Magazine - In Netoscka Nesvanova (Orsa Maggiore, Torriana, 1989), Fedor Dostoevskij scrive:
Non ho una memoria di mio padre. Egli morì quando io non avevo due anni. Mia madre si sposò di nuovo e questo matrimonio le procurò molti dispiaceri, sebbene fosse stato un matrimonio d’amore. Il mio patrigno era musicista, ed ebbe una vita singolare: egli è l’uomo più strano, più straordinario che io abbia mai conosciuto. Il ricordo di lui è rimasto scolpito nelle mie impressioni d’infanzia così fortemente che tutta la mia esistenza ne rimase influenzata.
Nicla Vassallo (ricercatrice di Filosofia all'Università di Genova ed esperta di filosofia angloamericana).
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