso non è consentito adottare animali nei condomini), Alba e Marco hanno avuto l’idea di importare il concept a Milano ed è così nato Crazy Cat Cafè (via Napo Torriani 5, metro Repubblica).
Il locale è concepito con uno stile nordico, ricco di tavoli lunghi e mensole di legno che generano un’atmosfera calda e accogliente, in un delicato contrasto con il colore azzurro pastellato delle pareti che richiama certe visioni alla Wes Anderson. Oltre all’atmosfera, però, ci sono sei abitanti fissi sempre pronti (o quasi) ad accogliere i clienti in cerca d’affetto: loro sono Mina, Patty, Blondie, Elvis, Bowie e Freddie. Per ora sono grandi poco più del vostro avambraccio ma lavorano a tempo pieno, con lunghe ed intense sessioni di pisolini, fusa, esercizi rinforza-unghie e fusa a profusione. Nonostante la loro aria palesemente snob, stanno piano piano imparando a concedersi al pubblico.
Ovviamente la peculiarità del locale richiede regole altrettanto particolari: mentre le foto sono concesse (il Crazy Cat Cafè registra già una delle maggiori densità di instagrammers italiane) è assolutamente vietato dar loro da mangiare, poiché non vanno matti per le brioche e, all’interno del locale, hanno già uno spazio relax in cui sfamarsi di croccantini.
Gli ospiti sono tutti ben accetti, purchè entrino in un massimo di 30 persone alla volta e non siano accompagnati da altri amici a quattro zampe: ebbene sì, anche qui troverete la famigerata frase Io non posso entrare.
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