I Sommersi e i Salvati, musica per non dimenticare con l'Mdi Ensemble

Mdi Ensemble © Davide Santi
Memoriale Della Shoah - Binario 21 Cerca sulla mappa
DA Mercoledì03Aprile2024
A Mercoledì22Maggio2024

Il complesso mosaico proposto nel corso dei quattro concerti sussume la poliedricità e la varietà di esperienze artistiche e umane che caratterizzano gli autori in programma: da Franz Schreker e Alexander von Zemlinsky, bannati come degenerati dal regime nazista e costretti alle dimissioni dai rispettivi incarichi per via delle persecuzioni antisemite, ad Alberto Franchetti che, nonostante i successi di opere come Cristoforo Colombo e Germania, vide le proprie composizioni messe all’indice a partire dal 1938. D’altra parte, diverse compositrici affollano l’arcipelago di musicisti ebrei travolti dalla furia antisemita. Tra loro, la pianista e compositrice Rosy Wertheim, che dopo soggiorni a Parigi, Vienna e New York, si trovava in Olanda allo scoppio della guerra e visse nascosta per sopravvivere alle deportazioni.

Non solo compositori osteggiati in patria, ma anche esuli perseguitati dall’una e dall’altra parte della Cortina di ferro: così fu per Mieczysław Weinberg, musicista ebreo di origine polacca, che per due volte fuggì ai nazisti, prima dalla Polonia nella Bielorussia sovietica, e poi di nuovo verso l'interno della Russia, mentre la sua famiglia fu sterminata nel campo di concentramento di Trawniki. In Unione Sovietica dovette però subire le purghe antisemite (delle quali cadde vittima il suocero) e, nel 1953, un arresto e una conseguente pena capitale, scongiurata solo a seguito della morte di Stalin quello stesso anno.

Avrebbe voluto trovare rifugio in Unione Sovietica anche Erwin Schulhoff che, sperando nella fuga dalla Cecoslovacchia occupata, nell’aprile 1941 ottenne la cittadinanza sovietica. Arrestato nel giugno dello stesso anno, fu deportato in quanto comunista, oltre che ebreo: pertanto non incontrò il medesimo destino dei connazionali Pavel Haas, Gideon Klein, Viktor Ullmann e Hans Krása, tradotti nella surreale Terezín - il campo donato da Hitler agli ebrei, come recitava uno slogan propagandistico del regime - ma fu internato a Wülzburg, in Baviera, dove perì nell’agosto 1942. Andò così estinguendosi un’intera generazione di compositori boemi che, secondo studiosi come Milan Kuna, avrebbero avuto una ben diversa incidenza nell’evoluzione del linguaggio musicale europeo, se la loro parabola non avesse per lo più avuto un tragico epilogo ad Auschwitz.

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