Francesco Mannella con il brano Gaia: «Sei bella come Genova al tramonto»

Paola Popa

Genova, 09/03/2023.

Francesco Mannella è un giovane musicista genovese, che conquista per la sua sincerità e passione. Nei suoi lavori racconta storie di vita con l'entusiasmo dei vent'anni. Ha iniziato a fare musica da bambino, suonando le pentole di casa, per poi passare alla batteria e, via via crescendo, alla tastiera e alla chitarra. Al liceo arriva lo step successivo: la scrittura, seguita dai primi singoli.

A febbraio 2023 è uscito il brano Gaia, una canzone d'amore, che recita testualmente: «Sei bella come Genova al tramonto». Una vera e propria doppia dichiarazione d'amore: «In un certo senso è bello dare questa interpretazione, è bello che questi due sentimenti, uno per una ragazza e l'altro per la mia città, si siano fusi in uno solo».

Il video di Gaia è ovviamente girato a Genova, in varie location, dalle più riconoscibili, fino a quelle meno battute, sulle alture: «Il Porto Antico ha avuto un ruolo fondamentale. Da qui si hanno infatti due prospettive, verso il mare e verso i monti, una sorta di visione a trecentosessanta gradi che abbraccia tutta la città. Per quanto riguarda le alture, invece, l'ispirazione per la scelta delle location, mi è venuta camminando nelle vicinanze di casa mia, in zona Principe. Alcune scene sono state girate proprio attorno alla stazione, da lì poi mi sono spinto verso i quartieri di Oregina e Granarolo. È stato bello ritrovarmi in quegli spazi poco frequentati, in cui abbiamo potuto girare il video in tranquillità».

Nel 2019 Francesco Mannella ha rilasciato un'altra canzone, Caro Nonno, dedicata alla persona che più lo ha ispirato «perché la sua vita è stata un vero e proprio spettacolo», afferma il giovane musicista. «Ogni cosa che ha vissuto è magica ed è degna di essere raccontata. Anche se avevo solo sedici anni, ho sentito la necessità di farlo in musica, per esprimere la gioia e la magia di averlo con me e per sottolineare l'importanza del ruolo del nonno come figura fondamentale all'interno delle famiglia».

Nel trailer di lancio del video di Caro Nonno, come ulteriore tributo a questo pilastro della vita di Francesco Mannella, si ascoltano le note di canzoni da lui particolarmente amate. Si tratta di alcuni passaggi musicali che accompagnavano i passi di danza di Fred Astaire e di alcune strofe della Canzone dell'amor perduto di Fabrizio de Andrè. 

Il rapporto di Mannella con Faber si amplia ulteriormente negli anni: «Ho studiato a fondo la sua storia quando ho avuto l'occasione di partecipare alle riprese della serie tv Il principe libero, proprio dedicata a Fabrizio de André. È stata un'esperienza formativa, perché da lì ho iniziato ad appassionarmi alla vita e alle opere di altri cantautori della scuola genovese, tra cui  Luigi Tenco e Bruno Lauzi. Ho fatto ricerche sui posti in cui si incontravano, nelle zone della Foce e di Boccadasse. Le loro parole sono il manifesto del loro vissuto, delle loro emozioni e ho capito che sono strettamente legate al territorio, sembrano proprio scaturite da qui. Questo mi è di grande ispirazione».

A proposito di ispirazione, i progetti di Francesco Mannella non si fermano: «A breve, già in aprile, ho in programma l'uscita di un'altra canzone, molto più ballabile rispetto a Caro Nonno e Gaia, in collaborazione con un altro artista, di cui non dico il nome, per non spoilerare troppo. Anche questa canzone avrà un legame con Genova, anche se non parlerà specificatamente della città, come è successo con Gaia. Secondo me sarà molto d'impatto. Sono curiosissimo di scoprire come verrà accolta!».

Dai primi strumenti suonati in casa ai singoli che stanno spopolando su You Tube, la storia d'amore di Francesco con la musica è cresciuta insieme a lui: «Vorrei che continuasse anche in futuro», conclude «anche se a vent'anni pensare a queste cosa fa un po' paura. Quello di cui sono sicuro è che, finché ne avrò la possibilità, andrò avanti. Voglio fare belle canzoni a prescindere dal dopo, sia che la musica diventi il mio lavoro, sia in caso contrario. È questo il mio obiettivo, per adesso, incrocio le dita e vedremo cosa succederà!»

Di Paola Popa

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