Nessunascusa: una Carmen moderna contro la violenza sulle donne. Il video

Genova, 24/11/2020.

Carmen soccombe sotto i colpi del suo aguzzino, l’uomo che diceva di amarla ma che non accetta il suo rifiuto. Un uomo debole che supplica, implora e alla fine la uccide e lei, che è una donna libera, da libera morirà. Con l’atto finale della Camen di Bizet trasposto in un corto realizzato dagli attori del Teatro Nazionale di Genova per la regia di Davide Livermore, Regione Liguria presenta le iniziative in occasione del 25 novembre, la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Sotto l’hashtag #nessunascusa contro la violenza gli assessorati alle Pari Opportunità e alla Cultura di Regione Liguria insieme al Teatro Nazionale di Genova vogliono fare riflettere sul dramma del femminicidio e della violenza contro le donne in quanto donne.

Attraverso un cortometraggio di 5 minuti, realizzato sotto la regia di Davide Livermore, Regione Liguria e Teatro Nazionale di Genova scelgono la Carmen di George Bizet, una tra le opere più popolari e rappresentate al mondo, ambientandola ai giorni nostri, per trattare il tema drammatico e scottante del femminicidio, mettendo in scena la tragedia di una donna alle prese con un uomo violento che non accetta la fine di una relazione. A interpretare i ruoli di Carmen e del brigadiere Don José, Alice Arcuri e Sax Nicosia che calcano le scene di un freddo seminterrato, in una moderna metropoli. Un luogo appositamente individuato dal regista da cui non traspare alcuna umanità. Ma non chiamatelo omicidio passionale, non c’è nulla di passionale in un omicidio commesso da un uomo che non accetta un rifiuto. Come un romanzo criminale il dialogo tra Carmen e don Josè riconduce all’atto finale di una relazione "malata", con dinamiche comuni a tanti fatti di denuncia o di cronaca, con un crescendo di patos e di tensione che sfocierà nella morte di lei."

"Che Regione Liguria abbia chiesto al Teatro Nazionale la partecipazione in un’occasione così importante è fondamentale e centrale - dice il direttore del Teatro Nazionale di Genova e regista del corto Davide Livermore - e mette a fuoco il ruolo della cultura e del teatro nella società: produrre arte ed educazione agli affetti, stimolare una relazione tra i cittadini capace di portare a una maggiore coscienza su temi fondamentali come il rispetto e l’uguaglianza. Il finale di Carmen è un esempio di come la cultura abbia accolto temi di rivendicazione della libertà e dell’indipendenza della donna. In Carmen tutto questo si è manifestato in modo potente ed è stato raccontato nel corso del tempo, da quando si è concretizzata la sua figura mitica. Il testo del cortometraggio che abbiamo prodotto è quello del finale dell’opera di Bizet; l’abbiamo rappresentato con due eccezionali attori con l’obiettivo di mostrare ciò che è alla base del femminicidio, della violenza sulle donne, ovvero il possesso che l’uomo vuole averne e la sua arroganza".

"#Nessunascusa è l'hastag con cui Regione Liguria, negli ultimi anni, ha celebrato il 25 novembre cercando di dare un messaggio chiaro, di coinvolgere tutti, donne ma soprattutto uomini, studenti ,associazioni, nel dire un "no" chiaro contro la violenza sulle donne - spiega l’assessore alla Cultura e alle Politiche sociali di Regione Liguria Ilaria Cavo - Importante che quest'anno sia la Cultura a dire insieme a noi questo "no", in un momento in cui il teatro e le produzioni solo apparentemente sembrano ferme e invece tanto si puo' fare e si puo' costruire. Ringrazio Davide Livermore per aver accettato l'invito a unirsi a noi in questa giornata, per aver messo a disposizione la sua arte e quella degli attori e dei tecnici scelti dal Teatro Nazionale in un video in cui prosa, opera, testi di fine 800 e attualità si fondono per dare a tutti un pugno allo stomaco, in questa giornata quasi necessario. Il set è allestito in un garage e non su un palco, potrebbe essere sotto casa di chiunque: mi auguro che questo corto possa diventare "virale" soprattutto tra i giovani, per ricordarci che la lotta contro la violenza sulle donne è anche un tema culturale e che non bisogna mai abbassare la guardia".

"Ho voluto fortemente che il 25 novembre fosse ricordato perché i dati delle violenze sulle donne sono impressionanti - dichiara l’assessore Simona Ferro - visto che la pandemia da Covid 19 ha contribuito a rendere più dura la vita delle donne che subiscono violenza: negli 87 giorni di lockdown per l’emergenza coronavirus (9 marzo – 3 giugno 2020) sono stati 58 gli omicidi in ambito familiare-affettivo: ne sono state vittime 44 donne (il 75,9%) e in 14 casi gli uomini. Ciò significa che, durante il lockdown, ogni due giorni una donna è stata uccisa in famiglia. Questo dato poi va di pari passo con il raddoppio degli atti di violenza domestica contro le donne, nello stesso periodo, che costrette a stare a casa con i loro carnefici e senza possibilità di via d’uscita hanno subito ancora di più la violenza fisica, verbale, psicologica e anche economica".

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