Tricolore 2022, la mostra di Luigi Christopher Veggetti Kanku al Castello D'Albertis

Castello D'Albertis - Museo Cerca sulla mappa
DA Giovedì01Dicembre2022
A Domenica12Febbraio2023

Dal 1 dicembre 2022 fino al 12 febbraio 2023 presso la sala polifunzionale e la sala da pranzo estiva di Castello D’Albertis museo delle culture del mondo si potrà visitare Tricolore 2022. È un progetto artistico e sociale internazionale che prevede la realizzazione da parte di Luigi Christopher Veggetti Kanku di 3 opere totalmente digitali, formato NFT (Non-Fungible Token che certificano e proteggono l’autenticità dell’opera d’arte, firmate dall’artista), unite a più tradizionali opere su tela o carta e, per questa penultima tappa italiana, anche opere scultoree, presentando per l’occasione alcuni lavori inediti.

L’artista, Luigi Christopher Veggetti Kanku è un pittore afro-italiano, di origini congolesi: nasce a Kinshasa (R.D.C.) nel 1979, vive e lavora in Brianza. Attivo da tempo sulla scena artistica contemporanea internazionale, presenta in questa occasione opere pittoriche di grande formato, spesso grandi ritratti femminili di volti che vengono percepiti dalla società come africani, ma dei quali, tramite alcuni dettagli, viene dichiarata e rappresentata l’identità afroitaliana: l’artista vuole riflettere su un concetto d’identità più profondo di quella dettata dall’apparenza fisica, domandandosi allo stesso tempo: cos’è che determina l’identità? Le opere dell’artista vogliono anche rappresentare un importante patrimonio culturale per le giovani generazioni, in quanto i riferimenti artistici sono sempre stati occidentali ed eurocentrici: la costruzione di una nuova rappresentazione, nella quale i ragazzi afrodiscendenti si possano identificare è il vero messaggio rivoluzionario.

Verranno inoltre proiettate opere digitali NFT che offrono anche interessanti spunti di riflessione su questa relativamente nuova forma d’arte e, infine, opere scultoree inedite, costituite da “puttini”, sculture dalle fattezze di bambini bimaterici. Tali “puttini” sono figure goffe, dolci, dal portamento innocente, che vogliono richiamare quella istintiva simpatia che naturalmente si prova per i bimbi dalle fattezze “esotiche”, quello sguardo amorevole che, a volte, si trasforma in occhiate diffidenti verso lo “straniero” quando divenuto adulto. Sono costituite da due parti: una di terra, spesso posta frontalmente, verso l'osservatore, va a rappresentare quello che la gente vede in prima linea, ossia la pelle nera, la diversità fisica, le usanze presunte d’origine. L’altra parte, bianca e liscia, marmorea, a voler simboleggiare quella parte sovente messa in secondo piano: la cultura italiana, il contesto sociale in cui i bambini nascono e vivono, che inevitabilmente li impregna e li forma in tutto il loro percorso di crescita. La terra grezza, ruvida e l’approssimazione figurale sono un chiaro ponte verso le opere tribali, mentre, la superficie liscia e marmorea del cemento bianco trattato rivendicano una storia “occidentale”: una contrapposizione che ribadisce in una provocatoria scissione visiva il diritto di essere liberi di essere e cercare se stessi. Per informazioni: 010 2723820 o e-mail.

Argomenti trattati

Newsletter EventiResta aggiornato su tutti gli eventi a Genova e dintorni, iscriviti gratis alla newsletter