Festival di Annecy 2017 tutti i film premiati

Magazine, 21/06/2017.

Si è conclusa la 41esima edizione del Festival Internazionale del Cinema d’Animazione di Annecy che ha visto, tra corti e lungometraggi nelle diverse categorie, ben 216 film in concorso.

Marcel Jean, direttore artistico del Festival, ha celebrato con il Cristallo d’Onore, la prolifica carriera di Georges Schwizgebel, regista svizzero autore di numerosi cortometraggi realizzati con una virtuosa tecnica di pittura animata, con pennellate sicure, uno stile barocco e un approccio postmoderno con la storia dell’arte, influenzando coi suoi lavori schiere di giovani animatori, tanto che, come ricorda Marcel “due dei suoi corti La course à l'abîme e 78 Tours, sono inclusi nella lista dei 100 migliori film d’animazione” nella selezione fatta dai curatori del Festival nel 2006. L’assegnazione del premio è stata seguita dalla proiezione, con accompagnamento al piano dal vivo da parte del figlio Louis Schwizgebel-Wang, di Erlkönig, basato sul poema di Goethe sulle note di Schubert e Liszt, oltre che dall’anteprima del suo ultimo lavoro La bataille de San Romano, in cui il celebre dipinto di Paolo Uccello viene animato in un vortice di forme e colori.

Nella categoria dei film su commissione il premio della giuria è andato a Moby Are You Lost in the World Like Me?, di Steve Cutts, videoclip musicale sull’alienazione determinata dall’uso dei cellulari, mentre il Cristallo è andato a Material World, di Anna Ginsburg, un breve documentario sui materiali di cui sono fatti i nostri indumenti.

Per le Serie e gli Speciali Tv una menzione speciale è stata data a BoJack Horseman Fish Out Of Water, di Mike Hollingsworth, mentre il premio della giuria è andato a The Man-Woman Case Wanted, di Anaïs Caura e il Cristallo a Revolting Rhymes Part One , di Jakob Schuh, Jan Lachauer, Bin-han To, serie basata sull’omonima raccolta di rime di Roald Dahl.

Tra i film di diploma la giuria ha assegnato una menzione speciale a Pas à pas, di Charline Arnoux, Mylène Gapp, Léa Rubinstayn, Florian Heilig, Mélissa Roux, che ci fa immergere nel mondo di sensazioni di una persona non vedente; il premio della giuria è andato a Summer's Puke is Winter's Delight, della giapponese Sawako Kabuki, cortometraggio sul tema della bulimia; il Cristallo è stato assegnato a Sog, del tedesco Jonatan Schwenk, racconto surreale realizzato con una raffinata tecnica di stop motion.

Se fino a questo punto posso dirmi più o meno d’accordo con la scelta fatta dalle varie giurie di categoria, per quanto riguarda la sezione lungometraggi ammetto di non aver condiviso la decisione presa, se non per il premio del pubblico assegnato a Dorota Kobiela e Hugh Welchman per il loro Loving Vincent, film indagine sugli ultimi giorni di vita di Van Gogh realizzato completamente con la tecnica della pittura animata con riferimenti espliciti alle opere del grande artista. Il premio della giuria è stato assegnato a In This Corner of the World, di Sunao Katabuchi, film, visivamente interessante dal punto di vista della composizione delle immagini, che racconta la storia di una ragazza di Hiroshima nel periodo a cavallo tra il 1944 e il ’45. Il Cristallo per il miglior lungometraggio va, per la varietà dell’animazione, a Lu Over the Wall, di Masaaki Yuasa, storia di amicizia tra un ragazzo e una sirena appassionata di musica e danza, che ricorda molto, troppo, nello stile il personaggio di Ponyo dell’omonimo film di Hayao Miyazaki.

Personalmente ho trovato più interessante Teheran Tabou, di Ali Soozandeh, che racconta, in modo duro, la vita di tre donne in Iran la cui libertà personale è continuamente messa alla berlina dalla subordinazione agli uomini; o più divertente Zombillénium, di Arthur de Pins e Alexis Ducord, avventura fantastica all’interno di un parco divertimenti gestito da zombie, vampiri e lupi mannari, basato sulla graphic novel dello stesso De Pins.

Infine, per la categoria storicamente più importante, quella dei cortometraggi il premio del pubblico va a Pépé le morse di Lucrèce Andreae, il difficile percorso di accettazione del lutto da parte di una famiglia che va sulla spiaggia per rilasciare in mare le ceneri del proprio caro; la menzione speciale della giuria va a L’Ogre, di Laurène Braibant, sul risveglio dell’istinto di un orco, un uomo dalle dimensioni gigantesche, apparentemente adattatosi alla vita in società; il premio della giuria va a Kötü Kiz (Wicked Girl), del turco Ayce Kartal, storia di una bambina abusata raccontata col tono della favola ed eleganti disegni; infine il Cristallo per il Miglior cortometraggio è stato assegnato a Min Börda (The Burden ), dello svedese Niki Lindroth Von Bahr, malinconico e surreale musical interpretato da pesci, topi e scimmie in un anonimo crocevia di strade.

Questa lunga sequenza di film è solo la punta dell’Iceberg di quanto visto ad Annecy: personalmente spero che arrivi nelle sale italiane anche il delizioso e brillante Le Grand Méchant Renard et autres contes, di Benjamin Renner, autore della graphic novel, e Patrick Imbert presentato come evento speciale al Festival. Tre racconti messi in scena dagli animali che gravitano intorno ad una fattoria, che per molti aspetti assomiglia a quella del nostro Lupo Alberto, tra cui il racconto di una volpe che, non essendo in grado di catturare i polli decide di rubare direttamente le uova per covarle e poi finalmente mangiare i pulcini, se non fosse che questi finiscono per riconoscere la volpe stessa come la propria madre.

La 42esima edizione del Festival si terrà tra l’11 e il 16 giugno del 2018 e avrà come paese ospite il Brasile.

Di Alessandro Castellano

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