La mostra che non c'è: Palazzo Ducale riunisce virtualmente i capolavori genovesi nel mondo

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Genova, 07/05/2020.

Una mostra virtuale, visitabile sul sito di Palazzo Ducale da venerdì 8 maggio 2020, che si arricchisce di settimana in settimana, pensata per restituire alla memoria capolavori lontani e dimenticati che appartengono alla storia della città di Genova, per la prima volta riuniti in un percorso scientifico e appassionante che si svelerà strada facendo, con l'obiettivo di raccogliere contributi per le mostre e le attività future di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura. Questa è la Mostra che non c'é, da un'idea di Luca Bizzarri a cura di Serena Bertolucci e Giacomo Montanari.

Palazzo Ducale, attraverso i suoi canali Facebook e YouTube, illustrerà attraverso il racconto di esperti d’arte e non solo alcune delle opere dei più importanti artisti del Seicento, tra cui Caravaggio, Rubens, van Dyck, Strozzi, Puget, Gentileschi. Quadri commissionati per Genova o dalle grandi famiglie genovesi, capolavori ormai lontani con temi che appartengono alla sua storia e che ora sono esposti in vari musei del mondo. Un importante ritorno, anche se virtuale, per restituire alla città la memoria di una grande cultura, che ne aveva fatto nel passato una capitale dell’arte e delle grandi committenze.

Ogni venerdì, a partire dall'8 maggio 2020, è quindi possibile assistere in anteprima alla presentazione di una singola opera, di cui vengono narrate la storia, le curiosità e le meraviglie che racchiude. «Abbiamo pensato a delle brevi presentazioni, di circa tre minuti, il tempo che dedicheremmo ad un quadro in una mostra, per raccontare opere d’arte legate alla storia genovese e oggi conservate in musei del mondo o in collezioni private, una dopo l’altra per costruire un percorso ideale dove le suggestioni artistiche si mescolano con quelle storiche», spiega Serena Bertolucci, direttore di Palazzo Ducale.

«La Mostra che non c’è è la mostra possibile», afferma il presidente di Palazzo Ducale Luca Bizzarri, «l’unica in questo momento in cui il possibile deve essere sacrificato alla salvaguardia dell’oggi e del domani dei nostri cari. Spero che le persone, acquistando il simbolico biglietto di una mostra che non esiste fisicamente, diano il loro contributo perché l’impossibile di oggi diventi il possibile di domani. Chi desidera acquistare il Biglietto che non c’è può fare una libera donazione su PayPal oppure un bonifico utilizzando l’Iban IT13 K061 7501 4000 0000 7326 380 (swift code CRGEITGG04 - Banca Carige sede di Genova) inserendo la causale DucaleGe Donazione.

La Mostra che non c'è: il programma

Si parte venerdì 8 maggio alle ore 21.00 in prima visione Facebook con Serena Bertolucci e La Madonna della Giustizia (1620-1625) commissionata a Bernardo Strozzi proprio per Palazzo Ducale e oggi conservata al Museo del Louvre.

In occasione della Rolli Days Digital Week, Giacomo Montanari racconta due capolavori della Mostra che non c’è: la Danae di Orazio Gentileschi e il Ritratto della famiglia Lomellini di Antoon van Dyck, rispettivamente martedì 19 e giovedì 21 maggio alle ore 11.30. Acquistata nel 2016 dal J. Paul Getty Museum di Los Angeles per la strabiliante cifra di 30 milioni di dollari la Danae, fino a circa cent’anni fa, si trovava a Genova tra le mura di Palazzo Imperiale Sauli De Mari; il Ritratto della famiglia Lomellini di van Dyck, oggi alla National Gallery of Scotland di Edimburgo, invece, è stato per secoli sulle pareti affrescate del Palazzo Lomellini Patrone, in largo della Zecca a Genova.

La Mostra che non c’è proseguirà con i contributi di Marco Carminati, Stefano Zuffi, Xavier Salom, curatore della Frick Collection di New York e altre personalità del mondo della cultura e dell'arte che illustreranno, tra gli altri, dipinti di Peter Paul Rubens, Caravaggio e van Dyck.

Non solo la Mostra che non c'è: le istituzioni culturali di Genova fanno rete

Fare rete attraverso la rete: è questa in sintesi l’azione di #Insieme, la proposta digitale di Palazzo Ducale che, partita da un’idea di Luca Bizzarri, presidente di Palazzo Ducale, ha subito intercettato l’adesione di Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova, Beppe Costa, presidente e amministratore delegato di Costa Edutainment, e Claudio Orazi, sovrintendente della Fondazione Teatro Carlo Felice, e il sostegno di Iren nella convinzione che il binomio cultura e digitale, anche alla luce del distanziamento sociale imposto dall’emergenza Covid-19, sia sempre più strategico e che il web e le sue infinite potenzialità siano non solo uno straordinario strumento di fruizione culturale e di intrattenimento ma possano essere luogo di costruzione di un pubblico nuovo come di fidelizzazione di quello consueto e, soprattutto di sperimentazione e innovazione in funzione della sfida cui è chiamato chi opera in questi settori: ripensare il futuro con creatività.

«Si tratta di un'idea - dice Luca Bizzarri, presidente di Palazzo Ducale - che maturavo da tempo riflettendo su come fosse possibile trovare un sostegno per l’arte e mi è venuta in mente la Mostra che non c’è, e pensavo che mi sarebbe piaciuto fosse seguita dallo Spettacolo che non c’è, dall'Opera che non c’è, dall’Acquario che non c’è, eccetera, insomma che coinvolgesse tutte le grandi istituzioni turistico-culturali di Genova. Sono molto felice che la mia idea abbia avuto questo seguito così importante riunendo alcune delle principali eccellenze culturali e turistiche della città - il Teatro Nazionale, l’Acquario di Genova e il Teatro Carlo Felice - e abbia incontrato da subito il sostegno di Iren, nostro sponsor istituzionale, da sempre attento ai progetti culturali».

 «Abbiamo raccolto con piacere l’invito di Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura dando vita allo Spettacolo che non c’è, commenta Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova. «In un certo senso è anche una provocazione, perché evidentemente siamo impossibilitati a mettere in scena qualsiasi genere di spettacolo. Niente però ci impedisce di immaginare, e anzi di immaginare in grande. Così abbiamo ideato uno spettacolo dal cast a dir poco sorprendente: invito gli spettatori a scoprire lo Spettacolo che non c’è sul nostro sito e divertirsi con noi».

«Siamo molto felici di prendere parte a quest’iniziativa» afferma Beppe Costa, presidente e amministratore delegato di Costa Edutainment, «portando all’attenzione una specie che non potrebbe mai essere ospitata in un acquario ma che rischia di scomparire anche dal suo habitat naturale, se non saremo in grado di eliminare o almeno ridurre significativamente l’inquinamento dei nostri mari, tema su cui siamo impegnati in prima linea insieme alla Fondazione Acquario di Genova Onlus. Per l’Acquario che non c’è vi mostriamo la megattera, uno dei cetacei più spettacolari e antichi di questo pianeta, attraverso le immagini del murales che stiamo ospitando in Acquario all’interno del Padiglione Cetacei e realizzato dal giovane artista Riccardo Buonafede nell’ambito del bando per giovani artisti Life Beyond Plastic».

«Il Teatro Carlo Felice aderisce con entusiasmo a quest’iniziativa invitando tutti all’Opera che non c'è nello spirito di un’antica rinascita», afferma Claudio Orazi, sovrintendente della Fondazione Teatro Carlo Felice. «Per l’occasione riapriremo le porte del teatro esattamente come facemmo nella primavera del 1828, con Bianca e Fernando di Vincenzo Bellini, dramma ridotto a nuova e miglior forma dal nostro Felice Romani. Sul podio ci sarà il compositore stesso, mentre i protagonisti saranno Adelaide Tosi, Giovanni David e Antonio Tamburini. Scene di Michele Canzio. È quanto di meglio possiamo offrire in questo clima di suggestiva virtualità, ma avendo a che fare con un’arte immateriale esprimiamo il vivo auspicio che la dimensione immaginaria possa presto riconvertirsi in reale». Bianca e Fernando andrà in scena sul sito del Carlo Felice in data da definire a breve.

«In questa congiuntura così difficile, Iren ha dato il massimo per continuare a fornire, attraverso il lavoro delle sue donne e dei suoi uomini, servizi essenziali alla vita dei cittadini e delle imprese sul territorio», dichiara Renato Boero, presidente di Iren. «Un impegno imprescindibile, così come quello che ci vede da sempre a fianco delle comunità e dei territori su cui operiamo. Proprio per questo siamo orgogliosi di confermare il nostro sostegno, nella convinzione che la ripresa possa trarre slancio anche da una rinnovata alleanza fra imprese e mondo della cultura nella ricerca di forme innovative di comunicazione».

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