135 anni fa nasceva Gilberto Govi, un'icona genovese sempre attuale

Genova, 22/10/2020.

Il 22 ottobre 1885 nasce Gilberto Govi. E chissà come commenterebbe questo difficilissimo momento. Fondatore del teatro dialettale, è considerato uno dei simboli della città di Genova. Grande attore anche televisivo, espressione autentica di genovesità, Govi ha portato il dialetto ligure nelle case di tutti gli italiani. Tra i suoi successi: Manezzi pe majâ na figgia, Pignasecca e Pignaverde, Colpi di timone, Sotto a chi toccaI Guastavino e i Passalacqua, Gildo Peragallo ingegnere. I suoi toni stralunati, le sue smorfie e il suo accento sono impressi nella mente dei genovesi.

Mitici i suoi personaggi, le sue battute e le sue espressioni, attuali ancora oggi. Govi nacque 135 anni fa al numero 13 di via Sant'Ugo, nel quartiere di Oregina-Lagaccio da una famiglia di origine mantovana, frequenta per tre anni l'Accademia ligustica di Belle Arti e, a 16 anni, è assunto come disegnatore dalle Officine Elettriche Genovesi. Ama il teatro: per questo motivo si iscrive all'Accademia Filodrammatica Italiana con sede al Teatro Nazionale in stradone Sant'Agostino. Il boom arriva nel 1923 al Teatro Filodrammatici di Milano con I manezzi pe maja na figgia di Nicolò Bacigalupo.

Fondatore del teatro dialettale ligure, ha portato al successo gli spettacoli in lingua genovese già con tournée italiane e internazionali negli anni '20 (in Sudamerica). Cinema e televisione, fra cui alcune amate apparizioni al Carosello, ne hanno poi fatto un attore amato anche al di fuori dei confini della Liguria, vero e proprio simbolo della genovesità più schietta, sorridente e rude allo stesso tempo. Indimenticabili le celebri gag con la sua partner Caterina Franchi Gaioni, come quella del gilet gassetta e pumello da cui è nato di dire "abbottonarsi alla Govi" (saltando un bottone). 

Gilberto Govi lascia il teatro a 75 anni, prima di morire a Genova il 28 aprile del 1966 a 81 anni, con la chiesa di Santa Zita stracolma per l'ultimo saluto all'attore e comico genovese. Tra le frasi che lo hanno reso più celebre: "Il teatro è come una bella donna: bisogna lasciarla prima che sia lei a lasciare te".

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