Teatro Nazionale Genova: Elisabetta Pozzi direttrice della Scuola di recitazione e accordo con l'Università

Genova, 10/05/2021.

Al via la nuova direzione della Scuola di recitazione Mariangela Melato del Teatro Nazionale di Genova, che porta con sé numerose novità. Il direttore Davide Livermore annuncia, sottolineandone l'esperienza, la passione e la sensibilità, la nuova direttrice: Elisabetta Pozzi, attrice pluripremiata e amata da pubblico e critica. Poi un'importante novità: l'accordo, unico nel suo genere, appena stipulato tra il Teatro e l'Università degli Studi di Genova, con l'obiettivo di rafforzare e ampliare ancor di più la proposta didattica e le prospettive della Scuola di Recitazione.

L'assessore alla Cultura e allo Spettacolo della Regione Liguria Ilaria Cavo esordisce così: «Oggi è una giornata storica per questo teatro. Si porta avanti un'impresa importante, quella di passare il testimone e di dare voce a chi non c'è più e ha dato tanto a questa scuola», riferendosi all'ex direttore e amato attore Marco Sciaccaluga, mancato il marzo scorso, a cui viene dedicato un lungo applauso. «La regione è stata vicino a questo progetto - prosegue - nella coordinazione e nel sostegno a questa scuola, per far sì che possa crescere nella quantità ma soprattutto nella qualità dei suoi corsi, già di altissimo livello». E Barbara Grosso, assessore alle Politiche Culturali del Comune di Genova, sottolinea: «Il teatro è stato colpito duramente da questa pandemia, riapre oggi dopo una chiusura di 14 mesi, ma non dimentichiamoci che al suo interno si è sempre lavorato. Il teatro è rimasto vivo e per ripartire bisogna credere fermamente che sia per tutti noi qualcosa di davvero essenziale».

La nuova direttrice Elisabetta Pozzi (nata a Genova) si è formata al Teatro Stabile, grazie anche agli insegnamenti e alle direzioni di maestri come Luca Ronconi e Peter Stein, Luigi Squarzina e Anna Laura Messeri. Nel suo discorso confessa: «Sono emozionatissima, più di quando salgo sul palco. Perché quando sei lì sai sempre dove andare, in questo caso il cammino è più misterioso. Si tratta di una responsabilità grande, questa è una delle scuole più importanti d'Italia, e ha l’impegno di formare delle creature che hanno deciso di dedicare la propria vita al teatro. Il teatro non è un luogo di pace, anzi. I formatori devono preparare a questo mondo mettendo gli studenti in difficoltà, accompagnandoli in questa ricerca che non si concluderà mai. L’obiettivo è quello di creare degli artisti completi, che si dedichino totalmente a questo atto d’amore, umano, spirituale e fisico allo stesso tempo, che è il teatro». Continua ponendo una domanda: «In questo periodo pieno di vuoto, che senso ha fare teatro? Bisogna ricreare la sua dimensione di rito, bisogna ritrovare quel contatto fisico con il pubblico, che oggi è diverso, così come noi attori siamo diversi. Bisogna approfittare di questo momento storico per dare il via a una sorta di rivoluzione del teatro».

Rivoluzione a cui il direttore del Teatro Nazionale Davide Livermore dice di essere pronto, soprattutto per quanto riguarda la lotta al riconoscimento dei mestieri del teatro: «Troppo spesso il lavoro dell’attore o del professionista tecnico del teatro viene sminuito, non riconosciuto come lavoro vero, e questo non è giusto. Il nuovo accordo con l'Università di Genova, grazie alla collaborazione con il Magnifico Rettore Federico Delfino, ha come scopo anche quello di far riconoscere a tutti il mestiere dell’attore, attestandone un vero e proprio percorso accademico».

La prorettrice dell'Università di Genova Nicoletta Dacrema spiega che cosa comporterà in pratica questo nuovo accordo: «Si tratta di un'alleanza unica sul territorio nazionale. Darà l’opportunità agli studenti della Scuola di recitazione di accedere ad alcuni corsi della Facoltà di Lettere e di ottenere così 18 crediti, che permetteranno loro di rafforzare il loro diploma ed essere riconosciuti anche dal punto di vista accademico - e poi aggiunge - i vantaggi saranno però anche per gli studenti dell'Università, che potranno finalmente entrare nel teatro e viverlo, mettendoci le mani, facendo tirocini e laboratori, scrivendo qui la loro tesi e seguendo le produzioni fin dai loro primi giorni di prova».

Elisabetta Pozzi conclude: «Il teatro è una ricerca continua. Io più vado avanti e più sono insicura. Quello che posso fare è condividere le insicurezze con chi sta cominciando a muovere i primi passi in questo mondo e accompagnarlo in una formazione che sarà molto lunga, aiutando ogni ragazzo e attore, unico nel suo genere, a individuare e perseguire il suo personale percorso artistico».

Di Elisa Morando

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