Disturbo dello spettro autistico: 7 cose che credevi vere

Magazine, 20/10/2021.

L’autismo, o meglio il disturbo dello spettro autistico, è un disturbo dello sviluppo neurologico che colpisce principalmente il linguaggio, la comunicazione, l’interazione sociale e si manifesta anche con comportamenti ripetitivi e stereotipati.

La parola autistico, riferendosi ai pazienti, fu utilizzata per la prima volta nel XX secolo. Nel 1912 Eugen Blueler usò il termine autistico per definire i sintomi associati alla schizofrenia. Soltanto qualche anno più tardi, nel 1943, il termine assunse un valore diagnostico ed iniziò ad essere impiegato in tal senso.

Quali sono i sintomi dello spettro autistico?

I sintomi del disturbo dello spettro autistico, ASD acronimo inglese di Autism Spectrum Disorder, colpiscono un ampio spettro di livelli di abilità e disabilità che possono, a seconda della gravità, avere un impatto sulla quotidianità del soggetto colpito.

Possono presentarsi e manifestarsi difficoltà nella comunicazione e nell’interazione sociale, difficoltà relativa alla comprensione del pensiero altrui, ed un’ipersensibilizzazione nei confronti di suoni e rumori.

Il disturbo dello spettro dell’autismo si manifesta sin dalla prima infanzia e continua per tutta la vita. Non si tratta, quindi, di una patologia temporanea ma, anzi, permanente. Certamente, seguire i consigli ed i percorsi proposti da medici ed esperti può rallentare l’aggressione della malattia e può evitare ulteriori limiti e vincoli per il bambino che diverrà uomo.

La sindrome comportamentale in analisi ha radici sia genetiche che ambientali. Studi di genetica hanno dimostrato che i parenti di primo grado di persone affette hanno una percentuale di possibilità compresa tra il 20% e l’80% di sviluppare la malattia.

Diversi e recenti studi hanno dimostrato che nei bambini con autismo si erano registrate complicazioni prenati e neonatali.

Qualche considerazione errata sull’autismo

Cercando online, come spesso accade, non mancano alcuni falsi miti sull’autismo e sul disturbo dello spettro autistico.

Al primo posto della ricerca si colloca la menzogna che vede una correlazione tra l’autismo e la mancanza di affetto dei genitori.

Al secondo posto vi è la supposizione che per curare l’autismo sia necessario intervenire chirurgicamente. Ciò è assolutamente falso, in quanto gli interventi necessari sono di natura psicoeducativa.

Continuando la lettura, si scopre una teoria che potremmo collocare al terzo posto che vede nell’intervento psicoanalitico una possibile cura. Ciò non corrisponde al vero e sicuramente non rappresenta la soluzione, in quanto l’autismo non riguarda il funzionamento della psiche.

Al quarto posto si colloca la frase “con la crescita il disturbo passa”. In realtà, così non è.

Scorrendo nella classifica, al quinto posto vi sono coloro i quali sostengono che non sia necessaria alcuna terapia. Ed invece, trattandosi di una patologia medica l’intervento degli esperti e di professionisti competenti è necessario ed indispensabile.

Continuando su questa linea, al sesto posto vi è chi crede che basti l’amore. Certamente, l’amore è un elemento indispensabile soprattutto in famiglia, ma sicuramente non può essere sufficiente in caso di patologia.

Al settimo posto in classifica, non certo per importanza, vi è il falso mito che vede in un bambino che parla poco un probabile paziente. Il disturbo dello spettro autistico riguarda l’abilità comunicativa non l’abilità linguistica.

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