Vie Verdi. Itinerario sulla ciclabile del Ponente Ligure: cosa vedere e dove fermarsi

Imperia, 12/11/2020.

C’era una volta la ferrovia, il mezzo di trasporto che cambiò le vite della gente, le loro abitudini e l’intera società. Ma laddove c’era una volta la ferrovia e oggi non c’è più - perché superata dalle auto o addirittura dai treni ad alta velocità - sono rimasti dei cammini ferrati che sono al tempo stesso memoria storica, patrimonio culturale e, spesso, ambiente incontaminato da ripercorrere indietro nel tempo, a piedi o in bicicletta.

A venti di essi l’autrice e instancabile viaggiatrice Ornella D’Alessio ha dedicato il libro Vie Verdi: sui tracciati ferroviari dismessi (itinerari in tutta Italia da fare in bicicletta o a piedi), edito da Cinquesensi (29 ottobre 2020, 10 euro). Il volume include anche due itinerari in Liguria, uno a Ponente (Parco Costiero Riviera dei Fiori) e uno a Levante (Maremonti & Co): di seguito pubblichiamo, per gentile concessione dell'editore Cinquesensi, il testo relativo all'itinerario sulla pista ciclo-pedonale del Ponente Ligure.

Parco Costiero Riviera dei Fiori: itinerario sulla pista ciclo-pedonale dal libro Vie Verdi

La pista ciclo-pedonale del Parco Costiero Riviera dei Fiori si rispecchia in uno fra i tratti costieri più amati del Bel Paese. Già nel 1872 la linea ferroviaria era attiva perché utilizzata soprattutto dalla noblesse del tempo, che in treno raggiungeva i luoghi più in voga della Riviera. Linea ferroviaria di gran classe che dalla sua inaugurazione e fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale comparve in importanti film del periodo e non soltanto di produzione italiana, a conferma della notorietà raggiunta. La Guerra poi, per ovvie necessità, la convertì in una tratta per uso militare, ma a conflitto concluso tornò a rappresentare un mezzo di viaggio socialmente utile per chi si spostava per lavoro e, soprattutto in estate, per i molti italiani e stranieri che affollavano la costa ligure negli anni del boom.

Nei decenni seguenti la linea non fu più il mezzo di riferimento primo per raggiungere la Costa dei Fiori e nel 2001 è stata soppressa. Dalla vecchia e gloriosa linea, tuttavia, negli anni seguenti sarà ricavata una fra le attrazioni della Riviera, la pista ciclo-pedonale del Parco Lineare, inaugurata nel 2008, che si snoda per 24 chilometri, da Sanremo a San Lorenzo al Mare, arrivando fino ad Ospedaletti, a Ponente di Sanremo, da dove si parte alla scoperta del Parco Lineare, come lo ha definito l’architetto Renzo Piano.

Si pedala, si cammina, ci si diverte, immersi tra cielo e mare, in mezzo alla vegetazione mediterranea, sfiorando le città, vivendo un singolare isolamento naturalistico. Il percorso su un asfalto speciale a mescola colorata è perfetto, uniforme e lineare, adatto anche ai bambini più piccoli e sicuro: ogni cinquecento metri ci sono le colonnine Sos. I 5,5 metri di larghezza sono suddivisi in due corsie per ciclisti, una per chi va e l’altra per chi viene (la pista si può iniziare indifferentemente da una parte o dall’altra o dai paesi intermedi) e accanto c’è quella riservata ai pedoni. Il successo del percorso è testimoniato dall’interesse dei più grandi alberghi storici di Sanremo affacciati sulla ciclabile, che si sono organizzati per favorirne l’uso ai propri clienti più attivi.

Sempre Sanremo, a pochi passi da Portosole o, a scelta, in altri due punti in centro città, c’è Nolobici, l’unica organizzazione presente in tutti i paesi attraversati dal Parco Lineare, che facilita la presa della due ruote in un luogo e il rilascio in un altro. Il tracciato da percorrere in entrambe le direzioni, si affronta con la bici propria o a noleggio. La pedalata, come anche la camminata, si può fare in giornata oppure in un fine settimana arrivando in auto o con il treno in uno dei borghi costieri. Il percorso è facile, tutto pianeggiante.

È straordinario il continuo cambio panoramico durante il percorso, mare e sempre mare, una curva, l’abitato storico, lo attraversi, ne esci, un tunnel ma è costante la compagnia della vegetazione lussureggiante baciata dal sole. Una galleria merita la sosta subito: è il museo visivo della Milano-Sanremo. I campioni si allenano, le strade della Sanremo si raggiungono con brevi digressioni dalla pista. Nel 2015 il prologo del Giro d’Italia si è consumato proprio qui. Nel corso del tempo si sono recuperati o si ripristineranno altri caselli e stazioni. Nascono così i punti di ristoro. A livello multisportivo c’è il campo di calcetto di Santo Stefano al Mare mentre sulla costa di Bussana ci sono i campi di pallavolo.

La cultura è legata al territorio: ottimo il recupero della stazione di Riva-Santo Stefano, con la creazione di un museo dedicato al relitto della nave romana adagiato sul fondale marino antistante. E a Riva Ligure, nel pianterreno del palazzo comunale, c’è l’altra esposizione legata allo scavo dell’area archeologica di Costa Balenae, con basilica, battistero e cimitero altomedievale. Uno spazio che si trova a pochi metri dalla ciclabile, appena al di là della strada carrozzabile, ad occidente rispetto all’abitato. Sono davvero molte, poi, le attrazioni vicine al percorso. Ad Ospedaletti spicca Villa San Luca, che ospita la Collezione Laura, sorprendente collezione antiquaria di straordinario valore, parte del Fondo Ambiente Italiano (Fai).

Sanremo è Sanremo, ovvio. Si passa a fianco della proprietà che fu di Alfred Nobel. Il parco e la villa sono valorizzati oggi da una nuova gestione ed ha riaperto anche il museo che racconta la vita dell’inventore della dinamite e del più rilevante premio per l’ingegno umano, collegando il tutto alla scienza ottocentesca. Amando l’aria aperta e il mare, Sanremo vuol dire anche spiagge, a partire da quelle libere, come l’Arenella o i Tre Ponti. Gli stabilimenti organizzati si incontrano tanto qui come sul litorale di Bussana, dove l’atmosfera è vivace e sportiva, mentre ad Arma si respira un’aria più glam.

A Bussana, al km 4, si può fare una digressione per Bussana Vecchia. Salita con potente panorama per raggiungere il paese dove il tempo si è fermato. Era la mattina del 23 febbraio 1887, la terra ha tremato: danni e tragedie in tutta la Liguria occidentale. L’antico abitato viene mestamente lasciato dagli abitanti che costruiscono una nuova cittadina verso il mare. E solo nel pieno del Novecento un gruppo di artisti, con un ceramista di origine torinese in testa, inizia a recuperare per quanto possibile case e spazi, dando origine ad uno dei più originali esperimenti di reimpiego sociale di aree terremotate. Lì, dove l’antico sapere dei muratori liguri si fonde con le installazioni artistiche più inattese e singolari. Un santuario mariano incastonato in una grotta sul mare segna il passaggio verso Arma, termine ligure preromano che vuol dire grotta.

Da non perdere, sempre qui, la pedalata invernale a cielo terso di primo mattino: per uno scambio di occhiate con la Corsica. Il paesaggio da qui in poi è rurale, regno di orti, oliveti, terreni agricoli lasciati liberi dalle serre floricole, ma il verde ornamentale c’è e pure il vigneto, con il recupero del Moscatello. Di Riva Ligure e Santo Stefano al Mare, borghi marinari adagiati lungo la costa, si dice che si respirano salsedine e rituali di pesca. Qualche tratto della strada romana, la Iulia Augusta, è rintracciabile. Passi di duemila anni fa si possono immaginare quando si raggiunge la prima parrocchiale di Riva Ligure, ora Santuario della Madonna del Buon Consiglio, dove il Medioevo si fonde nel raccoglimento. Attraverso il territorio si fa riferimento a piccoli abitati detti i paesi delle torri, perché tutti difesi da fortificazioni costruite a protezione dagli attacchi dei pirati barbareschi, cinquecento anni fa. Una di queste fortezze sorveglia Marina degli Aregai: il passaggio della ciclabile è suggestivo, incontrando una modesta caletta sassosa sul mare, un tempo approdo obbligato per la presenza di una sorgente di acqua dolce. Buona idea salire a Cipressa, insediamento composto da più borghi attorno alla chiesa parrocchiale e all’oratorio, con tanto di fortezza imponente in località Gallinaro. Da conoscere, tenendo sempre lo sguardo al mare. La strada è quella che ogni anno viene percorsa nel finale della Milano-Sanremo. Per questo è famosa come la salita (e la discesa, ben più ardita) del Poggio. Se si è allenati… sono passaggi da provare. È la terra d’argento degli olivi, ma ogni stagione offre presenze floreali naturali o coltivate ad ogni morbida curva.

Volendo, ci si allontana ancora dalla pista per andare a Costarainera o a Lingueglietta, la cui chiesa fortezza di San Pietro sfida i secoli, reinventandosi. Restando in pista si affronta un tunnel lungo un chilometro e mezzo per giungere a San Lorenzo al Mare, abitato che nasce ottocento anni fa, con due colonizzazioni legate a differenti poteri: Porto Maurizio a Levante e i signori della Lengueglia a Ponente. Oggi rivive come centro turistico per la riqualificazione seguita all’alluvione di vent’anni fa. È il vivace e ligurissimo terminale di una valle in cui domina l’olivo. In bici si arriva facilmente nell’immediato entroterra dove si apprezza il recupero di Torre Paponi: integrità di case e monumenti, il belvedere della chiesa parrocchiale, ristorante, museo della giara da olio, lavanda… tutto da esplorare per la gioia dei pochi abitanti, che quasi tutti di cognome fanno Papone.

La ciclabile termina a San Lorenzo, ma il progetto attuativo e i fondi per il prolungamento fino ad Imperia ci sono. E poi fino al Dianese, Andora e ancora avanti. In attesa vale fare le digressioni verso i centri storici portorini, come Civezza, con il suo abitato disteso sulla cresta collinare e le sue torri medievali, le sue feste. O conoscere la val Prino col suo centro principale in Dolcedo: la sola veduta sulle case tenute insieme da un ardito ponte duecentesco. Quando si arriverà a Imperia saranno motivo di sosta i borghi marinari sulla pista e il Parasio, centro storico di Porto Maurizio. Oltre ancora, la city post-industriale di Oneglia e la conca dianese, altra terra di olio e di vigne, dove il silenzio regna salendo di paese in paese. Oliate la catena, è il momento. Su due ruote o a piedi, sarete viaggiatori e non turisti.

L'autrice: chi è Ornella D'Alessio

Grande viaggiatrice, Ornella D'Alessio scrive dal 1985. Prima di laurearsi ha cominciato a percorrere il globo dalle Svalbard all’Antartide, dall’Australia all’isola di Pasqua (Cile), trasformando la sua passione in un mestiere. Autrice di guide e di reportage dal mondo nel corso degli anni ha collaborato con le principali riviste di viaggi italiane e internazionali. Negli ultimi anni ha cambiato andatura e per scelta viaggia più lentamente con l’obiettivo di assaporare sempre di più la bellezza.

«Scrivere un libro è sempre una piccola sfida», spiega Ornella D'Alessio, e «farlo nell’estate 2020 avrebbe potuto essere una vera incognita. In realtà ho trovato tante persone al lavoro come me, anche nei giorni caldi di Ferragosto. Tutti collaborativi ed entusiasti del progetto Vie Verdi. Con grande emozione ho percorso ciclovie valorosamente realizzate su sedimi ferroviari abbandonati, a volte perfette, a volte pronte solo in parte. Un modo di ammirare paesaggi e conoscere territori da una prospettiva diversa, possibile anche per i pigri che si perdono panorami incredibili, senza sapere che oggi con le biciclette elettriche è tutto facile».

Argomenti trattati

Newsletter EventiResta aggiornato su tutti gli eventi a Genova e dintorni, iscriviti gratis alla newsletter