Ecco perché scegliere la pesca sostenibile

Magazine, 26/11/2020.

Parlare di pesca sostenibile oggi significa trattare delle responsabilità delle aziende, degli enti di controllo, dei Governi e di noi, sì, noi persone umane. La sostenibilità è un concetto che riguarda tutti noi, per cui le aziende si impegnano a optare per pratiche di produzione, allevamento e pesca delle risorse terrestri secondo certi standard. Questi certificano che l’azienda rispetti la specie di cui si serve per la sua produzione e, quindi, applichi pratiche per la conservazione marina o terrestre per le future generazioni.

Il surgelato sostenibile

Per esempio se si acquista un surgelato proveniente da pesca sostenibile come i cuori di merluzzo FRoSTA significa che il pesce è stato pescato in quantità limitate senza decimare la specie, conservato secondo gli standard e imballato con materiali riciclabili o riciclati. Scegliendo quindi questi tipi di prodotti si evitano comportamenti dannosi per l’ambiente marino, per le specie e per la nostra salute, e si opta per un alimento realmente genuino.

Difendere il mare è un dovere di tutti

La sostenibilità nei mari nasce per tutelare un patrimonio immenso di cui tutti usufruiamo e, molto spesso, grazie al quale viviamo. Le mancate attenzioni alle specie ittiche negli ecosistemi marini ha causato livelli di desertificazione ed inquinamento allarmante. Oggi è necessario da parte di tutti noi schierarsi al fianco di chi rispetta i mari e le specie, pescando secondo gli standard Msc certificati che assicurano la sostenibilità delle pratiche.

È un dovere del cittadino preoccuparsi del mare? Chi crede che la risposta sia positiva e non sa in che modo cominciare a ridurre il proprio impatto ambientale, sappia che scegliendo il merluzzo, il nasello o qualsiasi altro alimento surgelato certificato avrà dato il suo minimo contributo quotidiano. Difatti avrà optato per imballaggi non inquinanti e pratiche di produzione rispettose, una buona scelta che giova anche alla salute.

Contrastare le pratiche dannose

La pesca sostenibile nasce per contrastare le abitudini estremamente dannose per l’ambiente che impoverivano i mari inquinandoli senza ratio. Le riserve ittiche marine, tuttavia, non sono infinite per cui è necessario fare dietro-front e iniziare a pescare nel rispetto della specie. Le regole di pesca sostenibile prevedono limiti anche nelle quantità di massimo carico per cui questa mira a garantire la sopravvivenza delle specie nel tempo.

Le pratiche dannose, invece, portano alla sparizione della specie in brevissimo tempo e non c’è nulla di più dannoso che dare questo colpo all’ambiente marino. Ogni specie esiste e ha una funzione nel suo ecosistema e, quindi, per assicurarne la sopravvivenza devono essere mantenute queste caratteristiche. L’impoverimento e l’inquinamento dei mari sono una questione che riguarda tutti noi e possiamo contrastare tutto questo scegliendo solo chi opera con pratiche virtuose verificate, ovvero quelle che ti spieghiamo qui di seguito.

I principi della pesca sostenibile

La pesca sostenibile prevede l’utilizzo di strumenti non invasivi, ovvero in grado di minimizzare l’impatto sull’ambiente di prelievo. Quindi ci sono dei requisiti di pesca, di imbarcazioni e di strumenti a norma che siano in grado di garantire la minor alterazione dell’area di pesca. Inoltre, i requisiti intervengono sulle zone di pesca consentite, ovvero quelle sane e non a rischio ed in determinati periodi dell’anno. Quindi gli enti di controllo stabiliscono zone e periodi in modo tale da lasciare alle specie che rimangono in mare di raggiungere la maturità sessuale e, quindi, consentire la riproduzione.

In questo modo viene rispettato l’equilibro tra la pesca ed il successivo ripopolamento. Nello specifico i criteri riguardano il tipo di rete impiegata in base alla specie, la gabbia, il traino, le canne e tutto ciò che serve per il prelievo del pesce dal mare.

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