Perché mi è venuta paura di essere omosessuale?

Magazine, 07/02/2018.

Gentilissimo dottore,
sono una ragazza di 26 anni e le scrivo per un problema che sta influenzando la mia vita da poco più di un mese, la paura di essere diventata omosessuale. Partiamo dall'inizio.
Fino all'inizio della scorsa estate (maggio 2017 per essere precisi) la mia vita non dico fosse perfetta, ma poco mancava

Ero una ragazza laureata nei giusti tempi, con un ottimo voto ed intenta a iniziare il lavoro dei miei sogni, supportata da tanti amici e da una relazione stupenda che andava avanti da sette anni. Da un momento all'altro tutto si è distrutto.

Il lavoro non ha dato i risultati sperati, sono iniziate alcune delusioni sportive e a causa del nuovo lavoro del mio ragazzo, le litigate sono diventate più frequenti. Sentivo inoltre il forte peso dell'atteggiamento ansioso di una mia collega, che continuava a ripetere che questo lavoro non ci avrebbe portato la serenità e la stabilità che speravamo. Anche in ambito sentimentale le cose peggioravano. L'idea di una possibile convivenza con il mio ragazzo era svanita per motivi di lavoro.

A settembre in seguito ad una crescente ansia e sensazione di apatia nei confronti di tutto ciò che era solito entusiasmanti ho lasciato il mio ragazzo. È stato terribile e la mattina seguente mi sono svegliata in preda ad un forte attacco di panico. Da lì è iniziato il calvario. Tristezza continua, apatia fortissima, non capivo se fossi o no ancora innamorata di lui, che intanto dopo due giorni, già frequentava un'altra ragazza. Con il passare dei mesi (la relazione è finita ad inizio settembre) le crisi di pianto si sono attenuate, ma la mia apatia peggiorava, soprattutto in ambito relazionale. Non mi interessava più uscire o conoscere uomini, non mi attraevano minimamente e nonostante piangessi per lui, non ero sicura nemmeno di voler stare con il mio ex.

Iniziai ad avere paura che non mi sarebbe piaciuto più nessuno in tutta la vita, con grande sofferenza perché sognavo una famiglia, finché un terribile giorno, il pensiero più brutto... E se non mi attirasse perché in realtà mi piacciono le donne? Da quel giorno è stato un crescendo di ansia che sembra non avere più fine.

Ho iniziato a guardare ogni ragazza, ogni donna nel tentativo di vedere se mi suscitasse qualcosa. Poi guardavo gli uomini e pensavo Perché non ho voglia di conoscerli? mi piacciono abbastanza? Lo faccio tutt'ora. Ho iniziato a scansionare la mia vita passata alla ricerca di segnali di un'eventuale omosessualità latente e a cercare informazioni tutti i giorni a tutte le ore nel tentativo si smentire tutto. Ma purtroppo la mia ansia aumenta a tal punto da sfociare in attacchi di panico e da pensare che sia realmente così, che i miei pensieri siano veri.

Mi sembra di notare e che mi piaccia ogni donna, mi figuro immagini in testa per capire se provo disgusto o no... Ma non essendo minimamente omofoba, non è facile capirlo. Sto iniziando a chiudermi sempre di più in me stessa e faccio fatica a svolgere quelle che sono le mie normali attività, ossia lavoro, amici, sport ecc... Non so che fare. Sono sempre stata attratta solo dai ragazzi, gli unici per cui abbia mai avuto cotte o al massimo da modelli femminili a cui mi ispiravo... Anche se ora non sono più sicura di nulla. Anzi, mi sembra quasi il contrario, anche perché non riesco ad immaginare più quel bellissimo futuro da donna in carriera sposata con un uomo meraviglioso e con un bimbo stupendo. Non so che fare, ho pensato anche di farla finita. Ho avuto tante altre ansie in passato, ma mai così. Non riesco più nemmeno a guardarmi allo specchio.

La prego, ho perso completamente la concezione di me. Ho sempre avuto le mie insicurezze, seppur sia sempre apparsa una ragazza forte, ma non ce la faccio più, mi aiuti.

Aspetto la sua risposta con ansia

Cordialmente

Buongiorno Gentilissima ragazza,
Come forse avrà letto, sui miei precedenti lettini virtuali, sul tema della paura di essere omosessuali, ho già scritto molto e ogni volta, per ogni persona che scriveva, non c'era alcun indizio serio, per  giustificare una eventuale paura. Si trattava sempre e solo di banali dettagli che venivano ingranditi a dismisura. Ed è così anche per lei.

Per questo, ora, invece che ripetere ciò che ho già scritto e che lei  avrà già letto,  vorrei proporle una domanda: «Ma, dal suo punto di vista, cosa c'è di cosi tanto terribile nell'essere omosessuali, da arrivare a farla diventare una paura tanto intensa da diventare un' ossessione?»

Io avrei una risposta, ma non ha importanza, ora, cosa penso io, ma, anzi, vorrei che fosse lei stessa, a darsi una risposta. In fondo omosessuale è solo una parola. E non si può (o meglio non è saggio) avere paura di una parola.

Ma le parole racchiudono dei significati e quindi lo ripeto: che significato avrebbe, per lei, essere omosessuale?
Ci pensi su e cerchi di pensarci seriamente, perché è di questo, significato nascosto, di cui lei ha timore. E l'omosessualità non c'entra. O meglio è solo una scusa.

Èil classico specchietto per le allodole, che serve solo a sviare l'attenzione da quello che è davvero, l'aspetto di se stessa, che le crea tutto questo turbamento.

A proposito lei, di sé, dice: «Ho sempre avuto le mie insicurezze, seppure sia sempre apparsa una ragazza forte». E non ci sarebbe da stupirsi se, questa volta, le sue insicurezze, sul lavoro ,nello sport, nella sua relazione e sul suo futuro, in generale, abbiano messo in crisi la sua idea di sé e la sua capacita di convincersi e di dimostrare a se stessa, di essere,davvero, una ragazza forte.

Lo ripeto, ci pensi bene,  perché, in  ogni caso, per una donna, la fine della relazione con un uomo non determina, di per sé, l' essere omosessuali...

Ed a proposito di relazioni, se lei non ha ancora baciato follemente tutte le ragazze che ha incontrato, se non ha flirtato o tentato di sedurre le sue amiche, se non ha ancora fatto sesso selvaggio con almeno altre tre donne diverse e se non si è ancora sentita cosi tanto attratta da un’altra donna al punto di volerci andare a vivere assieme... non le è ancora venuta una forte paura, di essere decisamente etero?

Ci pensi.

Dott. Marco Emilio Ventura

Di Marco Ventura

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