Sanfru: 51 cose da fare o immaginare a San Fruttuoso di Camogli

Flickr/Irene Grassi

Sanfru: 51 cose da fare o immaginare a San Fruttuoso di Camogli  (Tuss, 2020) è una guida inusuale di San Fruttuoso di Camogli a cura di Tuss Edizioni. Si tratta del primo libro della collana Ligurine, dedicata alla riscoperta del territorio, per i turisti, ma anche per i liguri, che possono riscoprirlo in una nuova veste.

Genova, 12/08/2020.

Terminati i giorni di clausura della quarantena possiamo ricominciare a viaggiare, ma senza andare troppo lontano. Quello che ci propone l’estate 2020 è un turismo di prossimità: visitare le regioni limitrofe, la città in cui si vive o - perché no? - gironzolare per il proprio quartiere. Del resto basta cambiare la lente con cui si guardano le cose per scoprire che il più piccolo dei mondi possibili è perfetto per osservare la vita che si svela e che lotta per conquistare il proprio spazio.

Questa la filosofia di fondo della collana Ligurine, attenta ai dettagli del territorio ligure e che Tuss edizioni inaugura con una micro-guida dedicata ad una perla del Golfo Paradiso: San Fruttuoso di Camogli.

Un insolito volume scritto da Gianluca Longhi e illustrato da Alessandro Ripane racconta Sanfru - come la chiamano i suoi habitué - attraverso 51 attività da fare o semplicemente da immaginare: trascorrere una serata in spiaggia con la famiglia di cinghiali più famosa d’Italia e rincorrere la farfalla del corbezzolo; seguire il giro di valzer dei sacchi di biancheria e scoprire l’identità della più anziana residente; conoscere in profondità il Cristo degli Abissi (che contiene nel suo dna un mix di campane, medaglie, ed eliche di sommergibili dell'U.S. Navy) accompagnati dall’ultimo barcaiolo.

Il libretto, che comprende anche alcune fotografie di Ettore Umberto Chernetich e la prefazione dello scrittore newyorkese Michael Frank, è una bizzarra parodia delle guide a punti, una sfida all'immaginazione - visto che la località, davvero una delle più piccole della Liguria, è raggiungibile solamente via mare o a piedi ed è sprovvista dei servizi più essenziali, come un semplice alimentari.

L'autore Gianluca Longhi, sociologo di Milano convertito ai muretti a secco che ha vissuto sei mesi di permanenza a San Fruttuoso in veste di locandiere, mescola curiosità naturali e aneddoti poco noti riguardanti il borgo e la sua storia secolare, come il tentativo di speculazione di Felice Riva che negli anni '60 cercò con la sua Pietre Strette srl di sfrattare gli abitanti per costruire una depandance di Portofino provvista di accesso carrabile.

Un invito a osservare i piccoli dettagli e la bellezza di tutto ciò che è sfuggente, ma non per questo invisibile, dedicato a tutti quei turisti che vorrebbero comportarsi da viaggiatori. E viceversa.

«In questa lettera d’amore a San Fruttuoso, Gianluca Longhi ci invita ad osservare oltre – oltre all'abbazia, alle spiagge ed ai ristorante - e ad aprire i nostri occhi e i nostri sensi a tutte le ricchezze di un luogo che per lui è un eden primitivo. Gianluca l’ha vista affollata, l’ha vista vuota, l’ha vista all’alba e di notte, l’ha vista nei suoi momenti comici. E l’ha vista tornare ai propri inquilini: i cinghiali, le lucciole, le caprette selvatiche». Michael Frank

Michael Frank

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