Cos’è il trading CFD: una breve guida per capirci di più

Magazine, 01/07/2022.

Quando parliamo di trading siamo abituati a pensare direttamente a un’attività di scambio, tramite la quale si può ottenere un ritorno economico, un profitto quindi. Con la rivoluzione digitale la parola trading è spesso e volentieri accompagnata da un altro termine, e cioè “online”. Ciò ha ovviamente non soltanto permesso che le transazioni diventassero più rapide, ma che al contempo si potessero avvicinare sempre più persone a questo settore, grazie anche alla nascita di tante piattaforme. Il trading CFD è uno dei modi di fare trading fra i più in voga soprattutto in rete, scopriamo di più.

Cosa vuol dire CFD? 

Prima di entrare nei dettagli bisogna ovviamente chiarire cosa significhi questo acronimo così utilizzato in rete, ma con una storia lunga oltre 30 anni. I CFD nascono infatti a Londra all’inizio degli anni ‘90, e hanno vissuto una enorme diffusione grazie soprattutto a società di trading che davano l'opportunità di investire e controllare i prezzi in real time. CFD trading sta per “contract for difference”, tradotto in italiano come “contratto per differenza”, ed è una forma estremamente popolare di negoziazione di derivati: ecco perché alcune piattaforme specializzate offrono la possibilità di fare trading su diverse risorse (metalli) e comparti (energia). Un contratto per differenza, insomma, è un tipo di contratto tra una banca d'investimento o una società di scommesse spread, e un investitore. Alla fine del suddetto contratto, queste parti si scambiano la differenza tra i prezzi della chiusura e dell’apertura di uno strumento finanziario, che include materie prime e azioni. Si tratta di strumenti derivati che rientrano in una negoziazione fuori dal mercato e che consentono agli investitori di trarre vantaggio dal rialzo o dal ribasso (long e short). 

Caratteristiche principali del contratto per differenza

In pratica fare trading con CFD vuol dire comprare o vendere un numero di contratti di un mercato. Con questi prodotti derivati è possibile fare azioni di trading su indici, materie prime, forex e azioni senza dover effettuare il vero e proprio acquisto dell’asset. Le caratteristiche principali dei CFD sono prettamente quattro:

  • Hedging.
  • Margine.
  • Leva.
  • Posizioni short e long.

I CFD possono essere utilizzati per compensare le perdite, in che modo? Ad esempio: si hanno un “tot” di azioni di una determinata azienda, ma si prevede che stiano entrando in una fase ribassista. Dunque si può decidere di usare i CFD in una posizione short. Se il ribasso delle azioni dovesse verificarsi, la posizione short sui CFD genererà un profitto, così da compensare le perdite. Al contempo, i CFD sono prodotti a leva che possono garantire una certa esposizione con un investimento modesto. Per fare un esempio, qualora volessimo acquistare 100 azioni FIAT, con i CFD si pagherebbe soltanto il 20% del totale. Inoltre sui CFD abbiamo due tipi di margine: il margine di deposito, o iniziale, e il margine di mantenimento. Il primo è il totale per aprire una posizione, mentre il margine di mantenimento è un versamento aggiuntivo che il broker potrebbe richiedere, e eventualmente chiudere la posizione se ciò non dovesse accadere. 

Fare trading con i CFD presenta diversi vantaggi, che ovviamente vanno valutati caso per caso. Innanzitutto, sono esenti dall’imposta di bollo, e poi esiste un’ampiezza di mercato enorme, che consta di oltre 15 mila fra ciptovalute, forex, materie prime e indici. 

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