Titanio sul Beigua, Legambiente Liguria: «Preoccupati per via libera ai permessi di ricerca»

Alessandro Vecchi, wikipedia commons

Genova, 27/02/2021.

Legambiente Liguria esprime grande preoccupazione dopo avere appreso che, con il decreto numero 1211-2021, la Regione Liguria concede per tre anni alla CET, la Compagnia Europea per il Titanio, il permesso di ricerca, che ha la finalità di portare all’apertura della miniera nel comprensorio del Parco del Beigua

«Riteniamo questa una scelta sbagliata anche se limitata ai 229 ettari (su 458 interessati complessivamente) che si trovano ai margini del confine del Parco del Beigua, perché è evidente che tutti gli impatti negativi dell’apertura di attività minerarie ricadrebbero nell'area Parco - dice Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria - Con la scusa della ricerca scientifica si verifica un precedente pericoloso, preludio ad una attività insostenibile per impatto ambientale e lontana dai desideri di sviluppo delle comunità locali che da anni si oppongono a qualsiasi ipotesi di apertura di attività estrattive. Legambiente è vicina ai cittadini che vivono e operano nel Parco del Beigua valutando anche le modalità e le sedi opportune per opporsi a questo decreto».

L’associazione ambientalista ricorda che il gruppo montuoso del Beigua, diventato Parco nel 1995, Geoparco europeo e mondiale nel 2005 e nel 2015 è stato riconosciuto UNESCO Global Geopark ed è l’unico parco ligure a potersi fregiare di tale riconoscimento. «Inoltre in questi anni l’Ente Parco ha portato avanti un lavoro su un modello di sviluppo basato su agricoltura sostenibile, manutenzione dei boschi, turismo di qualità e consorzi sempre più attenti alla filiera corta - aggiunge Grammatico - anche per questo ribadiamo la nostra contrarietà al progetto che devasterebbe un’area protetta di inestimabile valore per biodiversità e valori ecologici e paesaggistici oltre che mettere a repentaglio la salute di chi vive nel territorio».

Da un punto di vista sanitario, come ha ricordato Grammatico, diversi studi hanno inoltre evidenziato come nel minerale grezzo nella composizione delle rocce del giacimento risulta la presenza di un anfibolo del gruppo degli asbesti in una percentuale pari a circa il 10/15% che ha tendenza a separarsi sotto forma di fibra e minutissimi aghi ed è notoriamente dannoso per la salute.

Poi sono arrivate le parole di Regione Liguria: "Non è stata fatta alcuna delibera di giunta autorizzativa per la raccolta del titanio nell'area del Beigua. Il consigliere Rossetti confonde, strumentalizza e non sa di cosa parla. Gli uffici tecnici competenti hanno permesso, nel pieno rispetto delle norme, uno studio non invasivo che non interessa l'area del parco del Beigua. Non vi sarà alcuna attività di cava: lo studio verrà condotto senza alcun prelievo né alcun intervento sul territorio. Degli oltre 450 ettari richiesti ne sono stati concessi poco più di 200, escludendo l'area del parco naturale regionale del Beigua. Questo è stato fatto nonostante ci fossero pareri favorevoli ad autorizzare attività di studio in tutta l'area, anche del parco, da parte della Provincia di Savona, dell'Arpal e dell'Asl competente. Lo stesso Ministero dell'Ambiente ha confermato che l'attività di studio non dev'essere soggetta a VIA, proprio in virtù delle modalità non invasive che verranno impiegate. Nessuna autorizzazione quindi da parte della Giunta: chi afferma il contrario afferma il falso, senza conoscere minimamente l'argomento". Così risponde l'assessore alle attività estrattive Marco Scajola alle affermazioni del Consigliere Rossetti in merito a presunte concessioni per l'estrazione di titanio nell'area protetta del parco del Beigua.

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