Mercoledì 20, venerdì 22 e sabato 24 settembre 2023 il foyer del Teatro Filodrammatici di Milano (via Filodrammatici 1) ospita la mostra Labronis, inserita nel programma del festival Impronte, manifestazione di arte, musica e teatro con la direzione artistica di Enrico Ruggeri.
In mostra due artisti livornesi, Dario Ballantini e Stefano Pilato, e i tre protagonisti dello scherzo di Modigliani, ovvero Pier Francesco Ferrucci, Michele Ghelarducci e Pietro Luridiana: un modo per far luce sulla realtà artistica livornese contemporanea al di fuori dei confini labronici.
A Livorno non sono esistite accademie e chi voleva imparare il mestiere andava sul lungo mare, in pineta all’Ardenza e in piazza Cavour e iniziava a disegnare e poi a dipingere. Livorno ha sempre accolto generazioni di pittori che non hanno seguito una linea pittorica precisa ma che hanno creato piuttosto un cacciucco di esperienze diverse.
Dario Ballantini nasce a Livorno nel 1964. Si forma per tradizione familiare, grazie alle influenze del padre pittore neorealista e dello zio post macchiaiolo. Già dal 1983 alterna il mestiere di pittore - affascinato dall’espressionismo e dall’action painting più figurativo - a quello di abile trasformista approdando presto anche in tv e in teatro dove porta in scena spettacoli che spesso approfondiscono il suo rapporto tra pittura e recitazione.
Stefano Pilato nasce nel 1965 a Livorno dove vive e lavora. Nel 1993 fonda il laboratorio d’arte Pesce fresco. Attraverso il principio del riciclaggio, Pilato restituisce la dignità perduta ai rifiuti lasciati dalle mareggiate sulla costa, assemblandoli in opere che ne nobilitano l’estetica nascosta. L’attività artistica di Stefano Pilato esalta la manualità, la ricerca e l’intuito ma anche l’approccio metodico che si acquisisce con la professione.
Pier Francesco Ferrucci, Michele Ghelarducci e Pietro Luridiana sono i protagonisti del celebre scherzo di Modigliani. Nel luglio 1984, in occasione di una mostra su Modì a Livorno, viene rispolverata una leggenda: Modigliani, deriso dai suoi concittadini, avrebbe gettato delle sue sculture nei fossi di Livorno. Dopo giorni di perlustrazione, dai canali emergono delle teste scolpite e la notizia fa il giro del mondo. Un mese più tardi, tre ragazzi confessano di essere gli autori della più grande beffa d’arte che ha deriso la critica ufficiale.
La mostra è visitabile a ingresso libero e gratuito nei seguenti orari di apertura: mercoledì 20 e venerdì 21 settembre dalle 15.00 alle 19.00; domenica 24 settembre dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Ulteriori informazioni via email.