Sanremo 2019: Zen Circus con L'amore è una dittatura. Testo e pagella

facebook/The Zen Circus - Ilaria Magliocchetti Lombi

Magazine, 02/02/2019.

Zen Circus - L’amore è una dittatura (A. Appino-G. P. Cuccuru-M. Schiavelli-A. Appino)

Sono in “quota indie” anche gli esordienti sanremesi (ma con vent’anni di carriera alle spalle) toscani della band The Zen Circus (Francesco Pellegrini, Andrea Appino, Karim Qqru, Massimiliano “Ufo” Schiavelli), che prendono di petto amore e politica (anzi, l’amore è politica, come recitava un vecchio slogan sessantottino): “hai la democrazia dentro al cuore / ma l’amore è una dittatura / fatta di imperativi categorici / ma nessuna esecuzione / mentre invece l’anarchia la trovi dentro ogni emozione”. Ci sono echi deandreiani (o citazioni tributo?): “mi spiego meglio, senza nascondermi dietro a cazzate / scritte per caso in questa palestra dell’orrore / ecco la pietra, ecco il peccato, / un cane pastore lo fa per amore, / non per denaro, non per rancore, / non per la lana esiste il gregge / né per la legge /siamo delle antenne, dei televisori / emettiamo storie che fanno rumore / cerchiamo la donna della vita o l’uomo della morte / strade interrotte, eterni sorrisi, figli sangue del nostro lavoro / non ci somiglieranno, figli ormai del mondo intero…” Parole e immagini forti, che vanno dritte al bersaglio come pallottole. E pazienza se nella foga c’è qualche smagliatura linguistica. The Zen Circus sarà affiancato da uno dei più rispettati protagonisti della nuova canzone d’autore, Brunori Sas.

Voto: 8

Ci hanno visti nuotare in acque alte fino alle ginocchia
Ed inchinarci alle zanzare pregandole di non mescolare
Il nostro sangue a quello dei topi arrivati in massa con le maree
Le porte aperte, i porti chiusi, e sorrisi agli sconosciuti
Che ci guardano attoniti mentre ci baciamo,
Da uomo a uomo, mano nella mano
Una sigaretta non lo racconta ci vuole forse una vita intera
O una canzone non certo questa,
Altri maestri, altri genitori
Che non rinfacciano quello che sei, quello che vuoi
Quello che eri
Esistere è giusto un momento
Chi vive nel tempo muore contento
E sì, ci hanno visti contare le pietre di questo deserto
Pazienza, perdere tempo con il cielo, farlo di lavoro
Pagati per immaginare qualcosa che non puoi fotografare
Mi spiego meglio, senza nascondermi dietro a cazzate
Scritte per caso in questa palestra dell’orrore
Ecco la pietra, ecco il peccato,
Un cane pastore lo fa per amore,
Non per denaro, non per rancore,
Non per la lana esiste il gregge
Né per la legge
Siamo delle antenne, dei televisori
Emettiamo storie che fanno rumore
Cerchiamo la donna della vita o l’uomo della morte
Strade interrotte, eterni sorrisi, figli sangue del nostro lavoro
Non ci somiglieranno, figli ormai del mondo intero
E perdere la monotonia di quando tutto era al suo posto
I topi cacciati, debellati, mostri tutti sotto al letto
E lasciar volare via quell’abbraccio conosciuto
Di chi in nome del tuo bene ha distrutto il tuo passato
Quando arrivi tu se ne vanno gli altri
Sai che non va bene ma ti piace arrangiarti
Come fanno in quei paesi che non sappiamo pronunciare
Ma che ci piace addomesticare a parole
Ero presente al momento dei fatti
Il fatto non sussiste
Mettetelo agli atti
Ma non hai paura di nessuno
Se non della tua statura
Hai la democrazia dentro al cuore
Ma l’amore è una dittatura
Fatta di imperativi categorici
Ma nessuna esecuzione
Mentre invece l’anarchia la trovi dentro ogni emozione
Tu stammi vicino, anzi lontano abbastanza
Per guardarti il viso dalla stanza dei miei occhi
Aperti o chiusi, non importa
Sono occhi quindi comunque una porta aperta
Il tempo passa lo senti da questo orologio
Mentre lavori dentro un bar, ad una pressa o in un ufficio e…
E speri ancora che qualcuno sia lì fuori ad aspettarti,
Non per chiederti dei soldi, neanche per derubarti,
Non per venderti la droga e soffiarti il posto di lavoro
Ma per urlarti in faccia, che sei l’unica, sei il solo
Sei l’unica, sei il solo.

Qui sopra potete leggere la valutazione linguistica sui testi delle canzoni in gara a Sanremo 2019 di Lorenzo Coveri, professore di linguistica italiana all'Università di Genova, che si è occupato a più riprese del Festival.

Ricordiamo che la valutazione riguarda esclusivamente la parte linguistica. Un giudizio più motivato potrà essere dato solo dopo aver ascoltato la musica e assistito all’interpretazione dal vivo.

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