Paura di essere omosessuale, lo sfogo di un ragazzo e la risposta dello psicologo

Magazine, 19/09/2018.

Salve dottore,

sono un ragazzo di vent'anni e senza dileguarmi troppo le parlo subito del mio problema partendo dall'inizio.
All'inizio dell'anno sono tornato con la mia allora ex ragazza, qualche giorno dopo abbiamo avuto una discussione e io non ho risposto ai messaggi per parecchio tempo, quel pomeriggio sono uscito con degli amici e la sera ho notato che non ho pensato a lei. Gliel'ho raccontato e mi ha risposto che se per me era un un problema avrei anche potuto lasciarla. Inizia il mio tormento. Penso di non amarla più, e questo mi faceva stare male perché io volevo soltanto lei e vivevo con quest'ansia praticamente tutti i giorni, finché un giorno non ho deciso di scriverle tutto quello che stavo passando e improvvisamente mi sentivo senza più paranoie e pensieri per la testa e soprattutto senza ansia.

Dopo qualche tempo l'ansia e il dubbio ritornano e sono rimasti in me per tutta la durata della relazione, questo mi portava addirittura al pensiero di voler mettere fine alla mia vita perché mi sentivo come in un limbo. Tutto ciò finché un giorno lei non mi ha lasciato e ho iniziato ad addossarmi tutte le colpe e a capire che volevo soltanto lei realmente. Ma è stato tutto vano.

Le dico anche che durante tutta la relazione questo dubbio di non amarla mi portava a pensare di voler stare anche con altre ragazze. Quindi alla fine della relazione, passato il periodo triste, ero pronto a mettermi in gioco di nuovo, anche perché fortunatamente sono un ragazzo che piace.

Dopo un mese circa inizia il mio attuale calvario, un giorno mentre mi masturbavo mi è venuto il dubbio di essere gay, cosa mai pensata fino ad allora anzi ho sempre accettato i gay. Comunque da quel giorno non ne sono uscito più, non riesco più ad avere erezioni se non stimolate e sforzate. 

Tutto ciò mi porta a non vivere come voglio perché sono limitato in tutto e non riesco a fare niente. Ho pura di essere omosessuale e non voglio, ho sempre voluto nella mia vita una ragazza e le ho sempre avute anche belle fortunatamente.

Il pensare di avere paura di essere omosessuale mi porta a pensare anche di non esserlo perché altrimenti non avrei paura appunto (mi scusi il gioco di parole).Questa cosa mi sta divorando mentalmente perché provo sempre ad avere un'erezione spontanea ma nulla e in più ogni cosa che faccio e che facevo anche prima mi porta a pensare che essa sia un ulteriore conferma del mio essere omosessuale. Mi scusi la lunghissima mail ma mi è servita anche come sfogo.

Cordiali saluti.

Buongiorno

 In effetti la sua mail è lunghissima, anche se, ovviamente, non sarà mai lunga abbastanza per riassumere compiutamente la sua vita. Per questo mi limiterò a prendere in considerazione soltanto alcuni aspetti che spero possano aiutare lei e chi ci legge a riflettere a fondo sul perche riusciamo a complicarci la vita e a soffrire inutilmente.

Lei scrive : ...dopo una discussione... decisi di uscire con degli amici e la sera notai che non pensai alla mia ragazza...lì inizia il mio tormento, pensando di non amarla... Cioè lei si è tormentato perchè pensava che l'amore fosse pensarsi sempre? Meno male che non è così perche mentre gira in moto, ad esempio, è molto meglio che lei pensi alla guida. Se lavora spero che lei stia concentrato sul lavoro, e se va al gabinetto... beh non è certo il momento di pensare al proprio amore.

Quindi mi chiedo come mai, per lei, sia stato così grave accorgersi che talvolta può capitare di non pensare al proprio grande amore, senza per questo metterlo in dubbio. In più mi spiega perchè mai ha sentito il bisogno di dirlo alla sua lei? Che, giustamente, l'ha presa male.

Ha anche pensato di andare con altre ragazze, cosa che evidentemente non ha fatto, visto che, dopo, mentre si masturbava ha nuovamente pensato di poter essere gay. E poi a pensare di non esserlo e poi a pensare che potrebbe esserlo e a pensare che non vuole esserlo.

In piu lei pensa di non riuscire a vivere come vuole ma a questo punto, proprio quando servirebbe pensare a cosa vuole lei smette e non si capisce piu qual è la vita che vuole (e nenche lei si preoccupa di cosa e come deve fare, per riuscire ad  ottenere la vita che desidera).

A questo punto mi permetto di farle notare non solo che lei pensa troppo (e fa troppo poco) ma anche che non sa come vanno usati i propri pensieri, che sono delle risorse e non certo delle "certezze" e men che meno dei "destini".(o delle prognosi).Noi abbiamo un cervello che funziona bene proprio perche riesce a costruire degli scenari che vanno oltre il "qui ed ora" scenari di tutti i tipi tra i quali noi possiamo scegliere come di fronte ad un catalogo di viaggi intorno al mondo.Ma come non basta quardare la foto di un atollo delleMaldive per "essere" davvero alle Maldive, non basta " pensare" una cosa per farla diventare una realtà" e cosi si possono pensare mille cose e poi decidere cosa scegliere di fare (e di essere)tra queste mille ipotesi.Morale: invece che saltare subito alle conclusioni cerchi di conoscere meglio il funzionamento e la dinamica dei nostri e dei suoi pensieri e scoprirà che molte delle sue paure sono frutto della sua immaginazione e delle sue  conoscenze  troppo idealistiche e troppo poco pratiche, tipico della sua giovane età. Tra l' altro è paradossale che lei "provi" ad avere un erezione "spontanea" ....Forse non si è reso conto che se uno entra  nello stato d' animo di "dover  fare" delle "prove" ?non può aspettarsi che in queste "prove"  ci sia della "spontaneità".

Saluti.

Dott.Marco Emilio Ventura
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Genova

Di Marco Ventura

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