Dieta chetogenica: che cos'è e cosa mangiare

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Magazine, 22/04/2021.

Probabilmente, a seguito delle affermazioni del dottor Samir Giuseppe Sukkar e del professor Matteo Bassetti, la curiosità nei confronti della famosa dieta chetogenica è aumentata: lo studio condotto dai due direttori dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova ha infatti dimostrato che la dieta chetogenica è efficace nella lotta contro il Covid. Ma che cos’è la dieta chetogenica? Cosa mangiare e come funziuona?

La dieta chetogenica si basa su un regime alimentare che prevede una drastica riduzione dei carboidrati (nella Standard Ketogenic Diet si riducono addirittura al 5% del nostro fabbisogno giornaliero), una presenza consistente di proteine e soprattutto un forte aumento dei grassi cosiddetti buoni. Si tratta di una dieta piuttosto drastica, che necessita quindi uno stretto controllo medico e viene ormai utilizzata come metodo diffuso per la perdita di peso.

Dieta chetogenica: cosa mangiare e fasi

Cosa mangiare durante la dieta chetogenica? La dieta chetogenica prevede di solito tre fasi: la prima è quella di attivazione (48-72 ore circa), la seconda di attacco (minimo 14 giorni) e la terza mitigata (transizione verso uno stile alimentare più tradizionale e bilanciato). È in qualsiasi caso una dieta legata a un periodo di tempo limitato, non adatta per uno stile di vita continuativo. Ma, nella pratica, cosa si mangia?

  • Sì a carni bianche, pesce e uova; yogurt greco e skyr senza zuccheri aggiunti; formaggi; funghi; crostacei; solo verdure a basso contenuto di carboidrati come zucchine, broccoli, sedano e cetrioli; frutti di bosco.
  • Sì a caffè e tè senza zucchero.
  • No a cereali, patate e derivati; legumi; frutta; bibite; alcolici; dolci e dolcificanti (neanche il miele).
  • Assolutamente sì a grassi buoni come avocado, olio di cocco, frutta secca, semi, olio d’oliva e burro chiarificato.

Dieta chetogenica: fa bene alla salute? I pro e i contro

Tra i vantaggi della dieta chetogenica va sicuramente nominata la facilitazione al dimagrimento, dovuta a una riduzione delle calorie totali, un mantenimento costante di glicemia e insulinemia, un aumento del consumo di grassi a scopo energetico, un incremento del dispendio calorico per l’aumento del lavoro metabolico. Va inoltre citato il suo effetto anoressizzante, di ridurre cioè la fame.

Tra gli svantaggi, non bisogna sottovalutare l’aumento della filtrazione renale e della diuresi (con l’esecrezione dei corpi chetonici), che possono portare a disidratazione e a un sovraccarico di lavoro per reni e fegato. Se non ci si controlla con analisi del sangue periodiche, si rischia di raggungere livelli di ipoglicemia o ipotensione.

I sintomi negativi più comuni sono mal di testa, affaticamento, vertigini, nausea, irritabilità, crampi muscolari. Non è quindi una dieta adatta a soggetti sensibili, malnutriti o colpiti da disturbi del comportamento alimentare, diabetici, pazienti epatici e donne in gravidanza.

La dieta chetogenica può quindi far bene, ma solo ed esclusivamente se correttamente seguita. Va sottolineato dunque il fatto che, come per qualsiasi grande cambiamento all’interno del proprio regime alimentare, è sempre necessario rivolgersi ad un professionista per capire quale sia la dieta giusta per i nostri obiettivi e per il nostro organismo, per evitare di commettere errori.

Dieta chetogenica: la storia

La dieta chetogenica venne utilizzata già a partire dagli anni ‘20 del secolo scorso in studi finalizzati a ridurre le crisi epilettiche dei pazienti che non rispondevano ai farmaci. Si scoprì infatti che questa dieta avrebbe aiutato i soggetti che soffrivano di epilessia, di diabete, di obesità e di malattie degenerative quali Parkinson e Alzheimer. Gli studi portarono alla luce il fatto che il corpo, assumendo meno glucosio rispetto al normale, si trova costretto a lavorare in modo diverso e bruciare i grassi al posto dello zucchero. Ma che soprattutto, in mancanza di carboidrati e quindi di zucchero, si induce una condizione metabolica chiamata chetosi (da cui prende il nome la dieta), che porta all’aumentata produzione di corpi chetonici, un residuo metabolico utilizzato poi dall’organismo come fonte di energia. Questo processo, se correttamente seguito, può portare a una perdita di peso e di massa grassa anche considerevole.

Di Elisa Morando

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