A spasso per le creuze del Carmine, tra via dello Zucchero e piazza della Giuggiola: perché si chiamano così?

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Genova, 21/02/2022.

Il quartiere del Carmine emana un fascino d'altri tempi, tutto suo, con le sue creuze colorate e i panni stesi da un capo all’altro del caruggio, poco sopra le teste dei passanti. È letteralmente a due passi dal traffico e dal trambusto del centro storico di Genova, eppure mantiene intatta la sua atmosfera di silenzio e di pace, di vita lenta. È un quartiere che riesce a portare il visitatore indietro nei secoli, catapultandolo in pochi passi fino al lontano Medioevo, epoca in cui le sue pittoresche creuze sono nate.

Camminando tra le tipiche casette liguri color pastello, vi siete mai accorti dei nomi scritti sulle targhe di alcuni caruggi? Vico Fragola, via dello Zucchero e via Cioccolatte, ma anche piazza della Giuggiola, Salita Monterosso e piazza San Bartolomeo dell'Olivella. Qual è il significato che si nasconde dietro a questi nomi? Lo conoscete già? Ecco qualche ipotesi. 

Si sa che, attorno al 1300, in questa zona si insidiarono antiche corporazioni di droghieri, che mantennero vivo il quartiere con le loro botteghe nel corso di numerosi secoli. Risulta che, verso la fine dell'Ottocento, il Carmine potesse contare, oltre alle antiche attività, anche sei osterie, tre fabbri, uno straccivendolo e un carbonaio. In più, le attività del forno e del parrucchiere, che sono lì ancora oggi. Ma ora parliamo dei nomi delle strette vie del Carmine. Vico della Fragola deve il suo nome all'usanza, nata a partire dal 1868, di dare alle vie nomi di piante e animali. I nomi di via dello Zucchero e via Cioccolatte derivano, invece, dalla produzione e dal commercio appunto di zucchero e cioccolato che in queste creuze si portavano avanti. Qui, probabilmente, risiedevano e lavoravano i maestri cioccolatai e i confettieri, che ai tempi godevano di grande fama e benefici nobiliari grazie alla moda che era scoppiata per il cioccolato. Il nome Salita Monterosso deriva, verosimilmente, dal nome di una delle casate che abitavano nei dintorni.

Di piazza San Bartolomeo dell'Olivella conosciamo con certezza le origini: nel 1305, il banchiere Bonagiunta Valente fece erigere la chiesa detta appunto dell'Olivella, dove poi si fece seppellire insieme al figlio. Ai tempi, nella piazza di fronte alla chiesa, si stagliava un grande uliveto, di cui oggi possiamo ancora ammirare due alberi di ulivo. Si pensa che, nel periodo romano, l'area del Carmine fosse molto ricca di vegetazione, tra piante da frutto, arbusti e cespugli; un'antica testimonianza è sicuramente l'albero delle Giuggiole, che dà il nome a una delle piazzette più caratteristiche di tutto il quartiere: piazza della Giuggiola. In questo piccolo slargo, tra le tante piante di limoni e arance, cactus e mimose, si può intravedere all'interno di un cortile privato anche l'albero delle Giuggiole che, simbolo del silenzio, cresce in quel punto strategico da più di 500 anni.

Gli abitanti del Carmine, ormai da qualche anno ,cercano di valorizzare il più possibile il loro quartiere unico e irripetibile. Per farlo, nel 2017 è stata costituita l'Associazione CarMine, volta a mantenere vivo il quartiere organizzando eventi per genovesi e foresti. Inoltre, la rinascita del Mercato del Carmine, ha dato nuova linfa al quartiere.

Di Elisa Morando

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