Milano gotica e misteriosa: la Madonna cornuta di Sant’Eustorgio (dove si trova e significato)

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Basilica di Sant'Eustorgio Cerca sulla mappa

Milano, 15/02/2024.

Milano, basilica di Sant’Eustorgio, dove ogni anno approda il tradizionale corteo storico dei Re Magi che suggella la festività dell’Epifania. La basilica è paleocristiana, eretta nel IV secolo d.C., e conserva in una teca alcune reliquie proprio dei Magi, donate, secondo tradizione, dall’imperatore Costante al vescovo di Milano Eustorgio. Ma non è questo l’aspetto su cui soffermarci.

La nostra attenzione vira piuttosto su un affresco che è parte della decorazione della Cappella Portinari: una struttura ricavata all’interno della Basilica molto tempo dopo (intorno alla metà del XV secolo), su commissione di Pigello Portinari, direttore della filiale milanese del Banco Mediceo, la più importante banca europea di quegli anni, che lì voleva collocare la propria sepoltura. Delle raffigurazioni si occupò il pittore padre del rinascimento lombardo, il bresciano Vincenzo Foppa, tra 1464 e 1468. È esattamente nella Cappella Portinari che ci imbattiamo in un’immagine ben poco rassicurante e decisamente inusuale: una Madonna col bambino, entrambi cornuti.

Si tratta del Miracolo del disvelamento della falsa Madonna, che, secondo l’interpretazione comune, raffigurerebbe San Pietro da Verona (con alle spalle proprio Pigello Portinari) mentre scaccia il diavolo, che aveva assunto le sembianze della Madonna, brandendo l’ostia consacrata: un episodio che non compare nelle prime biografie del santo ma solo a partire dalla metà del XIV secolo. Occorre ricordare che Pietro Rosini (il San Pietro in questione) ebbe fama di grande predicatore e fu una figura chiave nella lotta cattolica al movimento dei Catari. Ma l’interpretazione non è univoca.

Secondo un'altra tradizione, l’ardita rappresentazione del Foppa sarebbe invece un riferimento all’inquietante figura di Guglielma La Boema, un’eretica vissuta a Milano intorno alla metà del 1200. Costei avrebbe finto santità e divina devozione, ma in realtà secondo la leggenda sarebbe stata una sorta di sacerdotessa sacrilega a capo di un manipolo di donne e finti religiosi usi a scatenarsi in orge furibonde.

L’affresco parrebbe dunque un monito ultramoderno a guardarsi dal male sotto mentite spoglie. Forse davvero troppo moderno, dal momento che la Chiesa cattolica tenne nascosta l’opera per tutto il XIX secolo e solo nei decenni successivi la sottopose a restauro per poi decidere di esporla liberamente. Nessun significato esoterico o sacrilego insomma, ma vi sfido a trovare un altro luogo sacro con al suo interno un’immagine altrettanto impertinente.

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