La grande Genova del '500 e il potere: La congiura del Fiesco in piazza San Lorenzo, lo spettacolo

Federico Pitto
Piazza San Lorenzo Cerca sulla mappa

Genova, 15/06/2021.

Con l'arrivo dell'estate 2021, torna anche il teatro all'aperto. Balli in maschera e duelli, grandi passioni, rivolte e tradimenti. E, soprattutto, Genova con la sua grandezza e il suo spirito di indipendenza. Si torna nel '500, con i Doria e i Fieschi. C'è tutto questo nella nuova produzione del Teatro Nazionale di Genova che, nell'ambito dei festeggiamenti per i 70 anni di storia dalla fondazione del Teatro Stabile, presenta in prima nazionale La congiura del Fiesco a Genova di Friedrich Schiller. Appuntamento all'aperto, in Piazza San Lorenzo, con repliche dal 19 giugno al 4 luglio 2021.

Un suggestivo allestimento site specific con la regia di Carlo Sciaccaluga (che firma anche una nuova traduzione del testo) per l'opera del grande drammaturgo tedesco, ispirata a una vicenda storica realmente accaduta quasi cinquecento anni fa nella Repubblica di Genova. Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con il Comune di Genova e la Regione Liguria e vede Iren come sponsor principale. L'ingresso in piazza San Lorenzo è gratuito con prenotazione a questo link a partire dal 3 giugno.

"Il celebre drammaturgo tedesco ha scritto La congiura del Fiesco a Genova ispirandosi a una vicenda storica che ci appartiene, ambientata nei luoghi che ci sono così familiari. Paradossalmente, però, quest'opera è molto più nota altrove che a Genova. È una delle responsabilità del Teatro Nazionale di Genova consegnare al proprio pubblico i grandi testi della letteratura teatrale - racconta Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova, che con questa produzione porta a realizzazione quello che era stato un desiderio anche dello stesso Ivo Chiesa - Nei 70 anni di storia del Teatro Stabile, oggi Teatro Nazionale, non era mai stata messa in scena. Siamo particolarmente felici di poterlo fare adesso, in un contesto altamente spettacolare e popolare come quello di Piazza San Lorenzo. Ed è giusto che i genovesi facciano proprio questo capolavoro: dobbiamo essere fieri del fatto che questa città è stata un modello nella storia e una fonte di ispirazione per l’arte. Genova deve usare la straordinarietà di eventi teatrali come questo per aprirsi all’internazionalità e raccontare come il desiderio di bellezza, arte e teatro qui sia vivo più che mai".

La vicenda narrata da Friedrich Schiller, basandosi su precise fonti storiche, si apre all’alba dell’anno 1547. Andrea Doria ha ottant'anni; nonostante non mantenga nessuna carica ufficiale, domina incontrastato la scena politica genovese. Il nipote Giannettino aspetta con ansia il proprio momento: vorrebbe rovesciare la Repubblica, farsi Duca di Genova e governare da solo. Le speranze degli oppositori - preoccupati che un’unica famiglia accentri il potere e che le antiche libertà della Repubblica siano a rischio - sono riposte in una sola persona, il giovane Conte di Lavagna, Gianluigi Fieschi, che nella notte tra il 2 e il 3 gennaio metterà in atto una sanguinosa congiura.

Nel 1783, quando Schiller scrisse La congiura del Fiesco a Genova, la città era ancora una repubblica, l’unica insieme a Venezia a essere rimasta politicamente indipendente sin dal Medioevo, resistendo a re e imperatori. Un fatto che certamente colpiva la sensibilità del ventiquattrenne autore, esponente dello Sturm und Drang: al centro della sua versione, peraltro in gran parte aderente ai fatti realmente accaduti, troviamo il conflitto tra potere e libertà e un eroe combattuto tra le rivendicazioni democratiche e la propria ambizione.

Carlo Sciaccaluga, 34 anni, figlio d’arte, già assistente di registi come Matthias Langhoff, Gabriele Lavia e Franco Branciaroli, una quindicina di regie proprie all’attivo (tra cui i recenti Una mano mozzata a Spokane e Fly Me to The Moon), del testo di Friedrich Schiller sottolinea il conflitto tra sfera individuale e pubblica e la natura ambigua del potere, tema complesso e di grande attualità. «È importante raccontare una storia che parla di oggi, di ieri, di domani. Di come la nostra sfera privata ed emotiva venga travolta dai grandi eventi collettivi. Degli scontri feroci di una comunità in nome del bene comune. Del rapporto tra l'individuo e la società in cui vive» commenta. «La congiura del Fiesco è lo specchio della nostra città, della sua grandezza silenziosa, del divampare nascosto dei suoi sentimenti».

La produzione del Teatro Nazionale di Genova si configura come un grande allestimento, che coinvolge oltre 25 maestranze tecnico-artistiche e un cast composto da 12 attori, selezionati attraverso una call e in parte formatisi alla Scuola di Recitazione del Teatro - Simone Toni, Aldo Ottobrino, Barbara Giordano, Roberto Serpi, Irene Villa, Andrea Nicolini, Francesco Sferrazza Papa, Silvia Biancalana, Maurizio Bousso, Marco Grossi, Melania Genna, Chiara Vitiello - per riportare in vita i personaggi immortalati nella storia e nella toponomastica della nostra città. Uno spettacolo corale, che si apre con una danza rinascimentale (le musiche originali sono di Andrea Nicolini) per poi incalzare lo spettatore con avvincenti scene d’azione.

La scenografia ideata da Anna Varaldo, caratterizzata da una lunga passerella metallica che permette agli attori una recitazione a 360 gradi, dialoga con le diverse architetture di Piazza San Lorenzo. La facciata della cattedrale si animerà di video proiezioni (curate da Davide Riccardi): immagini che si rifanno ai quadri di Bosch per dare corpo ai demoni dei personaggi. Le luci di Aldo Mantovani contribuiranno a regalare agli spettatori una prospettiva inedita della piazza.

I costumi, firmati dalla stessa Varaldo e creati a partire dallo studio della ritrattistica cinquecentesca italiana, con qualche commistione contemporanea, sono stati interamente realizzati dalla sartoria del Teatro con una straordinaria cura al dettaglio. Le iniziative per i 70 anni del Teatro di Genova, che si estenderanno sino alla fine del 2021, sono realizzate con il contributo dei partner istituzionali Ministero della Cultura, Comune di Genova, Regione Liguria, il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e IREN, l’apporto degli sponsor Leonardo, Coop Liguria, Unipol, Assiteca, Elah Dufour Novi, Banco BPM, Rhea Vendors e la collaborazione di diverse istituzioni culturali tra cui il Museo dell’Attore, la Fondazione per la Cultura Palazzo Ducale, l’Università di Genova e il Museo Diocesano. Main sponsor de La congiura del Fiesco a Genova è Iren.

La congiura del Fiesco a Genova di Friedrich Schiller

versione italiana e regia Carlo Sciaccaluga
personaggi e interpreti
Andrea Doria, principe di Melfi Andrea Nicolini
Giannettino Doria, suo nipote Aldo Ottobrino
Fiesco, conte di Lavagna Simone Toni
Verrina, congiurato repubblicano Roberto Serpi
Borgognino, congiurato Francesco Sferrazza Papa
Calcagno, congiurato Marco Grossi
Lomellini, nobile genovese Silvia Biancalana
Muley Hassan, moro tunisino Maurizio Bousso
Eleonora, moglie di Fiesco Barbara Giordano
Giulia, sorella di Giannettino Doria Irene Villa
Berta, figlia di Verrina Chiara Vitiello
Arabella, cameriera di Eleonora Melania Genna
scene e costumi Anna Varaldo
musiche Andrea Nicolini
disegno luci Aldo Mantovani
video Davide Riccardi
aiuto regista Alice Ferranti
assistente volontaria alla regia Rita Castaldo
movimenti coreografici Alessandra Manari
maestro d’armi Giovanni Sciaccaluga
direttore di scena Fabrizio Montalto
capo macchinista Angelo Palladino
macchinista Nathan Copello
attrezzista e realizzazione maschere Desirée Tesoro
elettricista Marco Giorcelli
fonici Edoardo Ambrosio, Claudio Torlai
costumi realizzati da Teatro Nazionale di Genova
realizzatrice e tagliatrice Maria Angela Cerruti
sarte Irene Barillari, Angela Siviero
assistenti volontarie ai costumi Isabella Lai, Giulia Sambuceti
parrucchiera e truccatrice Barbara Petrolati
ufficio produzione Nadia Fauzia
ufficio allestimenti Bruno Brighetti
fotografie di scena Federico Pitto
produzione Teatro Nazionale di Genova

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