Dal 31 maggio al 31 agosto 2023 è aperta al pubblico al Museo del Novecento di Milano (piazza Duomo 8) la mostra dal carattere interattivo e performativo Le regole del gioco di Massimo Kaufmann.
In esposizione quattro opere, vere e proprie scacchiere d’artista: tre di queste, realizzate in legno e con misure regolamentari (57x57 cm), sono costituite dalle consuete 64 case e da 32 scacchi dipinti con colori a olio in 96 colori differenti, la quarta, Pan, di dimensioni più ridotte, è destinata ai bambini.
Nonostante il chiaro sovvertimento della prima regola degli scacchi - che qui non prevede più unicamente il bianco e il nero contrapporsi bensì un’infinita possibilità di colori - le modalità e le regole del gioco rimangono identiche e le scacchiere perfettamente fruibili: due giocatori abbastanza esperti possono confrontarsi secondo tutte le regole canoniche senza incorrere in alcun altro inconveniente che non sia la confusione percettiva generata dai colori e accentuata dal continuo spostamento dei pezzi.
A dimostrazione di ciò, le quattro scacchiere sono rese disponibili ai visitatori che, previa prenotazione, possono competere in appassionanti duelli scacchistici il martedì in orario 12.30-14.30 (nel mese di giugno e nella prima settimana di luglio, durante la pausa pranzo) e il giovedì in orario 17.00-19.00 (prima dei tre talk in programma). Anche Massimo Kaufmann è disponibile alle sfide: una presenza che trasforma il progetto espositivo in performance. Per giocare la prenotazione via email è obbligatoria.
Le scacchiere di Massimo Kaufmann sono concepite in un momento storico critico, il 2020, che non si chiuderà con lo scemare della pandemia ma proseguirà nel conflitto russo-ucraino. È dunque proprio nel tema del conflitto che le opere di Kaufmann affondano le loro radici: la guerra, che il gioco degli scacchi rappresenta e riproduce, si mostra sotto un aspetto differente. Ciascun pezzo della scacchiera mantiene le sue caratteristiche funzionali ma ha un’identità, data dal colore, che gli impedisce di appartenere a un preciso schieramento. Una situazione che genera confusione cognitiva e favorisce cambi di campo e di appartenenza. La partita a scacchi diviene quindi metafora di un conflitto che vede non solo due antagonisti confrontarsi ma un’innumerevole compagine di differenti soggettività animarsi nel gioco, come a mostrare una multilateralità delle componenti in causa. Come nelle guerre reali, esistono fattori che moltiplicano i punti di vista e gli interessi in campo.
Il gioco si complica, tanto quanto il tema del conflitto si fa più chiaro, nella terza scacchiera. Realizzata in 96 tonalità di grigio, si ispira dichiaratamente a Guernica di Picasso adottandone lo stesso titolo perché contrariamente a quanto si pensa Guernica non è bianca e nera, ma dipinta in un’infinita varietà di grigi, risultato dell’aggiunta del nero ai rossi, ai blu, ai gialli, in una gamma di colori bruciati, come la guerra incenerisce tutto ciò che tocca. È forse questo lavoro, nel suo tributo a quella che da molti è considerata la più importante opera del Novecento, a costituire il trait d’union tra i due grandi nuclei tematici della mostra: il conflitto, appunto, e la pittura. Per Massimo Kaufmann il gioco principale rimane la pittura, la sua stessa definizione, con le sue infinite variabili e le sue infinite possibilità di dare forma a un significato, sia esso enigmatico o polivalente, senza ignorare che qualsiasi gioco ha pur sempre le sue regole.
Anche nelle altre due scacchiere, quelle dai colori più vivaci, Le Regole del Gioco e Calibano, la pittura emerge come protagonista. L’artista cita come i colori nella pittura si siano sempre dati battaglia. Nelle più straordinarie opere dedicate alla guerra, come quelle di Paolo Uccello o di Boccioni, lo scontro prende forma attraverso una disputa cromatica che sembra preparare un’esplosione di energia. L’idea che i colori rappresentino l’energia dinamica, come squilli di tromba e rulli di tamburi, mostra tutta la volontà di potenza che ha da sempre accompagnato la retorica della guerra.
La mostra è arricchita da un ciclo di incontri con i tre autori dei testi in catalogo: Marco Senaldi, filosofo, curatore e teorico d’arte contemporanea (A cosa serve una scacchiera?, giovedì 8 giugno alle 19.00); Francesco Cataluccio, scrittore e saggista (Una vita a scacchi: figure e storie, giovedì 15 giugno alle 19.00) e Lorenzo Madaro, critico d’arte e curatore (Giocare per meditare, giovedì 29 giugno alle 19.00).
La mostra è visitabile a ingresso gratuito nei seguenti orari di apertura: dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 19.30, con orario prolungato alle 22.30 il giovedì. Per ulteriori informazioni telefonare ai numeri 02 88444061 o 02 88465735.