Doc Omosex o ipocondria omosessuale? La risposta nell'autostima

Magazine, 07/03/2019.

Da tempo, al lettino virtuale Lo Psicologo risponde, arrivano tante mail di persone, maschi e femmine, che hanno tanta paura di essere omosessuali, preoccupati per il loro orientamento e per la loro serenità nelle relazioni.

Tutti si presentano affermando che non vogliono essere omosessuali e che non ci sarebbero motivi concreti per esserlo, ma che questa ipotesi li terrorizza e dunque sono sempre alla ricerca di prove che li rassicurino e che, ovviamente e inevitabilmente, non riescono a dissolvere i loro dubbi. Alimentando una pressante ricerca senza fine.

Quasi tutti, dopo aver girovagato in internet, leggendo molto acriticamente, sui tanti e diversi siti, si riconoscono, almeno in parte, in alcuni sintomi e si auto-diagnosticano di essere affetti da un DOC Omosex (Disturbo Ossessivo Compulsivo Omosessuale). In effetti la sofferenza è tanta e forse le informazioni sono confusive. 

A questo punto mi sembra doveroso fare una puntualizzazione.

Come spesso accade, le persone fanno un lungo elenco di quelli che vengono considerati la conferma o la storia dei  propri problemi e questo fa pensare che, sicuramente, alla base ci sia una struttura di personalità molto ansiosa. E credo che sia stata proprio l’ ansia a spingere, come oggi fanno molti, a cercare su internet delle risposte e a imbattersi nel Doc Omosex. Definizione che oggi  va molto di moda, anche se, più propriamente, molti soffrono più di una forma di ipocondria omosessuale.

Infatti, è il comportamento ipocondriaco quello che spiega meglio l' insieme delle preoccupazioni espresse. Un ipocondriaco, pur essendo sano, è costantemente divorato dall'ansia di  ricercare i sintomi di malattie che, in realtà, non ha. Una ricerca che non ha fine perché non c'è niente da trovare e che, in questa inutile spirale  rende la vita difficile. Alla base dell’ipocondria c’è la indelebile convinzione di essere condannati ad avere davvero una qualche malattia. O ad essere sbagliati.

Allo stesso modo, varie persone, pur essendo sostanzialmente eterosessuali, ma in difficoltà nelle relazioni e frustrate dagli insuccessi, arrivano, più o meno inconsciamente, a convincersi di non essere davvero eterosessuali. E dunque si allarmano.

Ma analizzando le varie e diverse storie, emerge un dato comune a tutte ovvero che, il vero problema non è situato nell'area della sessualità, bensì in quello dell'autostima. E delle scarse capacità di affrontare le normali, ma a volte frustranti, difficoltà che comportano le relazioni sessuali e la difficoltà a considerare che la vita non è o bianco o nero, ma vi sono infinite tonalità. Alla base c'è il carattere personale, spesso introverso; le relazioni familiari; le esperienze negative vissute con bassa resilienza,  sommate a sensi di colpa e scarsa autostima.

Invece, però, di cercare di migliorare la propria autostima e migliorare le proprie abilità relazionali si impegnato costantemente nella strenua ricerca di indizi della loro temuta anche se del tutto inesistente omosessualità. La spiegazione di questo atteggiamento ipocondriaco è spesso riconducibile a un insieme di cause e di situazioni stressogene associate a una bassa autostima, che spesso è anche accompagnata da un oscuro senso di colpa per una fugace quanto inaspettata sensazione o emozione di attrazione verso qualcosa di proibito.

Dott.Marco Emilio Ventura
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Genova

Di Marco Ventura

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