Milano, 06/09/2022.
Mercoledì 7 settembre 2022 la Fondazione Luigi Rovati di Milano (corso Venezia 52) apre il museo d’arte: due piani espositivi, più di 250 opere che portano il visitatore dal mondo dell’arte etrusca a quello dell’arte contemporanea. Con l’apertura dell’intero progetto, dopo l’intervento di restauro, ampliamento e riqualificazione del palazzo sviluppato dallo studio Mario Cucinella Architects, si conclude il processo di avvicinamento graduale verso il pubblico della Fondazione Luigi Rovati.
Nel Piano Ipogeo, l’architettura in pietra
ospita una parte del percorso. Il visitatore è accolto da
una grande urna cineraria in travertino e si muove
all’interno delle cupole tra le teche triangolari in cristallo che
espongono i grandi vasi, gli ex voto, le antefisse, i piccoli
bronzi etruschi accanto a opere contemporanee di William
Kentridge, Lucio Fontana e Arturo Martini.
Dalle cupole alla grande sala ellissoidale i reperti esposti
parlano della vita quotidiana degli Etruschi, la
casa, la bottega, il mare; un vaso
di Picasso ripropone l’immagine del banchetto
etrusco.
In uno spazio appartato si sviluppa la sezione Cercare il bello: piccoli cubi di cristallo racchiudono gioielli, monili etruschi e oggetti preziosi, come la testina di donna in bronzo dorato di Alberto Giacometti. Al centro, la teca più grande accoglie il simbolo del museo, il Guerriero Cernuschi, un raffinato ed espressivo bronzo votivo etrusco. La sezione dedicata alla scrittura espone urne cinerarie volterrane e chiusine e piccole ceramiche che grazie a nuove tecnologie rivelano il significato delle inscrizioni. La Children’s Room, dedicata ai laboratori didattici dei bambini, svela attraverso una grande vetrata l’architettura di sostegno delle cupole. In una piccola sala, video-animazioni proiettate sulle pietre narrano episodi della storia degli Etruschi.
Dal Piano Ipogeo la visita prosegue al primo piano, il Piano Nobile. Dalle boiserie alle porte dorate, dai pavimenti ai camini in marmo, fino alle alte specchiere settecentesche del corridoio, tutti gli ambienti progettati da Filippo Perego sono stati recuperati, restaurati e ridisegnati creando uno spazio espositivo d’avanguardia. Lo studio approfondito degli impatti cromatici e dei dettagli favorisce il dialogo fra archeologia e arte contemporanea e offre al visitatore stimoli ed emozioni visive e concettuali. La tela The Etruscan Scene: Female Ritual Dance (1985) di Andy Warhol, le polaroid della serie Etruschi (1984) di Paolo Gioli, i disegni e gli acquarelli di Augusto Guido Gatti (1863-1947), testimonianze delle pitture rinvenute nelle tombe di Tarquinia: queste alcune delle opere che si integrano con la serialità dei buccheri etruschi racchiusi nelle vetrine.
Il percorso prosegue nelle altre sale, dove artisti contemporanei - Luigi Ontani, Giulio Paolini, Francesco Simeti, Marianna Kennedy - concepiscono opere che abitano spazi popolati da sculture e reperti etruschi. A questo insieme si affiancano significativi prestiti come l’ampia collezione di asce, fibule, strumenti da lavoro del Ripostiglio di San Francesco, proveniente dal Museo Civico Archeologico di Bologna, la grande tela Le Cheval d’Agamèmnon (1929) di Giorgio de Chirico dalla Collezione Giuseppe Merlini (Busto Arsizio, Varese) e, all’ingresso, la Lanterne à quatre lumières (1983) di Diego Giacometti, commissionata all’artista dalla collezionista e filantropa americana Rachel Lambert (Bunny) Mellon.
«Le diverse componenti dell’allestimento hanno l’obiettivo di creare un continuum narrativo nel dialogo per opposizioni o contiguità fra antico e contemporaneo, dal Piano Ipogeo al Piano Nobile», spiega Giovanna Forlanelli, presidente della Fondazione Luigi Rovati, «e di dare quindi specifiche sollecitazioni al visitatore che, come esperienza emozionale, oltre ai reperti e alle opere, visita anche gli spazi architettonici; anch’essi, come i reperti e le opere, nella continua variazione di forme, luce e colori, non sono contenitori ma parti dell’esperienza della visita».
Gli spazi del percorso espositivo sono progettati per dare alle mostre temporanee una piattaforma di riferimento integrata e ben definita che permetta al pubblico di trovare ogni volta una rinnovata esperienza di visita. In particolare, al primo piano lo Spazio Bianco e nel giardino il Padiglione sono dedicati ai progetti temporanei. La Fondazione sviluppa in parallelo e per integrazione con le attività espositive quelle di ricerca e studio: in questo quadro sono stati progettati servizi e spazi tra cui, oltre alla sala studio posta al secondo piano (dove è possibile consultare i volumi in prestito della Biblioteca della Fondazione che ha sede a Monza), il secondo piano interrato che accoglie l’intera collezione di studio della Fondazione: un piano riservato esclusivamente a esperti e ricercatori che, in occasioni speciali, può essere aperto al pubblico.
Il museo d'arte della Fondazione Luigi Rovati è aperto al pubblico dal mercoledì alla domenica in orario 10.00-20.00 (lunedì e martedì chiuso). L'ingresso è gratuito dal 7 al 30 settembre 2022 (in questo periodo sono inoltre in programma visite guidate gratuite dal mercoledì alla domenica alle ore 11.00, previa prenotazione), mentre dal primo ottobre la visita è a pagamento: i prezzi dei biglietti sono di 16 euro per l'ingresso intero e 12 euro per il ridotto (studenti fino a 26 anni con tesserino, over 65; ridotto speciale 8 euro per bambini e ragazzi dagli 11 ai 18 anni, mentre i bambini fino a 10 anni entrano gratis).
Il programma espositivo del museo d'arte della Fondazione Luigi Rovati prende il via con la mostra La vulnerabilità delle cose preziose con due opere di Sabrina Mezzaqui: Autobiografia del rosso, (2017) dalla collezione della Fondazione e Groviglio, (2022) realizzata in occasione dell’apertura. Nel mese di ottobre 2022 la scrittura etrusca costituisce il focus della prima esposizione temporanea all’interno dello Spazio Ipogeo: viene presentata per la prima volta al pubblico la Stele di Vicchio, grande lastra monumentale di pietra arenaria rinvenuta nel 2015 presso il santuario di Poggio Colla (Vicchio di Mugello) che è la più lunga iscrizione lapidaria etrusca ritrovata fino a oggi.
Ancora nello Spazio Ipogeo nel 2023 la Fondazione Luigi Rovati realizza un ciclo triennale di mostre su importanti città etrusche esemplificative di alcuni passaggi della storia e cultura di questa civiltà, come la produzione artigianale, i commerci e le relazioni culturali, la religione e la politica: Vulci, Tarquinia, Marzabotto (l’antica Kainua), Cerveteri e Chiusi. Nella primavera 2023, in occasione dell’eccezionale prestito della Lanterne à quatre lumières, è inoltre prevista la prima mostra in Italia interamente consacrata all’opera dello scultore e designer Diego Giacometti (1902-1985).