Magazine, 03/04/2020.
Muoversi nel catalogo di Netflix è spesso molto dispersivo, anche perché è in costante aggiornamento. Ma quante volte è capitato di aggiugere in lista un titolo promettente e poi accorgersi di aver toppato? La colpa, se così si può dire, è dei trailer e delle immagini di copertina di Netflix, che riescono a rendere appetitoso anche Spencer Confidential: guardatelo solo se volete staccare il cervello e nel contempo fare dell'altro (magari la farinata, che in tempo di quarantena bisogna tenersi occupati!). Se invece volete andare sul sicuro e guardare tre film dal catalogo Netflix - magari un po' meno conosciuti, ma di indubbio valore - ecco tre consigli.
Hell or high water (2016) è il secondo
di una trilogia informale ideata da Taylor
Sheridan (creatore anche di Yellowstone,
attuamente in onda su Sky), che tratta della moderna
frontiera americana. Il film è stato preceduto
da Sicario e seguito da I segreti di Wind
River, ma ognuno può essere visto singolarmente. La
storia: nel tentativo disperato di salvare il ranch di
famiglia, due fratelli (Chris Pine e Ben Foster) compiono una serie
di rapine e un paio di Texas Rangers (Jeff
Bridges) si mettono sulle loro tracce. Per chi ama i
western moderni e desidera capire come Trump sia diventato
presidente degli Stati Uniti!
Mudbound (2017) è l'adattamento cinematografico del romanzo Fiori nel fango (Mudbound) di Hillary Jordan. Ambientato in Mississippi, il film racconta di due famiglie, una nera e una bianca, che affrontano la dura realtà tra segregazione e razzismo, agricoltura e amicizie, in un mondo diviso durante la Seconda guerra mondiale. Nel 2018 il film ha ricevuto 4 candidature agli Oscar, di cui una per la miglior canzone: il testo e la musica di Mighty River, di Mary J Blige (candidata anche come miglior attrice non protagonista), sono semplicemente bellissime.
Il buco (2020): una lastra scende un piano alla volta in una prigione, dando cibo ai detenuti di sopra, mentre ai livelli inferiori resta fame e disperazione. Ma una ribellione è imminente. A dispetto del titolo, che in Italia è stato tradotto con Il buco, The Platform è un film che sta all'opposto della claustrofobia. E' una boccata di ossigeno e, in qualche modo, anche di speranza. Volendo attualizzare il suo messaggio, una delle tante sintesi possibili potrebbe essere: chiunque ha delle responsabilità nei confronti del prossimo, ma cagarci in faccia l’un l’altro non aiuta nessuno ad uscire dal buco. Anzi, aiuta solo ad odiarci di più. E soprattutto che quando la paura diventa necessità, siamo pronti a sbranarci l'uno con l'altro. Se vedrete il film, capirete.