Teatro della Tosse, Amedeo Romeo: «Lavoriamo per ripartire, il teatro è un bene primario»

Genova, 21/04/2020.

Il Teatro della Tosse guarda al futuro con grinta. Anche se oggi il sipario è abbassato: «Stiamo studiando ogni soluzione possibile per essere pronti ad accogliere il pubblico quando potrà tornare in platea». 

A raccontarci come il Teatro della Tosse sta reagendo a questo periodo di chiusura è il suo direttore artistico Amedeo Romeo che non nega la difficoltà e l'incertezza del momento: «I teatri sono stati primi a chiudere e saranno gli ultimi a riaprire. Il momento non è facile per nessuno. Stiamo ragionando sul futuro sperando di fare qualcosa in estate all'aperto, visto che abbiamo spettacoli non convenzionali, penso a Orfeo Rave andato in scena alla Fiera, e collaborazioni con spazi come i Giardini Luzzati, che ce lo permettono. Ma purtroppo non possiamo fare nessuna previsione, tutto dipende dalle norme che verranno varate».

In attesa che si delineino le misure per affrontare la fase due il teatro non vuole farsi trovare impreparato: «Ci stiamo spaccando la testa per cercare soluzioni alternative ed essere pronti appena torniamo. Vogliamo adattarci alle regole con uno spirito propositivo e non attendista. Per offrire una proposta in grado di conservare le peculiarità dello spettacolo dal vivo». 

Il ritorno sulle scene, infatti, non sarà certo facile: «L'idea di tornare a teatro con le restrizioni previste mi spaventa e istintivamente direi che è impensabile sia per un motivo economico sia per la fruizione da parte del pubblico: immagini una sala di 500 posti con non più di 80-90 persone. Dobbiamo pensare una creazione artistica anche rispetto a come si fruisce lo spettacolo, pensare ai contenuti più adatti da proporre. E non è una questione tematica, ma di forma: proporre lavori in grado di entrare in relazione con lo stato d'animo degli spettatori e dialogare con il pubblico e il presente che stiamo vivendo».

Questa riflessione però non è certo una resa: «Bisogna comunque tentare di percorrere delle strade. Il compito che noi abbiamo non è quello di alzare un muro, ma sopperire a queste difficoltà sia reperendo risorse necessaria a ripartire, con l'aiuto delle istituzioni, sia per non rendere angosciante la fruizione per il pubblico». Ripartire è importante: «Lo spettacolo dal vivo è un bene primario e siamo i primi a doverlo sostenere. Inoltre ripartire è anche l'unico modo per garantire agli artisti, che in questo momento stanno attraversando una grande crisi, di fare il proprio lavoro». 

In attesa che il futuro si delinii il Teatro della Tosse, come molte altre realtà, ha pensato a un presente sul web: «Lo abbiamo fatto portando online il Mistero dei Tarocchi, e lo abbiamo fatto per mantenere vivo il nostro rapporto con gli spettatori. È stata per tutti una soluzione d'emergenza per affrontare questo momento che non pensavamo sarebbe durato così tanto». Sì, perché una cosa è andare online per due settimane, un mese, un 'altra se il web diventa un possibile palcoscenico in attesa della ripartenza: «I palinsesti devono precisarsi, se si continua bisogna prestare più attenzione alla forma».

Il ministro della cultura Dario Franceschini ha parlato di una possibile piattaforma a pagamento per fruire degli spettacoli: «Per farlo però - osserva Romeo - servono risorse e una forma differente: non si può pensare che il teatro vada in video mettendo una telecamera di fronte all'attore. Servono tecnologie avanzate, bisogna fare una riflessione affinché ci sia un innalzamento della qualità dei contenuti che si mettono online per cercare di dare quanto più possibile la ricchezza della rappresentazione». Senza dimenticare, però: «che il teatro per sua natura è analogico e non digitale e che nessuna riproduzione in video può garantire le stesse emozioni di uno spettacolo dal vivo». 

Di Rosangela Urso

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