Genova sulle orme di Paganini: itinerario di 11 tappe nei luoghi simbolo del Maestro

Genova, 08/10/2020.

Undici tappe per un itinerario fra musica, arte e storia. 11 luoghi di Genova che hanno un legame con il grande violinista Niccolò Paganini. Ogni luogo è facilmente riconoscibile grazie a una targa in ottone con la firma di Paganini. Questo percorso nel centro cittadino è stato promosso e creato dall’Associazione Amici di Paganini, che organizza il Paganini Genova Festival, in collaborazione con la Regione Liguria e il Comune di Genova.

  • 1) Teatro del Falcone. Annesso a Palazzo Reale in via Balbi, fu il primo teatro pubblico genovese, secondo in Italia dopo la Fenice di Venezia. Nato dalla trasformazione della "Hostaria sub signu Falconis", iniziò le sue attività con le prime rappresentazioni a partire dal 1645. Danneggiato durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale, restaurato nel 2004 per Genova Capitale Europea della Cultura, ospita oggi diverse esposizioni. Niccolò Paganini si esibì il 9 novembre del 1827 alla presenza del re Carlo felice. Fu in questo teatro che Paganini pronunciò per la prima volta la celebre frase Paganini non ripete.
  • 2) Chiesa e Oratorio di San Filippo, in via Lomellini. Ospitano opere di Domenico Piola, Anton Maria Maragliano e la prestigiosa Immacolata di Pierre Puget. Qui Niccolò Paganini all’età di soli 11 anni, il 26 maggio del 1794, si esibisce per la prima volta come solista. Due anni più tardi Paganini è ospite nella vicina Casa Di Negro (sempre in via Lomellini) dove incontra il grande violinista francese Rodolphe Kreutzer.
  • 3) Palazzo Tursi - Sala Paganiniana. A Palazzo Tursi, oggi sede del Comune di Genova, la Sala Paganiniana conserva ed espone il famoso violino realizzato da Guarneri del Gesù nel 1743, che Niccolò Paganini predilesse fra tutti gli strumenti che possedeva, chiamandolo affettuosamente il mio cannone violino per la pienezza del suono. Nella Sala, insieme agli accessori originali del Cannone, sono esposti altri cimeli di notevole interesse, tra i quali il violino Vuillaume, che il musicista diede al suo prediletto, Camillo Sivori, nonché lettere autografe, spartiti, tra cui la Carmagnola, ed altri oggetti appartenuti a Paganini.
  • 4) Chiesa di Nostra Signora delle Vigne. Fondata alla fine del X secolo fuori dalle mura di Genova in una zona immersa nel verde e circondata dalle vigne. Il vino ricavato veniva usato per le celebrazioni del vescovo. Il rifacimento barocco è del 1640. All’interno opere di Lazzaro TavaroneDomenico Piola e Bernardo Castello. In questa chiesa, il 1° dicembre 1794, Paganini suona in occasione della festa di San Eligio, il santo protettore di una delle più importanti associazioni di mestieri presenti in città, l'Università degli Orefici. Paganini, che da poco ha compiuto dodici anni e che si esibisce in pubblico per la seconda volta, stupisce quanti lo ascoltano per la grande destrezza e maestria.
  • 5) Teatro Carlo Felice. Il Teatro fu inaugurato il 7 aprile del 1828 con l’opera Bianca e Fernando di Vincenzo Bellini. Distrutto durante la seconda guerra mondiale, la sua ricostruzione iniziò solamente alla fine degli anni 80’ con inaugurazione nel 1991. Niccolò Paganini suona al Carlo Felice per la prima volta il 30 novembre del 1834, con un teatro stracolmo (oltre 2500 perone). Fra le pagine eseguite, anche le variazioni su Nel cor più non mi sento e Il Carnevale di Venezia. Il teatro accoglie nuovamente Paganini il 5 dicembre 1834 per un concerto che il violinista realizza per destinare l'intero incasso a beneficio delle famiglie povere.
  • 6) Palazzo Pammatone - Palazzo di Giustizia. Dal 1422 fino ai bombardamenti del 1942-43 qui sorgeva l’ospedale civile del Pammatone. Tra il 1966 e il 1974 il Comune di Genova costruì sulla stessa area il Palazzo di Giustizia, salvando il settecentesco cortile e il colonnato monumentale del vecchio ospedale. Il 27 agosto del 1835 Paganini si reca all'ospedale in compagnia del figlio Achille a far visita ai malati di colera. In città era scoppiata una grande epidemia.

Il tour Paganiniano a Genova prosegue con altre 5 tappe:

  • 7) Palazzo Ducale - Torre Grimaldina. Nella Torre Grimaldina di Palazzo Ducale nel maggio del 1815 Niccolò Paganini subisce una detenzione a seguito della denuncia di ratto e seduzione di Angiolina Cavanna, una giovane di circa vent'anni con la quale aveva convissuto e dalla cui relazione era stata data alla luce una bimba priva di vita. Il 2 gennaio 1835 Paganini torna a Palazzo Ducale, questa volta per suonare in un ricevimento organizzato dal governatore di Genova, conte Filippo Paolucci.
  • 8) Chiesa di San Donato. La costruzione della Chiesa risale al XI secolo ed è tra le più importanti testimonianze del Romanico genovese. La Chiesa custodisce il primo documento relativo a Niccolò Paganini che, nato il 27 ottobre 1782 in Via delle Fosse del Colle n.1359 (poi Passo di Gattamora 58) da Antonio e Teresa Bocciardo, era stato battezzato il giorno successivo nella Chiesa di San Salvatore in Piazza Sarzano (oggi Aula Magna della Facoltà di Architettura). Nella Casa natale, abbattuta durante il nuovo assetto urbanistico della città nel 1970, il piccolo Niccolò apprese dal padre i primi insegnamenti.
  • 9) Teatro della Tosse - già Teatro di Sant'Agostino. Di fronte alla Chiesa di Sant'Agostino oggi c'è il Teatro della Tosse, mentre all'epoca di Paganini si trovava il più famoso palcoscenico della città: il Teatro Sant'Agostino. Niccolò Paganini tiene la sua prima accademia pubblica nel teatro di S. Agostino il 31 luglio 1795 nella quale esegue, forse per la prima volta, la Carmagnola con variazioni. Il Violinista si esibirà in questo teatro diverse volte, ed ogni volta era un successo: il 9 settembre del 1815 tra il pubblico Vittorio Emanuele I e la moglie Maria Teresa che proruppe con un Bravo!
  • 10) Chiesa di San Salvatore. Fondata nel 1141, fu ricostruita ad una sola navata in piena età barocca nel 1653. Luogo dove Paganini fu battezzato il 28 ottobre 1782, oggi Auditorium della Facoltà di Architettura.
  • 11) Villetta Di Negro. Il 28 luglio 1835, nel giardino della villetta del Marchese Gian Carlo di Negro, con una sontuosa festa viene inaugurato un busto marmoreo del musicista, opera dello scultore Paolo Olivari. L’avvenimento fu commentato da Giuseppe Mazzini.
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