Genova - Serata di grande blues ieri sera a Sanremo. La cornice di Villa Ormond ha ospitato, nell'ambito della rassegna Sanremo Immagine Jazz&Blues, il virtuosistico Robben Ford.
Cresciuto a pane e R&B, ha iniziato a suonare la chitarra da autodidatta dall'età di 13 anni. Ha vissuto a San Francisco e ha fondando la Charles Ford Band insieme ai suoi fratelli. Il passo successivo è stato l'esperienza con gli Yellow Jackets, band leader in ambito fusion. Poi il rtitorno al primo amore, il blues, raffinato, morbido, vellutato. Prima di portare la propria musica in giro per il mondo ha suonato con musicisti del calibro di Joni Mitchell, Miles Davis, George Harrison e Jimmy Witherspoon.
Il suo sound è una miscela riuscitissima di blues, jazz, rock e contaminazioni etniche. Sul palco sanremese ha eseguito numerosi pezzi dell'ultimo album Supernatural, come la dolcissima Nothing to nobody e Hey brother, senza dimenticare i successi del passato recente, come Prisoner of love, scandita con accordi graffianti su una luccicante Gibson bordeaux e Chevrolet, ritmatissimo riff capace di mandare in visibilio la platea, anche in virtù di un'estensione e di una presenza vocale davvero marcata, un po’ in ombra nel passato musicale di questo bluesman singolare, capace di esaltare con durezze rocchettare e di accarezzare con un tono e un mood decisamente jazzy. La splendida esibizione di Robben Ford ha avuto un'interessante coda: sul palco è salito anche John Hammond, vecchio ed esperto bluesman bianco, che ha presentato il nuovo lavoro, Wicked grin, nel quale gli echi della tradizione black si fondono con struggenti note folcloriche, disegnate nella notte da un'antica e malinconica fisarmonica bianca.
Gian Maria Brega
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