Ecobonus 2020 con maxi detrazione: al via la riqualificazione industriale

Magazine, 04/06/2020.

Buone notizie per le aziende del settore produttivo italiano, che potranno pianificare con un cronoprogramma le loro attività e i progetti di riqualificazione industriale, che in queste lunghe settimane di lockdown sembravano essere tramontati. Il Decreto Rilancio è stato presentato in questi giorni dal Governo e, in attesa che il Parlamento lo approvi con la conseguente pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, è possibile descriverne i punti relativi al famoso Ecobonus 2020 e alla maxi detrazione, alla quale gli imprenditori potranno attingere.

L’Ecobonus 2020 strizza l'occhio al pianeta terra

In questi mesi colpiti dalla pandemia del Covid-19, le prime immagini positive sono state le foto del pianeta un po’ meno deturpato dal passaggio dei suoi abitanti più invasivi: gli essere umani. Venezia con acque limpide come la Sardegna, l'aria sopra la Pianura padana ritornata con un livello di inquinanti come quello di cinquant’anni fa, non sono passati inosservati al Governo e agli imprenditori ancora poco avvezzi al concetto ecologico di riqualificazione energetica applicata alla green economy.

Già diverse detrazioni d'imposta spingevano le aziende a pianificare, nei propri bilanci, interventi di rifacimento di impianti energetici, insieme ad altri importanti cambiamenti strutturali. Ma con il Decreto Rilancio e le nuove percentuali della maxi detrazione - che, a leggerle, sembrano quasi rappresentare un guadagno per chi investe le proprie risorse - è possibile immaginare un boom di lavori di riqualificazione industriale.

Quali sono gli aspetti notevoli dell'Ecobonus

La green economy è il punto focale per chi vuole rendere la propria azienda energeticamente all'avanguardia. L'Ecobonus annunciato dal Decreto Rilancio ha, dunque, attirato l'attenzione di imprenditori alla ricerca di una riqualificazione non troppo esosa, interessando anche le aziende edili che dovranno partecipare a questi progetti.

Il governo globale ha incentivato le industrie all'adeguamento a politiche energetiche ecosostenibili e gli imprenditori vogliono fare loro questo invito. La situazione attuale indentifica una detrazione di imposta del 65% in caso di riqualificazioni strutturali importanti come rifacimenti di tetti con relativa coibentazione.
Stesso discorso vale per la revisione completa degli impianti di riscaldamento dei propri locali: i lavori dovranno riguardare lo smaltimento delle vecchie caldaie a gas a vantaggio di moderni strumenti di condensazione, con la possibilità di scegliere il sistema alimentato dalle pompe di calore.

In 10 anni, l'impresa può recuperare la percentuale prima segnalata come credito d'imposta. Purtroppo, con le regole imposte dal Governo, se la riqualificazione non è importante come quella descritta sopra, la percentuale che si può detrarre si abbassa drasticamente al 50%.

Credito d'imposta al 110%: quali sono gli ambiti di applicazione

Dal 65% delle attuali condizioni, la detrazione del credito d'imposta per importanti riqualificazioni (come il rifacimento del sistema di areazione e riscaldamento o il raffreddamento industriale), ha raggiunto l'interessante valore del 110%. Un'industria manifatturiera che ha in bilancio la sostituzione del vecchio impianto energetico con uno più moderno costituito da pannelli che immagazzinano l'energia solare, o dalle famose piastre fotovoltaiche, ad esempio, potrebbe attingere al Ecobonus 2020.

Ma il Governo ha previsto dei parametri abbastanza rigidi per ottenere la detrazione: la riqualificazione dovrà prevedere l'installazione di elementi fissi, come il rifacimento dell'intero isolamento termico dei locali aziendali e l'utilizzo di strumenti di aerazione come i condizionatori industriali o le moderne pompe di calore.

Capitolo a parte per i lavori di ristrutturazione del perimetro murario della propria azienda, sia che si tratti di una demolizione e rifacimento delle pareti che per una semplice rinfrescata della facciata. In questi casi, il bonus scende al 90%.

I tempi per effettuare i lavori sono un altro fattore discriminante per ottenere la nuova forma d'aiuto prevista dal Governo con il Decreto Rilancio. Bisognerà segnare a bilancio la spesa per la riqualificazione per l'efficienza energetica nel periodo che va da luglio del 2020 con un’operatività che può arrivare fino al 31 dicembre del 2021.

Interessante il metodo scelto per ottenere la liquidità dovuta alla detrazione d'imposta del 110%. Le rate che verranno versate sui propri fondi saranno suddivise nell'anno in diverse tranche, tutte con la medesima cifra accreditata.

Le implicazioni del Decreto Rilancio che riguarderanno aziende e imprenditori più piccoli, coinvolgono dei sistemi per recuperare le cifre investite, decisamente più accessibili: si tratta del cosiddetto sconto in fattura o direttamente la cessione del credito all'azienda che esegue i lavori.

Il Sismabonus: quali sono le nuove regole

Il Governo italiano aveva già favorito la ristrutturazione di case ed edifici aziendali locati nelle zone sismiche con un grado di pericolo più elevato. Ogni abitazione o luogo di lavoro attualmente in categoria sismica bassa, poteva vedere riconosciuto un salto di classe agevolato da lavori con una detrazione d'imposta pari al 70%.

In questo caso, si parla di piccoli lavori strutturali con un attestato antisismico che passa, ad esempio, da V6 (il più basso: muratura di pietra senza legante) a V5 (muratura di pietra a crudo), un solo salto di grado. Nei casi di ristrutturazioni più importanti con un passaggio di due categorie, la detrazione del credito d'imposta poteva salire al 75%, ma riguardava strutture che, dopo i lavori, avevano una muratura rinforzata.

Con il Decreto Rilancio che verrà approvato a breve, se una riqualificazione riguarderà un miglioramento del livello sismico dell'abitazione o della struttura aziendale, si potrà attingere alla maxidetrazione del 110% anche con un solo semplice salto di categoria.

Pro e contro dell’Ecobonus 2020

Subito molte imprese edili hanno mostrato disappunto sui metodi di riaccredito ai quali le aziende potranno attingere e che, probabilmente, non prevedono un immediato rientro di liquidità. L’Ecobonus 2020 non accontenterà tutti, però rappresenta un piccolo passo verso l'ecosostenibilità e la voglia di ripartenza di tutti i settori lavorativi italiani.

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