Antropolaroid compie 10 anni. Granata invita nuovi talenti: Jonathan Lazzini a Genova

Genova, 25/05/2021.

Tindaro Granata torna a Genova. No, non è il viso nell'immagine. Quello è Jonathan Lazzini, ma occorre fare un'introduzione prima di arrivare a lui. Lo spettacolo storico di Granata, Antropolaroid compie 10 anni e, per festeggiare, l'attore e drammaturgo lo ripropone in varie regioni italiane per una tournée un po' speciale. Come tutte le ripartenze del comparto teatrale dopo i lockdown da Covid è chiaramente speciale, ma è strutturalmente interessante perché per ogni replica Tindaro Granata lascerà aprire la serata a un nuovo talento. In 15 minuti di prologo, giovani interpreti selezionati da Granata presenteranno le loro storie autobiografiche utilizzado i propri dialetti, tipici di ogni regione.  Antropolaroid sarà in scena al Teatro dell'Arca, presso il carcere di Marassi (GE), venerdì 28 maggio alle 19.30. Posti limitatissimi nel rispetto delle normative anticovid per cui la prenotazione è obbligatoria entro il 26 maggio alle ore 16.00 al cliccando qui.

«I ragazzi - racconta Tindaro Granata - li ho trovati insegnando alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano. Non ci sono però 20 ragazzi per tutt'e 20 le regioni, mancano per esempio Valle d'Aosta, Basilicata, ma abbiamo 13 regioni. Lui è l'unico ligure, è un poeta. Ho lavorato con loro per un mese e mezzo. Ognuno ha fatto il proprio Antropolaroid in 15/20 minuti partendo dalle proprie origini, dalla propria storia. Si trattava di un esercizio quindi non gli ho fatto fare un monologo di un'ora».

A Genova, arriva quindi il talento dello spezzino, Jonathan Lazzini (1994), poeta originario di Falcinello, Sarzana (SP), allievo della Scuola di Teatro "Luca Ronconi" presso il Piccolo Teatro di Milano dal 2017 e attualmente alle prese con il saggio finale su Doppio sogno di Arthur Schnitzler, a chiusura dell'anno extra generatosi dallo stop imposto dal Covid.

Lazzini è, prima ancora della sua carriera al Piccolo, un poeta che ha già pubblicato tre raccolte:  Rutti a pancia vuota (Giovane Holden Edizioni 2016) – pubblicato dopo il premio del concorso nazionale di poesia Premio Bukowski dell’organizzazione Soliti Ignoti di Viareggio nel 2015; E i cani fanno finta di niente (La Gru 2017) – poco prima di entrare al Piccolo Teatro. Canzoni del naufragio (Controluna Edizioni 2019) è il volume che aveva già più di 20 presentazioni organizzate, ma tutte poi saltate.

«Sembrano tre scrittori diversi», afferma Lazzini stesso. «Scritti in tre età diverse. Con il primo avevo 20 anni e pensavo che quello fosse il linguaggio da utilizzare. Un linguaggio osceno e brutale per cui mia nonna era poi arrabbiattissima con me e mi diceva che non avrei mai dovuto dare alle stampe certa roba. Con il secondo, forse ero un po’ più riflessivo, ma avevo ancora tante presunzioni. Il terzo è già qualcosa di più curato, ma è forse proprio questo il problema del libro, è troppo strutturato, è meno spontaneo. Gli altri invece sono troppo spontanei».

Lazzini è attualmente tra i 9 autori finalisti con il suo monologo Julia, testo numero 30 tra le 77 opere selezionate  (sulle 1.382 ricevute) per la XX edizione del Premio InediTO - Colline di Torino 2021. Presentate in diretta FB nei giorni scorsi, Lazzini racconta come sia stato ispirato a scriverlo osservando la propria coinquilina italo-australiana e compagna di corso (ne parla in prima persona dal minuto 18:25). Uno studio tratto da questo lavoro è andato in scena alla Scaletta nel 2020, interpretato da Giulia Di Renzi. «L'ho messo in scena in un locale, come finto concerto, perché parla di una cantante che non vuole più cantare. Dentro però ci sono finite tutte le paure e le angosce di essere artisti nel mondo di oggi, che poi sono tematiche vecchie come il mondo, ma mi toccano da vicino in un tempo accelerato che le acutizza». 

Come hai strutturato i tuoi 15 minuti? Com'è il tuo Antropolaroid? «Si intitola Alla luce del falò, da una canzone di Woody Guthry poi ripresa da Bruce Springsten, a sua volta ispirato da Tom Joad da Furore, romanzo di John Steinbeck incentrato sulla depressione americana nelle campagne. Uso questa canzone per creare un clima di campagna che brucia. Parto dal mio bisnonno Colombo ucciso dai nazifascisti, mentre era su un ulivo anche se non era neanche un partigiano. Poi passo a Renato, mio nonno, figlio di comunisti, che lavora in fabbrica, ma presto si sposta ai campi da cui parte la storia di mio padre. Metto mio nonno, mio padre e me stesso, l'uno affianco all'altro, come figli della campagna. Mio padre è poeta e mio nonno, non lo è stato formalmente, ma scrive poesie con le persone con cui parla. Poi tocco anche la parte della famiglia di mia madre».

Nel suo monologo Lazzini si sofferma anche sulle « mie peripezie con la scuola, per tornare quindi alla campagna e citare esplicitamente Furore di Steinbeck, portando sul palco il mio paesino Falcinello, passando per "A çimma", di Fabrizio De André, aarivare alla cima, piatto ligure, e di come lo pronunciava e lo preparava mia nonna».

Quale lingua o lingue usi nel tuo testo? Quale dialetto ligure? visto che sei cresciuto in un territorio di confine con la Lunigiana, storicamente terra con una sua lingua e parlata ben precisa? «Quando narro parlo in italiano. Uso poi un po’ il sarzanese e un po’ il dialetto di Castelnuovo. Ogni tanto uso l’armonica».

Lazzini è già stato notato come talento e ha già scritto un testo teatrale su commissione per Antonio Latella. «Ha chiesto a 5 drammaturghi diversi di scrivere, ma non so cosa ne faremo e chi sono gli altri. Tutto è stato rimandanto ovviamente, per cui immagino ci lavoreremo tra la fine di quest’anno e il prossimo». Come hai conosciuto Antonio Latella? «È venuto l’anno scorso alla Scuola, un mese prima che scoppiasse il Covid e chiudesse tutto, per un laboratorio su Romeo e Giulietta». E invece Tindaro Granata? «La scorsa estate era venuto a fare Antropolaroid a La Spezia, poi siamo rimasti in contatto e a un certo punto mi ha fatto entrare in Situazione Drammatica (associazione fondata da Tindaro Granata per lo sviluppo della drammaturgia italiana contemporanea, ndr). A dicembre, poi è venuto anche lui a Scuola e ora siamo qui».

Di Laura Santini

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