Italiani “bocciati” in inglese: il paese è fanalino di coda in UE

Magazine, 08/11/2019.

L'Italia ultima in classifica in UE per conoscenza dell'inglese. Lo rende noto la nona edizione dell'EF EPI, il rapporto internazionale sulla padronanza della lingua, distribuito ogni anno da EF Education First e svolta su un campione di oltre 2.3 milioni di persone in 100 Paesi. Pessimo primato per il nostro paese che conferma il trend negativo degli ultimi anni e si colloca al 36mo posto tra le nazioni del vecchio continente.

Poco meglio di noi fa la Francia, che supera la penisola con un timido ma percettibile passo in avanti, dovuto ad alcune riforme messe in piedi negli ultimi anni e mirate a incentivare lo studio della lingua. Nel mezzo la Spagna che, come l'Italia, ha a che fare con un pesante gap rispetto alla prima in classifica - l'Olanda - e che non riesce a tenere il ritmo dei paesi scandinavi, ben più allenati. Per gli iberici la conoscenza dell'inglese è in calo dal 2014 senza alcun segnale di ripresa e il 60% degli adulti dichiara di non avere alcuna dimestichezza con la lingua, nonostante le iniziative a livello nazionale orientate a favorire una maggiore diffusione. Per esempio il tentativo di convertire le scuole pubbliche primarie e secondarie in scuole bilingue non mostra alcun risultato in termini di numeri, tutt'oggi ancora bassi.

Concentrandoci unicamente sul nostro paese, nella penisola il divario economico tra nord e sud si ripete anche per quanto riguarda la padronanza dell’inglese, anche se la forbice tende a restringersi. Tra le regioni italiane l'Emilia-Romagna è quella dove si parla di più e meglio la lingua, sul podio anche Friuli-Venezia Giulia e Lombardia. In coda al gruppo Molise, Puglia e Basilicata. Per quanto riguarda invece le città a Milano si parla inglese più che altrove, subito dietro Torino, Bologna e Firenze. In crescita Napoli che, nonostante le posizioni di bassa classifica, guadagna +1,17 punti rispetto al 2018 e cresce più di qualsiasi altra città italiana.

Spicca invece il rendimento dei giovani italiani compresi tra i 26 e i 30 anni, i quali mostrano un livello di conoscenza dell’inglese superiore alla media mondiale, anche se di poco. Ben diverse invece le statistiche degli under 40, fascia d’età ultima nella speciale classifica e che dimostra di avere poca familiarità nella padronanza della lingua.

“L'inglese è la lingua globale del lavoro, della ricerca, della comunicazione. Il nostro Paese è sempre in ritardo rispetto all’Europa” ha dichiarato Natalia Anguas di AD EF Italia, commentando i dati emersi dal rapporto e le prospettive future derivanti dai dati. “Soprattutto gli over 30 devono intraprendere percorsi di formazione linguistica, per non restare indietro nell’ambito lavorativo. I ragazzi più giovani hanno infatti un inglese migliore, grazie agli investimenti fatti dal nostro sistema educativo per favorire insegnamento dell’inglese, scambi culturali ed esperienze di soggiorno studio all’estero”.

Insieme al rapporto EF EPI è stato reso pubblico anche l'EF EPI-s, l’Indice di Conoscenza dell'Inglese per le Scuole, da cui emergono chiaramente le competenze linguistiche degli studenti delle scuole superiori e università, provenienti da 43 Nazioni. Le statistiche italiane sono state elaborate utilizzando i dati della Rilevazione 2017 effettuata in collaborazione con il MIUR e che ha coinvolto nell’analisi oltre 30.000 studenti delle scuole secondarie. Dall’EF EPI per le scuole emerge che gli studenti residenti in città mostrano una maggiore padronanza dell’inglese rispetto agli studenti delle scuole di provincia. Gli iscritti ai licei, inoltre, parlano inglese più degli studenti iscritti agli istituti tecnici e professionali.

Per quanto riguarda invece il divario di genere, in Italia come in Europa è praticamente nullo. Le donne sono ancora in leggero vantaggio sugli uomini, ma il distacco si è ridotto passando dai tre punti dello scorso anno a meno di un punto di quest'anno. Infine una panoramica globale, con i paesi emergenti che cominciano a crescere rispetto alle economie consolidate. Se in Asia nel suo complesso il livello di conoscenza dell’inglese è leggermente peggiorato rispetto al 2018, la Cina prosegue a grandi passi nella diffusione della lingua, passando da un livello di conoscenza basso a un livello di conoscenza medio. In netta crescita anche 12 paesi su 18 dell'America Latina, nonostante il calo di due tra i paesi più popolosi come Messico e Brasile.

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