«Mascherine FFP2 obbligatorie nei luoghi più affollati»: la proposta del Codacons contro le varianti del Covid-19

Magazine, 16/02/2021.

A seguito delle parole del consigliere del Ministero della Salute Walter Ricciardi che ha chiesto a gran voce un nuovo e duro, anche se breve, lockdown per fermare la diffusione quasi incontrollata delle varianti del Covid-19 sul territorio italiano, e le polemiche che si sono scatenate intorno a questa proposta, anche il Codacons si è mosso per chiedere immediate misure volte a tutelare la salute della collettività.

«Una battaglia che il Codacons porta avanti dal primo giorno in cui il virus è comparso sul territorio italiano, e che ha cercato di mostrare possibili soluzioni alla lotta al Covid-19», dichiara il presidente del Codacons, Marco Donzelli: «ancora una volta chiediamo al Governo e alle Regioni di muoversi per tempo, non inseguire il virus, altrimenti la situazione varianti rischia di sfuggire completamente dal nostro controllo. La variante inglese è quella che desta maggiore preoccupazione, dato anche il suo potere di diffusione nettamente maggiore rispetto a quello della forma base di Covid-19, ma non solo. Gli ultimi studi sembrerebbero dimostrare che essa abbia anche una letalità maggiore di circa il 20-30% rispetto alla forma base di Sars-Cov-2, con tutte le implicazioni del caso».

«Muoversi adesso è una priorità assoluta», prosegue Donzelli: «perché ancora nessuno ha introdotto l'obbligo di indossare le mascherine FFP2 o superiori, almeno nei trasporti pubblici, negli esercizi commerciali o nei luoghi più affollati?». L'obbligo di indossare la mascherina FFP2, c'è da dire, è già in vigore in altri paesi, come la Germania o l'Austria: «è dimostrato che essa contrasti molto di più la diffusione del Covid-19 rispetto ad altre mascherine presenti sul mercato», afferma il presidente del Codacons: «serve una campagna di distribuzione capillare dei dispositivi di protezione individuale, controlli serrati affinché tutti ne facciano uso, e misure immediate di controllo legate alla compagna di vaccinazione di massa. Se tutti questi fattori ci saranno è possibile che in 2-3 mesi usciremo dall'emergenza».

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