Gite fuori porta in Lombardia? Un giorno a Sabbioneta, gioiellino dei Gonzaga: cosa vedere e dove andare

Flickr.com / Guido Andolfato

Mantova, 17/01/2022.

Immersa nel cuore della Pianura Padana, in provincia di Mantova, sorge Sabbioneta. Comune di poco più di 4 mila abitanti, è considerato tra i borghi più belli della Lombardia e di tutta Italia. Non a caso dal 2008 la località è diventata patrimonio dell’Unesco, per via delle bellezze artistiche e architettoniche presenti al suo interno: un vero e proprio gioiellino dei Gonzaga, che a partire dalla metà del 1500 ricostruirono il borgo secondo i canoni rinascimentali della città ideale.

Sabbioneta, infatti, era una semplice fortezza difensiva, ma con l’arrivo di Vespasiano Gonzaga Colonna il suo aspetto cambiò drasticamente. Il marchese costruì una città con una pianta a stella, dotata di sei baluardi sulle punte, circondata da una imponente cinta muraria e con accesso da due porte principali: Porta Vittoria a ovest e Porta Imperiale a est. L’interno del borgo fu poi arricchito da piazze, chiese e monumenti, ancora oggi visitabili in tutta la loro eleganza.

Il nucleo di Sabbioneta è rappresentato da piazza Ducale, circondata da lunghi porticati ai lati e due edifici simbolo del paese: la Chiesa Parrocchiale di Santa Assunta e il Palazzo Ducale. La chiesa presenta un’elegante facciata in marmi rossi e bianchi e al suo interno vale la pena ammirare, presso la quinta cappella a destra, la cupola traforata di Antonio Bibiena del 1778. Per quanto riguarda il Palazzo Ducale, invece, fu costruito tra il 1568 e il 1577 e fu sia sede di rappresentanza che residenza privata di Vespasiano Gonzaga Colonna.

Gli interni del Palazzo Ducale offrono poi diverse bellezze artistiche e veri e propri tesori, assolutamente imperdibili per ogni visitatore. In primo luogo si possono citare gli affreschi di Bernardino Campi, Pietro Pesenti e Fornaretto Mantovano, grandi artisti del Rinascimento e molto attivi presso la corte dei Gonzaga. Proseguendo la visita al palazzo si accede prima alla Sala delle Aquile, con 4 statue equestri in legno a grandezza naturale, e poi alla Galleria degli Antenati, con moltissimi bassorilievi che ritraggono i membri della famiglia Gonzaga.

Uscendo dal Palazzo Ducale e proseguendo la passeggiata per il centro di Sabbioneta, è poi possibile ammirare il Teatro Olimpico. L’edificio fu il primo in Italia ad essere costruito esclusivamente come teatro, quindi non parte di altre strutture o palazzi, e fu progettato da Vincenzo Scamozzi, allievo di Palladio. Il teatro è costituito da una pianta rettangolare, con una gradinata in legno e una loggia a semicerchio Inoltre presenta diversi affreschi che decorano le pareti laterali, oggi visibili solo in parte per via di una cattiva manutenzione nel corso dei secoli scorsi. Infatti solo nell’ultimo periodo è stata realizzata una potente restaurazione agli affreschi e per anni la struttura è stata utilizzata anche come caserma e cinema.

Continuando poi la visita a Sabbioneta, non si può tralasciare il bellissimo Palazzo Giardino. L’edificio fu la residenza privata del principe Gonzaga, conosciuta da molti abitanti dell’epoca come il casinò. Il palazzo occupa il lato sud di Piazza Castello ed è ricco di bellezze artistiche da ammirare. Soprattutto nella Galleria degli Antichi, lunga 97 metri, è possibile osservare moltissimi dipinti di pittori del calibro di Giovanni e Alessandro Alberti, così come una serie di busti e statue classiche della collezione che Maria Teresa Gonzaga portò a Mantova.

Sabbioneta però non è solo dotata di affascinanti ricchezze artistiche, architettoniche e culturali, ma offre anche la possibilità di gustare molte delle pietanze tipiche della gastronomia mantovana. Lungo le vie del borgo, infatti, sono tante le trattorie che permettono di assaggiare un tagliere di salumi locali, un piatto di tortelli di zucca o di gnocchi fitti, così come una fetta della tipica torta sbrisolona. Insomma, Sabbioneta rappresenta il classico borgo italiano, in cui coniugare passione per l’arte e per la buona cucina.

Di Simone Caravano

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