Piano riaperture, Fiepet Confesercenti: «Parziale e contraddittorio. Inapplicabile per maggior parte dei bar»

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Genova, 21/04/2021.

«Si riapre dal 26 aprile 2021? L'annuncio che ha inizialmente illuso e rasserenato gli oltre 340mila baristi e ristoratori sta diventando un incubo per la stragrande maggioranza di essi. A registrare un rallentamento delle restrizioni, lunedì prossimo, sarà meno di un ristorante o pub su due, quelli che hanno a disposizione uno spazio all'aperto da dedicare al consumo. E tra i quasi 150mila bar la quota è ancora inferiore». Così Giancarlo Banchieri, presidente nazionale di Fiepet Confesercenti.

«Dopo sei mesi di chiusura forzata a cena, di cui quasi quattro in zona rossa, la maggioranza assoluta delle imprese vede di nuovo slittare le prospettive di poter tornare a servire all'interno dei locali e solo a pranzo, non prima del prossimo primo giugno - continua il presidente Fiepet - Si tratta, quindi, di un provvedimento parziale e contraddittorio, anche perché è esplicitamente previsto che altri locali al chiuso, come le stazioni di servizio stradali, possano tranquillamente permettere il consumo all’interno. E che genera non solo distorsioni concorrenziali tra chi ha e chi non ha dehors, ma anche nuove incertezze: come si fronteggeranno, ad esempio, le avversità climatiche? Soprattutto, ci chiediamo come si farà a sostenere l’attività anche nei pubblici esercizi che potranno riaprire il servizio al tavolo, visto che gli spazi all'aperto valgono, in media, appena il 20% della capienza complessiva dei locali?».

«Mi sembra chiaro che sia necessario trovare una nuova soluzione, che tenga conto delle specificità dei pubblici esercizi - ad esempio la possibilità effettiva di areazione - e che preveda la possibilità, per le Regioni, di gestire in autonomia e con specifici accordi le deroghe. Ma dobbiamo pensare anche a un modo per utilizzare il pass vaccinale: limitando la possibilità di consumo al chiuso a chi ne dispone, potremmo permettere ai locali senza spazi all’esterno di ripartire come pubblici esercizi Covid-free», conclude Banchieri.

«Un disastro - è il lapidario commento di Alessandro Simone, vicepresidente di Fiepet Genova - Da quello che abbiamo letto in bozza la norma, per come è scritta, risulta inapplicabile per la maggior parte dei bar: una commistione tra servizio d'asporto e servizio al tavolo esterno che è impossibile da gestire. Il barista sarà di nuovo costretto a fare il poliziotto nel proprio esercizio: non é possibile garantire la permanenza del cliente al tavolo con la propria consumazione, in una dinamica di bar. Tutto questo non può far altro che svantaggiare le aziende che rispettano scrupolosamente le norme. D'altra parte, non sarà semplice neanche il lavoro dei controllori: servirebbe il Var per verificare il rispetto della norma».

«Queste nuove linee guida che, in realtà, autorizzano la riapertura solo sulla carta - dal momento che, per rispettarle, l'attività non potrà che riprendere a regime ultraridotto -, ci sembrano una vera e propria lavata di mani da parte del governo: chiediamo quindi, una vera accelerazione del piano delle riaperture, visto che i ristori sono completamente insufficienti e non coprono neppure i costi fissi», conclude Simone.

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